Sale a 10 miliardi di euro la dimensione del portafoglio di crediti deteriorati che Montepaschi potrebbe cedere ad AMCO (ex SGA). Lo ha rivelato ieri Reuters, precisando che il Ministero del Tesoro sta discutendo della cosa con la Commissione europea in vista della cessione della banca, che il Tesoro controlla al 68% dal 2017, a valle dell’operazione di salvataggio dell’istituto. Il Tesoro deve infatti comunicare a Bruxelles entro dicembre (anche se non è esclusa una proroga) come intende procedere per la dismissione della sua quota nel capitale della banca.
Dieci miliardi di euro di crediti deteriorati rappresentano circa i due terzi del totale sui libri di Mps. A fine giugno 2019 i crediti deteriorati lordi erano 15,9 miliardi di euro, per un NPE ratio lordo del 16,30% e un NPL ratio lordo dell’8,51% (gli abbonati a BeBeez News Premium possono leggere qui l’Insight View di BeBeez per un focus sui crediti deteriorati nei bilanci delle prime sette banche italiane). Perché Mps possa essere un target interessante per un’altra banca, però, l’NPE ratio lordo dovrebbe scendere in maniera significativa, auspicabilmente al 5%, da qui l’idea della mega-cessione di deteriorati.
Sino a ieri si parlava di un’operazione allo studio con AMCO su un portafoglio da “soli” 7 miliardi di UTP (si veda altro articolo di BeBeez). Proprio in vista di quella operazione, lo scorso giugno l’Antitrust Ue aveva imposto a Mps la nomina di un advisor per la vendita e si faceva il nome di Oliver Wyman, lo stesso consulente che aveva supportato la DG Comp della Commissione Ue negli oltre sei mesi di negoziazione tra Mps e la Commissione per approvare il piano di ristrutturazione del gruppo bancario, fondato sull’aumento di capitale precauzionale da 5,4 miliardi di euro a carico del Tesoro Italiano, mentre Montepaschi era stata assistita da Mediobanca. La nomina di un advisor terzo è stata imposta dalla Ue perché le due controparti hanno entrambe il Ministero dell’Economia e delle Finanze come azionista di riferimento, quindi un advisor per il deal servirà a garantire che l’operazione venga condotta a valore di mercato, per evitare distorsioni competitive; che il rischio venga effettivamente trasferito da Mps ad AMCO e che AMCO si finanzi autonomamente, senza quindi godere di alcun vendor loan. L’operazione potrebbe essere strutturata con la vendita del portafoglio di NPE a una newco che poi potrebbe essere fusa con AMCO.