Il Gruppo Bonterre – Grandi Salumifici Italiani, O.P.A.S., Casillo Partecipazioni e Intesa Sanpaolo hanno annunciato nella tarda serata di ieri di aver recapitato agli azionisti di Ferrarini spa e Vismara spa, e per conoscenza ai commissari giudiziali di entrambe le società, una proposta di acquisto per le due società in difficoltà (si veda qui il comunicato stampa). L’obiettivo dell’iniziativa, che riguarda le due società del Gruppo Ferrarini, entrambe in concordato preventivo, è preservare le due società, assicurarne la continuità aziendale e il rilancio.
La cordata, si legge nel comunicato, “una volta verificato in tempi brevissimi l’esito positivo delle necessarie due diligence che partirebbero immediatamente dopo la risposta positiva di Ferrarini e Vismara, intende realizzare un piano industriale di continuità unitario e volto a risanare le due aziende nelle more delle procedure concordatarie. Tale piano si potrà realizzare attraverso un intervento urgente che metta in sicurezza sia Ferrarini che Vismara, partendo dall’affitto-ponte dei rispettivi rami d’azienda da parte di veicoli societari appositamente costituiti, partecipati e gestiti dai partner industriali. Tale intervento-ponte dovrà essere deciso e realizzato rapidamente; per questo motivo è stato chiesto a Ferrarini e a Vismara di comunicare l’accettazione della manifestazione d’interesse prima dell’udienza di revoca del concordato preventivo di Vismara, attualmente fissata per il 6 novembre 2019, al fine di evitare le pesanti conseguenze che ne potrebbero derivare dal punto di vista occupazionale, industriale e finanziario”.
Ferrarini e Vismara avevano infatti depositato al Tribunale di Reggio Emilia nel luglio 2018 a richiesta di ammissione alla procedura di concordato in bianco (si veda altro articolo di BeBeez). Solo poche settimane prima Ferrarini aveva fatto saltare unilateralmente le trattative esclusive che aveva aperto con Italmobiliare e QuattroR. Allora si erano diffuse voci circa una trattativa parallela con un investitore industriale, che molti avevano individuato in Amadori, ma il big del pollo aveva seccamente smentito (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso febbraio il gruppo Pini, leader della bresaola valtellinese e primo operatore italiano nel campo della macellazione dei suini, aveva annunciato l’accordo per rilevare la maggioranza di Ferrarini, mettendo anche sul tavolo 10 milioni di euro per ricapitalizzare le società, divenendo l’azionista di maggioranza con l’80% del capitale. e annunciando che Ferrarini avrebbe fatto richiesta al Tribunale per un concordato con continuità aziendale diretta (si veda altro articolo di BeBeez). Intanto Amadori sempre a febbraio si era fatto avanti per acquisire Vismara.
Lo scorso 19 settembre, però, si saputo che il tribunale di Reggio ha rinviato di diversi mesi le adunanze dei creditori di Ferrarini e Vismara. L’assemblea dei creditori Vismara, inizialmente prevista per il 22 ottobre, è slittata al 22 gennaio 2020, mentre quella di Ferrarini è stata spostata addirittura al prossimo 28 febbraio. Nel primo caso il rinvio è arrivato a valle di una lettera inviata da Amadori, con la quale il gruppo si sfilava dalla trattativa, perché, dice, l’offerta è scaduta lo scorso 30 luglio e Vismara non ha mai risposto (si veda qui Il Resto del Carlino). Ma poi le cose sono ulteriormente precipitate perché il tribunale di Reggio Emilia ha convocato con proprio decreto il prossimo 6 novembre l’udienza per la revoca della procedura di concordato preventivo di Vismara. Nel caso di Ferrarini il rinvio dell’adunanza dei creditori era stato chiesto invece dalle banche creditrici e il tribunale reggiano l’ha concesso anche per valutare attentamente l’offerta da parte della valtellinese Pini e ancora in fase di analisi.
A proposito di banche, Intesa Sanpaolo era già scesa in campo pesantemente a tutela del suo credito. Lo scorso luglio ha chiesto al tribunale di Reggio la revoca, a suo favore, di una serie di donazioni, effettuate circa un anno prima da Maria Licia, Lia, Lisa e Lucio Ferrarini nei confronti di Matteo, Marco e Maria Carlotta Bocchialini, figli di Maria Licia e quindi nipoti degli altri fratelli. La richiesta dell’istituto di credito è relativa a una lunga serie di terreni e fabbricati che sono finiti ai nipoti a Quattro Castella, Vezzano, Viano, Toano, Albinea e Reggio Emilia. Intesa Sanpaolo in precedenza aveva già pignorato beni ai fratelli Ferrarini per 32 milioni di euro, per tutelare il proprio credito che ammonta nel complesso a circa 80 milioni (si veda qui Reggio Sera).
Il gruppo Ferrarini era entrato in tensione finanziaria per colpa di un incremento dell’indebitamento dovuto a finanziamenti che Veneto Banca aveva erogato a Ferrarini affinché acquistasse azioni della banca stessa. Il debito in questione ammontava a fine luglio 2018 a circa 250 milioni di euro, dei quali 112 milioni milioni in capo alla società operativa e il resto a carico di società agricole e holding varie. Nonostante Ferrarini avesse visto i ricavi fare un vero e proprio salto nel 2017 a 335 milioni con un ebitda che era salito a 29,5 milioni, quindi, il peso del debito risultava ancora eccessivo. Il debito include 35,5 milioni di euro di minibond quotati all’ExtraMot Pro. Nel dettaglio, si tratta di un bond da 5,5 milioni a scadenza dicembre 2020 con cedola 5,625%, emesso nel dicembre 2016 e sottoscritto dal fondo di minibond di Duemme sgr (gruppo Mediobanca), e di un bond da 30 milioni a scadenza aprile 2020 e cedola 6,375%, emesso nell’aprile 2015.
Il Gruppo Bonterre – Grandi Salumifici Italiani è uno dei soggetti di riferimento del mercato italiano di salumi di qualità, formaggio Parmigiano-Reggiano, snack e di piatti pronti. O.P.A.S. è la più grande organizzazione di prodotto tra allevatori di suini in Italia. Infine Casillo Partecipazioni è una società a capo di un gruppo attivo nella produzione, trasformazione, commercializzazione e trading di commodities agricole e prodotti derivati.