Via libera al concordato con continuità aziendale di Presotto Industrie Mobili spa. Il Tribunale di Pordenone ha infatti concesso l’omologa (si veda qui il comunicato stampa). Prende contestualmente il via il piano quinquennale legato al concordato, che prevede nuovi investimenti per rafforzare il marchio e le esportazioni.
Il concordato è stato approvato con la maggioranza del 52,2% dei creditori, pari a oltre 9,2 milioni di euro, rispetto a crediti complessivi ammessi al voto di 17,7 milioni, con tre classi favorevoli e una contraria.
La proposta concordataria prevede: la continuità aziendale, mantenendo tutti i posti di lavoro; il pagamento integrale dei debiti verso i dipendenti;nil pagamento del 5% di tutti gli altri creditori attraverso l’apporto di nuova finanza per un milione di euro da parte di Ibla Capital srl, operatore romano specializzato in ristrutturazioni aziendali. Presotto è stata assistita sul piano legale dallo studio SLBF di Pordenone, mentre come advisor finanziario ha agito lo studio commercialista padovano Bogoni.
Ibla Capital a febbraio 2018 aveva comprato la maggioranza di Presotto proprio al fine di avviare un’attività di ristrutturazione operativa della società, volta ad aumentarne il livello di efficienza e successivamente a supportarne il piano di sviluppo, che prevede il rafforzamento del brand, l’allargamento della distribuzione, soprattutto all’estero, e investimenti costanti nell’innovazione del prodotto (si veda altro articolo di BeBeez). La società era stata ammessa al concordato preventivo nell’agosto 2018, dopo aver presentato richiesta nel luglio dello stesso anno.
Con sede a Brugnera (Pordenone), Presotto Industrie Mobili spa è un marchio storico dell’arredamento italiano nato nel 1948, che conta 130 dipendenti e un fatturato 2017 di oltre 16 milioni di euro, distribuiti per un 40% all’estero in 41 Paesi tra Europa, America e Asia. I 6800 prodotti a catalogo coprono per l’85% il settore residenziale e per il 15% il contract. Nel 2017 la società aveva registrato ricavi per oltre 16 milioni, in linea quindi con i 16,4 milioni del 2017, quando però aveva già un ebitda negativo per 300 mila euro e un debito finanziario netto di ben 11,85 milioni.