Pitti Uomo 2019 è in staffetta con Milano dove le nuove collezioni uomo sono programmate dal 14 al 17 giugno e la città di Firenze è un tripudio di eventi un’occasione che l’amministrazione coglie per ribadire come nel luogo dei Medici cultura e impresa formino un intreccio inscindibile. All’hotel Bernini, accanto alla Fondazione Zeffirelli, è di scena il cappello di paglia, uno dei simboli del capoluogo toscano, promosso per l’occasione dalla ditta Doria 1905. A dire il vero l’azienda, oggi con l’unico negozio a insegna Doria 1905 nel centro di Bologna, non ha natali fiorentini; il marchio Doria nasce a Maglie, in provincia di Lecce nel 1905 da un piccolo laboratorio sartoriale nel centro cittadino, specializzato nella produzione di berretti e abbigliamento, nel quale la Famiglia D’Oria, insediatasi in zona alla fine del secolo precedente, realizza con artigianalità e passione capi preziosi. Il marchio
salentino specializzato in cappelli di tessuto, che ha avuto precocemente il merito di abbattere i confini tra il maschile e il femminile nella moda, a Firenze ha presentato un ventaglio di proposte giocato all’insegna del divertimento e dell’ironia, lontano dalle fogge tradizionali del cappello un po’ rustico, un po’ romantico da signora o austero per uomo. L’ultimo nato, lo scorso gennaio è l’iconico cappello genderless che si arricchisce di concept tecnici e diventa sempre più trip-addict. La nuova avventura di Doria1905 è nel movimento legato alla praticità di una vita dai ritmi frenetici: il cappello si può arrotolare, srotolare, mettere in tasca e riaprirlo in un batti baleno.
Il gruppo, guidato dal giovane imprenditore Alessandro Gallo, a capo della Neo.Bi-Lab di Corigliano D’Otranto, nel leccese, è tornato a registrare un’importante crescita del fatturato, salito a 1,6 milioni di euro nel 2018 dagli 1/1,2 milioni del 2016-17.
Il nome della famiglia, e conseguentemente quello del marchio, deriva da Oria, città del Brindisino che tra il VII e il X secolo ospitò una sapiente comunità ebraica, tra le più illustri e prestigiose d’Europa ed è dallo stemma della città di Oria, che tuttora campeggia sulla “Porta degli ebrei”, che deriva anche l’araldico di casa D’Oria, tutt’oggi utilizzato come crest aziendale.
Ripercorrendone la storia, risaliamo al 1937 quando il figlio Sabino decide di proseguire l’avventura di famiglia, costituendo la Sabino D’Oria e Figli, una piccola azienda che si insedia in uno stabilimento alle porte della città, si dedica alla produzione di abbigliamento da bambini e si specializza nella berretteria, produzione tipica della zona che vede Maglie come fulcro del migliore distretto del settore in Italia. E’ all’inizio degli anni ’60 che la Famiglia D’Oria decide di investire in un nuovo stabilimento su 3 livelli, tuttora sede dell’Azienda, con manodopera tutta femminile e circa 120 impiegati, facendo il grande salto e diversificando le sue produzioni specializzandosi, oltre che nell’abbigliamento da bambino, anche in forniture militari, con particolare attenzione ai copricapo che rimangono il fulcro intorno al quale ruota tutta la lavorazione.
Rilevata alla fine degli anni ’90 dalla Famiglia Gallo di Asti, diventa in seguito “neo.B-Lab S.p.A.” distinguendosi sin dagli esordi per il suo impegno nella produzione artigianale di alta gamma, con una continua attenzione alla cura dei dettagli, stili e tendenze che ben presto ha portato ad arricchire la serie di prodotti.
Oggi l’Azienda vanta uno staff giovane e completamente rinnovato, composto da una divisione commerciale, una sezione Stile, 60 operai specializzati e un LAB interamente dedicato alla prototipia per il marchio DORIA e per i clienti esterni.
Alla fine del 2012 Neo.B-Lab decide dunque di dare il via a un progetto di restyling e di rilancio del marchio DORIA, ribattezzato DORIA 1905 in onore alla sua prestigiosa storia, il cui principio fondante è nella fusione tra la ricerca sullo studio degli archivi e sulle lavorazioni sartoriali, frutto di tradizione e storia, e la conoscenza delle più innovative tecniche di produzione.
Per il prossimo futuro c’è l’idea dell’espansione della rete retail, ma “occorre avere una massa critica di un certo livello e una forte brand awareness per aprire un negozio e riuscire a recuperare l’investimento”, ha specificato Gallo. Oggi la distribuzione del marchio è essenzialmente wholesale, tra le 200 e le 300 vetrine nel mondo; in Italia, tra l’altro, ci sono corner in tutti i punti vendita Rinascente, a Milano, Roma, Torino e Firenze.
A cura di Ilaria Guidantoni.