Il salvataggio del gruppo italiano di costruzioni quotato in Borsa Astaldi dovrebbe avvenire “più o meno per la fine dell’anno. Per quel periodo dovremmo avere una idea di cosa fare. Poi andiamo avanti insieme”. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato di Salini Impregilo, Pietro Salini, il 5 settembre scorso, a margine dell’Italian Equity Week in Borsa Italiana.
Salini Impregilo ha convocato l’assemblea degli azionisti il prossimo 4 ottobre (si veda qui il comunicato stampa), in cui dovrà essere approvato il rafforzamento e le modifiche al suo statuto funzionali al Progetto Italia, ossia dell’operazione di consolidamento del settore nazionale delle grandi opere e delle costruzioni in difficoltà, che vedrà come anchor investor Cassa Depositi e Prestiti. Progetto Italia è stato approvato ufficialmente nella notte fra l’1 e il 2 agosto scorso (si veda altro articolo di BeBeez). In una lettera aperta ai dipendenti di Salini-Impregilio, Pietro Salini ha scritto: “Progetto Italia parte da un progetto industriale che ha l’ambizione di creare un gruppo internazionale ancora più grande, in grado di competere con i principali player del settore, capace di presentarsi sul mercato entro il 2021 con un fatturato di 14 miliardi, un portafoglio di 62 miliardi“.
L’idea è dotare Salini-Impregilo delle risorse finanziarie necessarie per condurre il salvataggio e il rilancio delle principali aziende del settore, a partire dal gruppo Astaldi (si veda altro articolo di BeBeez). A questo fine, Salini-Impregilo ha già depositato un’offerta per la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato in Astaldi da 225 milioni, ma appunto nel frattempo stava negoziando a sua volta con gli investitori e le banche per dotarsi della necessaria potenza di fuoco. Riguardo Astaldi, Salini ha rassicurato: “Siamo pronti a fare tutto quello che serve sia per fare l’aumento di capitale che per servire l’offerta di Astaldi. Anche per salvaguardare i valori che sono in gioco e le persone”. In Progetto Italia è previsto che Salini Impregilo rivesta un ruolo centrale, anche se sta “coinvolgendo tutti”. In particolare, i rumor parlano Pizzarotti e Rizzani de Eccher, mentre fra le potenziali acquisizioni figurano Grandi Lavori Fincosit e Condotte.
Salini Impregilo è uno dei maggiori global player nel settore delle costruzioni di grandi infrastrutture complesse, quotato alla Borsa di Milano. È tra i leader globali del settore idrico (dighe e impianti di gestione delle acque) e dei trasporti, impegnato nei principali sistemi di mobilità sostenibile (metropolitane e ferrovie). Ha realizzato alcuni dei progetti infrastrutturali più iconici al mondo per ponti, strade e autostrade, edifici civili e industriali, aeroporti. Il gruppo ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi per 2,7 miliardi di euro (dai 2,61 miliardi del primo semestre 2018), con un ebitda rettificato di 238,6 milioni (da 215,9 milioni) e con un debito finanziario netto di 1,1 miliardi (dagli 1,19 miliardi del 30 giugno 2018 , ma in aumento di 162 milioni da fine dicembre). Il tutto con un portafoglio ordini totale da 35,7 miliardi e nuovi ordini acquisiti e in corso di finalizzazione da inizio anno per circa 6,1 miliardi (si veda qui il comunicato stampa).
Il Gruppo Astaldi è uno dei principali contractor in Italia e tra i primi 25 a livello europeo nel settore delle costruzioni, in cui opera anche come promotore di iniziative in project financing. Attivo da 90 anni a livello internazionale, opera nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture pubbliche e grandi opere di ingegneria civile, prevalentemente nei comparti delle infrastrutture di trasporto, degli impianti di produzione energetica, dell’edilizia civile e industriale, del facility management, impiantistica e gestione di sistemi complessi. Opera in Italia, Europa e Turchia, Africa (Algeria), America del Nord (Canada, USA), America Latina e Far East (Indonesia, India). A fine 2018 l’indebitamento netto di Astaldi era salito a 2,05 miliardi di euro, contro gli 1,86 miliardi di fine settembre a causa delle escussioni di garanzie subite dal gruppo. Il debito comprende il prestito ponte di Fortress Investment da 75 milioni erogato nel febbraio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).