L’evento Fotografia tra ispirazione comune e coincidenza creativa, è stato co-organizzato da Negri-Clementi Studio Legale e MIA Photo Fair ed inserito all’interno del vasto programma della Milano PhotoWeek, kermesse che la città di Milano dedica annualmente alla fotografia, approfondendola da diversi punti di vista.
Quella di quest’anno è stata la seconda occasione di collaborazione tra Negri-Clementi e Milano PhotoWeek; se la scorsa edizione si è concentrata su Libertà di panorama e Valorizzazione economica e fiscale del diritto d’autore, grazie anche al contributo dei commercialisti dello Studio Nobolo, quest’anno è stato affrontato un diverso ambito della fotografia.
Fotografia tra ispirazione comune e coincidenza creativa ha voluto far luce su un lato della fotografia meno conosciuto ma non per questo meno interessante: quello giuridico. Lo Studio Legale specializzato in art law e intellectual property e la Fiera di Fotografia per eccellenza in Italia si sono, quindi, unite per proporre al pubblico milanese un focus su fotografia e diritto d’autore: quando la fotografia è oggetto di plagio? Quando, invece, si può parlare di semplice coincidenza creativa?
La tavola rotonda si è aperta con Annapaola Negri-Clementi, avvocato e managing partner dell’omonimo Studio, che ha illustrato l’episodio accaduto in occasione di MIA Photo Fair di quest’anno da cui ha preso spunto la discussione.
Il fotografo milanese Jacopo di Cera (1981) si è presentato con il progetto artistico Italian Summer, caratterizzato da scatti dall’alto effettuati con il drone di alcune tra le più belle spiagge delle coste italiane. Ad attirare l’attenzione è stata la fotografia “Rosigano Solvey – Toscana, 2018”, stesso soggetto ritratto anni prima dal fotografo belga Antoine Rose (1974) promosso dalla galleria Mazel di Bruxelles e la cui opera era stata presentata al MIA Photo Fair di qualche anno prima. A seguito di ciò, Jacopo di Cera è stato criticato dal gallerista belga e ha pertanto deciso di ritirarsi da questa edizione del MIA. Il gallerista sosteneva, infatti, che l’opera in questione fosse stata “copiata” da uno scatto dello stesso Rose.
I due hanno rappresentato lo stesso soggetto, anche se in anni diversi e con modalità e pensiero di ricerca differenti: eppure le fotografie risultano visivamente simili. Di cosa si tratta in questo caso? Di ispirazione comune, di plagio o di semplice coincidenza creativa? Quali sono i rimedi che l’artista “plagiato” può sostenere? Quali, invece, i limiti tra l’illiceità di una copia non autorizzata e la liceità di una comune ispirazione?
L’avv. Gilberto Cavagna, responsabile del Dipartimento di diritto della proprietà intellettuale di Negri-Clementi Studio Legale, ha cercato di rispondere a queste domande e, soprattutto, di fare luce sulle norme giuridiche che tutelano le opere dell’ingegno, evidenziando come nel nostro ordinamento le idee in quanto tali non siano proteggibili, poiché la creatività e la libertà di espressione sono libere, mentre è proteggibile l’estrinsecazione di una determinata idea, l’opera che la estrinseca. L’intervento è stato arricchito da una “carrellata” sulle più significative e pertinenti sentenze e dalla proposizione di casi pratici accaduti in diversi paesi del mondo.
Fabio Castelli, ideatore e direttore di MIA Photo Fair, ha portato il punto di vista della manifestazione fieristica e degli organizzatori della fiera che quest’anno si sono trovati a dover trattare un tema “che spesso si presenta, con modalità e caratteristiche sempre diverse, in questa epoca così prolifica nella produzione delle immagini”. Partendo dal caso concreto si sono, quindi, andati ad analizzare i processi di ammissione delle opere d’arte in fiera, che premia sempre la “qualità” dei lavori proposti, e del ruolo che l’organizzazione debba avere in quanto a vigilanza e supervisione in simili situazioni, partendo dal fatto che “la qualità dell’immagine stessa non può prescindere dalla conoscenza dell’intento con il quale il fotografo o il fotografo artista ha compiuto la sua scelta”. Risulta pertanto chiaro che “il Comitato Scientifico di MIA ogni volta che debba indicare l’ammissione o meno di una determinata immagine”, precisa Fabio Castelli, “si chieda quale sia tale intento e ne tenga conto per esprimere il proprio giudizio in merito.”
Per ultimo è intervenuto Jacopo di Cera, fotografo professionista e diretto interessato del caso discusso. L’autore ha portato il proprio punto di vista alla discussione sottolineando come la propria ricerca artistica sia, in realtà, diversa da quella del fotografo belga e che è necessario “capire l’idea progettuale che sta alla base dei due scatti”. Quella di Jacopo di Cera “è parte integrante del progetto ‘Italian Summer’, un viaggio attraverso le coste italiane che vuole raccontare l’italianità in vacanza in maniera trasversale, indagando sui diversi approcci e sui comportamenti delle classi che si sono formate negli ultimi anni”.
Le classi sociali sono, per l’autore, concetti obsoleti in quanto viene oggi a mancare la divisione sociale che caratterizzava la società italiana fino a qualche decennio fa; questo cambiamento è dovuto alle diverse evoluzioni economico-sociali del nostro paese che risultano in un’incessante perdita di identità dei cittadini. Il punto di vista dall’alto, “quasi ‘a occhio di Dio’, mette il fotografo al di sopra di tutto, quasi a non entrare nel merito e nel singolo giudizio, rappresentando semplicemente una volontà di esplorazione e di studio”. Ecco, quindi, che “l’appartenenza a questo progetto rende la foto totalmente diversa nella sua funzionalità dandogli una sua identità, differenziandola in maniera netta da qualsiasi altra foto dello stesso soggetto, in quanto diversa nel suo scopo e nella sua sintassi, che la rendono quindi, unica.”
Il progetto Italian Summer è appena stato presentato a Venezia in occasione della 58° Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea.
La tavola rotonda ha suscitato un acceso interesse nel pubblico, testimoniato da un lungo dibattito apertosi a seguito dei vari interventi.
Negri-Clementi Studio Legale Associato è uno «studio-boutique» con sedi a Milano, Brescia, Verona e Vicenza. Lo Studio offre un servizio integrato di assistenza e consulenza nell’ambito del diritto d’impresa: diritto societario e M&A; contenzioso e arbitrati; diritto immobiliare; proprietà intellettuale e information technology; diritto penale ambientale e diritto del lavoro.
Lo studio è altresì esperto in diritto dell’arte e art advisory. In questo campo i professionisti di Negri-Clementi si occupano di questioni relative a: attività di due diligence; contratti di compravendita di opere d’arte; assistenza nella vendita e nell’acquisto in Italia e all’estero; donazioni, eredità, atti di liberalità e passaggi generazionali di singole opere d’arte o di intere collezioni; procedure di dichiarazione di interesse culturale, di acquisti coattivi, prelazione d’acquisto da parte dello Stato italiano e assistenza nell’iter procedurale davanti al MiBAC; esportazione e importazione, temporanea o definitiva di opere d’arte da e verso l’Italia; tutele giuridiche per l’autenticità di opere d’arte; attività di diritto di seguito; assistenza nell’archiviazione; costituzione di fondazioni e trust di opere d’arte; contratti di trasporto, assicurazione, deposito e noleggio; contratti di prestito per mostre ed esibizioni; sponsorizzazioni culturali e altre forme di mecenatismo; tutela del marchio e del merchandising museale; assistenza nella voluntary disclosure.
Oltre il diritto dell’arte, Negri-Clementi Studio Legale fornisce un servizio completo di assistenza e consulenza specializzato nel settore dell’arte, orientando la propria clientela nei mercati dell’arte antica, moderna e contemporanea. Il servizio di art advisory è gestito da un dipartimento interno con competenze artistiche ed economiche specifiche che si distingue per talento, assicurando un servizio di consulenza altamente qualificato. Grazie ad una pluriennale esperienza nel settore dell’arte, lo Studio vanta collaborazioni con un network di partners che si distingue per talento e professionalità, garantendo così una copertura a 360° dell’intero settore.
MIA Photo Fair, nata nel 2011 da un’idea di Fabio Castelli, è la prima e più importante fiera d’arte dedicata alla fotografia e all’immagine in movimento in Italia. MIA Photo Fair offre ai propri visitatori un percorso esaustivo sulla fotografia d’arte presentando da una parte Solo Show e dall’altra stand collettivi con un progetto curatoriale specifico.
MIA Photo Fair nasce con l’obiettivo di evidenziare il ruolo trasversale che la fotografia e l’immagine in movimento hanno assunto tra i linguaggi espressivi dell’arte e del sistema dell’arte contemporanea.
MIA Photo Fair prevede un ricco programma culturale, con eventi e conferenze dedicate al mondo dell’arte e della fotografia, che mira a supportare un collezionismo consapevole con approfondimenti e ospiti di rilievo nel panorama artistico italiano ed internazionale.
MIA Photo Fair offre ai collezionisti d’arte la possibilità di visitare una vivace e innovativa fiera dove poter ammirare sia le opere di artisti storici che di artisti emergenti, selezionati con cura dal Comitato di Selezione.
(a cura di Paolo Bongianino)
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