Cdp Immobiliare ha comprato da Tim il restante 50% di Alfiere spa, società partecipata pariteticamente da Tim e da Cassa Depositi e Prestiti costituita per valorizzare le Torri Ligini del quartiere Eur di Roma. La decisione è stata presa nel pomeriggio di giovedì 7 marzo e l’operazione è costata 2 milioni di euro più un earn out sino a 9 milioni. Si chiude così un contenzioso che dura da circa 2 anni. Lo scrive il quotidiano romano Il Messaggero.
Il complesso immobiliare in questione è situato nel quartiere Eur di Roma in prossimità del “laghetto”. E’ costituito da un lotto di oltre 15.700 mq di superficie sul quale si sviluppano sei diversi corpi di fabbrica con dimensioni ed altezze eterogenee. La superficie lorda dei fabbricati è di oltre 62.000 mq. Il complesso è facilmente raggiungibile sia dalla linea metropolitana B (stazione Eur Fermi) che dalla viabilità stradale, essendo presenti nel sito posteggi interrati con una capacità di 258 auto e 113 motocicli (si veda la scheda tecnica del progetto).
Le Torri Ligini furono costruite nell’ambito del progetto di completamento del quartiere (ex E42), su progetto di Cesare Ligini e collaboratori, per ospitarvi gli uffici del Ministero delle Finanze e furono poi cedute a seguito delle cartolarizzazioni promosse dall’allora Ministro Giulio Tremonti. Avrebbero dovuto essere abbattute e ricostruite con destinazione residenziale secondo un progetto di Renzo Piano, ma il progetto fu abbandonato dopo lo smantellamento delle pareti esterne, lasciando per anni gli edifici sventrati a pochi metri dall’area dove era in costruzione il nuovo Centro Congressi e l’hotel soprannominato la “lama”.
Durante l’amministrazione del sindaco Ignazio Marino, l’Assessore all’urbanistica Giovanni Caudo si impegnò per risolvere il problema delle Torri lasciate inutilizzate. Fu sottoscritto un protocollo tra il Comune e Cassa Depositi e Prestiti e Tim/Telecom che, dopo una serie di passaggi di quote azionarie, detenevano sinora il 50% ciascuno delle quote di Alfiere spa. Fu indetto un concorso per il restauro conservativo sulla base di linee guida redatte con coordinamento del Laboratorio per il Moderno a Roma dell’Università La Sapienza e nel dicembre 2015 il Comune rilasciò il permesso di costruire.
A gennaio 2016, Tim decise di trasferire nelle torri progettate dall’architetto Ligini il quartier generale, a patto che il Sindaco di Roma concedesse le autorizzazioni per il restauro conservativo degli uffici entro l’estate pagando 1 milione. I lavori sarebbero dovuti terminare entro il dicembre 2016. Il nuovo sindaco Virginia Raggi, poche settimane dopo il suo insedimento in Campidoglio, revocò le concessioni della giunta Marino e fissò in 24 milioni gli oneri urbanistici per riportare a lustro l’area, soprannominata Beirut. Tim ritirò il progetto e Alfiere spa fece ricorso, accettato nel 2017 con l’autorizzazione a proseguire nel progetto. Tim comunque rinunciò a trasferirsi nelle Torri dell’Eur. A seguito della pronuncia del Tar, Alfiere chiese 326 milioni di risarcimento al Comune, che a sua volta chiese danni di immagine del Campidoglio. Ora la decisione di Cdp di rilevare la quota di Tim in Alfiere mette la parola fine all’annosa questione, con la Cassa Depositi e Prestiti che sarà libera di riqualificare l’area.