Alternative Capital Partners (ACP) sgr, il primo gestore di investimenti alternativi illiquidi tematici che applica i criteri cosiddetti ESG (acronimo per environmental, social and governance) nel processo di costruzione del suo portafoglio di private asset, ha lanciato il suo primo fondo dedicato agli investimenti in energia da fonti rinnovabili, efficientamento energetico e produzione di biocarburanti. Il fondo è attualmente al vaglio degli analisti della Banca Europea per gli Investimenti, che potrebbero decidere di investire sino a un massimo di 30 milioni di euro su un target complessivo di raccolta di 150 milioni, diventando di fatto l’anchor investor del fondo. Lo si legge nella sezione dedicata ai fondi in due diligence del sito della Bei. Secondo quanto risulta a BeBeez, il fondo è principalmente di private debt, con focus sul project finance, ma potrà investire anche in cartolarizzazioni e sino a un 20% nel capitale di rischio delle aziende finanziate. Il primo closing è atteso per la prossima primavera.
Il settore pare particolarmente promettente in Italia al momento, se si considera che, secondo le stime del Piano Nazionale per l’Energia e il Clima, elaborato a dicembre 2018 dal Ministero dello Sviluppo Economico, solo in Italia entro il 2030 sono attesi oltre mille miliardi di euro in investimenti a supporto della transizione energetica legata alla decarbonizzazione delle fonti produttive e dei modelli di consumo, sulla base degli Accordi di Parigi del 2015 siglati da 194 nazioni. Di quei mille miliardi di investimenti previsti in Italia, oltre 400 miliardi sono in nuove infrastrutture su progetti di efficienza energetica, rinnovabili ed economia circolare.
Nello specifico, l’efficienza energetica è il primo pilastro con oltre 300 miliardi di investimenti attesi con l’obiettivo di ridurre i consumi e le emissioni tramite nuovi impianti e/o miglioramenti di performance su impianti esistenti, intervenendo su infrastrutture pubbliche (es. sistemi di illuminazione), sui processi produttivi delle PMI (es. sistemi efficienti di co-generazione per calore/elettricità) e su patrimonio immobiliare (es. sistemi di riscaldamento/raffreddamento). Sono poi attesi più di 80 miliardi di altri investimenti relativi allo sviluppo esteso di soluzioni per la produzione, accumulo e ricarica di energia da fonti rinnovabili in modalità “distribuita” (es. piccoli impianti fotovoltaici a tetto per auto-consumo e ricarica veicoli elettrici) per ridurre i costi delle bollette energetiche degli utenti e diffondere la mobilità sostenibile. Inoltre, ingenti investimenti riguarderanno anche lo sviluppo di infrastrutture “utility scale” (es. impianti multi-MW eolici o fotovoltaici) per produrre energia secondo logiche di mercato senza incentivi di Stato grazie alle rilevanti risorse naturali di sole e vento disponibili nel centro-sud Italia. Infine, si aspettano altri 20 miliardi di euro nello sviluppo dell’ ‘economia circolare’ in ottica energetica, con l’obiettivo di incentivare la produzione di biocarburanti per trasporti (es. impianti di Biometano) a basso impatto ambientale riutilizzando rifiuti, scarti o sottoprodotti provenienti dalle filiere integrate agricole, idriche e ambientali.
Sul fronte finanziario, si assisterà quindi a una forte crescita di emissioni di green bond ed è ragionevole immaginare che questo sia uno scenario favorevole alla nascita di fondi tematici di private equity, private debt e infrastrutture, che focalizzandosi principalmente su progetti greenfield di piccola e media taglia, si porranno come opzione alternativa o complementare all’accesso di capitali dal tradizionale canale bancario.
Tornando ad ACP sgr, lo scorso settembre aveva lanciato l’Infrastructure Real Estate Recovery Fund, primo fondo che investe con approccio ESG in format immobiliari innovativi (si veda altro articolo di BeBeez), con focus su immobili anche di origine problematica, con destinazione d’uso prevalentemente direzionale, ricettiva e residenziale, suscettibili di essere riconvertiti attraverso interventi di light capex di rigenerazione urbana in infrastrutture immobiliari sociali e/o già valorizzati in tale chiave, attraverso format innovativi di gestione anche misti quali lo smart/coworking, lo student housing, l’hostelling ed il co-living/shared housing. Secondo quanto risulta a BeBeez, il fondo ha un target di 250 milioni di euro e dovrebbe annunciare un primo closing tra i 50 e i 100 milioni a inizio 2020. Già oggi il fondo ha una pipeline di immobili prenotati per circa 70 milioni di euro di valore.
L’sgr è stata fondata da Emanuele Ottina (presidente esecutivo e responsabile della divisione private equity real estate) ed Evarist Granata (amministratore delegato e responsabile della divisione private capital). Ottina ha 26 anni di esperienza nel private equity real estate, private equity, investment banking e corporate Finance e ha partecipato alla fase di startup/rilancio di quattro sgr. Ha lavorato per Prelios sgr, Polis Fondi, JP Morgan e Deloitte. Granata ha 19 anni di esperienza negli investimenti nei settori energia, infrastrutture, ambiente e consulenza strategica.
Nel capitale dell’sgr accanto a Ottina e Granata che possiedono insieme i 60%, ci sono vari soci industriali di primario standing, sinergici al progetto e alle asset classes target di investimento dei fondi in pipeline. Tra questi figurano le famiglie Cardano/Di Vincenzo, Ielo, Ginena, Griffo, Cabassie Ferragamo, che possono vantare storie di successo nei settori infrastrutture, energia e immobiliare.