![Michel Lowy](https://bebeez.it/files/2019/08/Schermata-2019-08-05-alle-17.23.26.png)
Il gruppo bancario di Hong Kong SC Lowy un anno e mezzo fa non ha certo comprato una piccola banca italiana per continuare a fare solo credito alle aziende locali. Lo ha detto a BeBeez Michel Lowy, l’ex investment banker belga che, insieme a Soo Cheon Lee, suo collega per 15 anni in Deutsche Bank e Cargill, ha fondato il gruppo che nell’aprile 2018 ha comprato il controllo di Credito di Romagna (si veda altro articolo di BeBeez). Michel Lowy nei giorni scorsi era in visita al quartier generale della banca a Bologna.
Lowy ha spiegato: “Quella è un’attività che continueremo comunque a fare, perché la banca ha una storia e una buona base di clientela, che è un patrimonio che non vogliamo perdere. Detto questo, l’obiettivo è crescere in tutta Italia nel credito al settore real estate, al settore shipping e alle imprese di medie dimensioni, anche e soprattutto quando si tratta di intervenire in situazioni complicate, spesso di ristrutturazione finanziaria”.
La banca romagnola, presente sul territorio con 10 filiali, 25mila clienti e 6mila aziende, nel frattempo lo scorso aprile ha cambiato nome in Solution, e, mentre continuerà a fare la banca commerciale sul territorio al servizio delle imprese e delle famiglie, in parallelo sta ampliando l’attività al mercato dei prestiti sindacati e asset illiquidi, con particolare attenzione ai crediti sub-performing. Sulla falsariga di un’operazione analoga già condotta in Sud Corea nel 2013 da SC Lowy con l’acquisizione di Choeun Savings Bank.
“L’Italia già oggi pesa per un buon 40% sul bilancio di SC Lowy“, ha sottolineato Lowy, che ha aggiunto: “Volevamo espanderci in Europa e quella di acquistare il Credito di Romagna ci è parsa un’interessantissima opportunità da cogliere, sia per la qualità del management team che era alla guida della banca sia per le caratteristiche del mercato italiano nel segmento Utp, che è particolarmente illiquido e dove è difficile entrare se non si hanno la giusta preparazione e il giusto team. Ma proprio per questo ci sono grandi occasioni da cogliere”. In ogni caso, l’obiettivo restano gli Utp single-name o comunque piccoli portafogli Utp composti da poche grandi posizioni”, perché, ha tenuto a precisare Lowy, “gestire un portafoglio di Utp corporate è molto più laborioso che gestirne uno di Npl e ogni situazione richiede un approccio specifico. Per questo motivo abbiamo una visione settoriale e ci concentriamo su aziende di una certa dimensione”.
E SC Lowy ha tutti i mezzi per farlo. Fondato nel 2009, il gruppo oggi impiega 250 persone, ha un miliardo di dollari di asset in gestione e un altro miliardo di dollari è l’attivo delle due banche locali controllate (si veda qui la presentazione). A oggi SC Lowy fa capo per l’80% al management team, dopo che lo scorso anno sono entrati nel capitale con un 20% un gruppo di investitori guidato da Investec, Universal Partners e Fine Partners, ai quali si sono affiancati alcuni family office e alcuni dei maggiori investitori europei del settore real estate (si veda qui il comunicato stampa).
SC Lowy, insomma, è ben lanciata sull’Italia e Michel Lowy ha concluso: “Abbiamo fondi dedicati al credito e ora abbiamo anche la banca, così possiamo decidere, a seconda delle opportunità che ci si presentano, con quale strumento è meglio intervenire”, ha detto Lowy, che nell’ultimo anno e mezzo di operazioni nel nostro paese ne ha già fatte parecchie. “Abbiamo chiuso una cinquantina di operazioni, di cui la maggior parte sul real estate”, ha detto Lowy. Ma non tutte sono pubbliche.
L’ultima annunciata riguarda il risanamento del debito da 20 milioni di euro di Acaya, società controllata da Aligros della famiglia Montinari e proprietaria del complesso immobiliare turistico-alberghiero Acaya Golf Resort & spa in Salento. SC Lowy, dopo aveva acquisito da Mps, Mps Capital Services e Bnl Bnp Paribas il credito nei confronti di Acaya, ha siglato con l’azienda un accordo per supportarne il piano di rilancio che prevede la cessione del resort a terzi, in modo da consentire ad Acaya di ripianare interamente il suo debito e al contempo intraprendere nuove operazioni di sviluppo immobiliare nell’ottica della continuità aziendale (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre nel 2018, ma in agosto, insieme a Taconic Capital, SC Lowy ha poi comprato da Banca Mps un portafoglio da 160 milioni di dollari relativo crediti unlikely-to-pay del settore shipping, in particolare relativi a navi rinfusiere e cisterna e a una nave appoggio offshore (si veda altro articolo di BeBeez). Si tratterebbe di esposizioni che riguardano le società Finaval, Four Jolly (joint venture fra Premuda e il Gruppo Messina), Perseveranza di Navigazione, Fertilia e Liberty di Navigazione.
Mentre a dicembre 2018 SC Lowy aveva comprato dalle banche un pacchetto di crediti verso Gruppo Fratelli d’Amato, primario operatore nel settore shipping, in difficoltà da anni. Nel dettaglio, il gruppo armatoriale aveva ceduto parte della flotta navale a un importante armatore internazionale e venduto alcuni immobili. Sia le navi sia gli immobili erano stati posti originariamente a garanzia di un pacchetto di crediti che in concomitanca con la cessione dei navi e immobili è stato ceduto da Intesa Sanpaolo, MedioCredito Italiano e UniCredit a un veicolo di cartolarizzazione di SC Lowy (si veda altro articolo di BeBeez).
Molto prima, nel 2016, SC Lowy aveva già fatto un’incursione sul mercato italiano, comprando da Bnl e da Natixis, rispettivamente, 57 e 39 milioni di euro di crediti in sofferenza nei confronti di Lucchini spa, che erano stati ammessi al passivo della procedura, dopo che nel 2013 il Tribunale di Livorno aveva dichiarato insolvente il gruppo dell’acciaio.