Unicredit ha chiuso il 2019 con esposizioni deteriorate lorde non core a quota 8,6 miliardi di euro, meglio della guidance (9 miliardi) e più che dimezzate rispetto al target di 19,2 miliardi di euro del piano industriale Transfer 2019. Lo ha reso noto ieri la banca (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
Che i crediti deteriorati lordi non core sarebbero scesi sotto i 9 miliardi di euro a fine 2019 lo aveva giù annunciato lo scorso dicembre a Londra il ceo di Unicredit Jean Paul Mustier, illustrando gli obiettivi del nuovo piano strategico triennale 2020-2023, battezzato Team 23 (si veda altro articolo di BeBeez).
I crediti deteriorati non core erano scesi a fine settembre a 11,2 miliardi, di cui 6,4 miliardi di sofferenze e 4,8 miliardi di Utp e a dicembre a Londra Unicredit aveva appunto previsto che a fine anno l’ammontare delle esposizioni deteriorate lorde non core sarebbe stato inferiore a 9 miliardi e che sarebbe sceso sotto i 5 miliardi a fine 2020 (il che significa che quest’anno la banca metterà sul mercato portafogli di crediti deteriorati per un totale di circa 4 miliardi) mentre il completo rundown del portafoglio non core è stato confermato entro fine 2021.
A livello di gruppo, le esposizioni deteriorate lorde sono diminuite a 25,3 miliardi di euro a fine dicembre 2019 con un miglioramento dell’Npe lordo al 5%, mentre le esposizioni deteriorate nette di gruppo sono sese 8,8 miliardi ed equivalgono a un rapporto tra crediti deteriorati netti e totale crediti netti dell’1,8%.
Le cessioni di esposizioni deteriorate lorde di gruppo hanno raggiunto 1,5 miliardi nel quarto trimestre, di cui 900 milioni riferiti alla non core e 9,4 miliardi in tutto il 2019, di cui 6,2 miliardi riferiti alla non core.