Bancarotta fraudolenta per distrazione e violazione della legge fallimentare. Sono le ipotesi di reato della Procura di Bologna a carico dei fratelli Maccaferri, cui fa capo il Gruppo Maccaferri.
Secondo le ricostruzioni dei magistrati, i fratelli Maccaferri hanno costituito nel 2017 la Sei spa (controllata dai medesimi soci di Seci) al fine di spostare e quindi ridurre i patrimoni di quest’ultima, di cui la Procura nel febbraio scorso aveva chiesto il fallimento (si veda altro articolo di BeBeez). I patrimoni, pari a 57,6 milioni di euro, sono stati sequestrati, riferisce la Repubblica Bologna. Secondo la Guardia di Finanza, i 57,6 milioni rapresentano “il netto patrimoniale dell’attività oggetto di scissione, quale differenza tra il valore contabile di bilancio degli immobili e della partecipazione (80.932.043 euro) conferiti alla beneficiaria e i debiti alla stessa trasferiti (23.292.411 euro)”.
Nel registro degli indagati sono stati iscritti tutti i vertici della holding Seci (Società esercizi commerciali e industriali): Gaetano Maccaferri, presidente del Cda; Alessandro Maccaferri, vice presidente; Antonio Maccaferri, consigliere; Piero Tamburini, ex consigliere delegato. L’accusa pende anche su Massimo Maccaferri, Angela Boni, Raffaella Boni, Guglielmo Bozzi Boni, soci di Seci e Sei. Le indagini della Guardia di Finanza inoltre hanno appurato che il Gruppo Maccaferri era in tensione finanziaria dal 2014. Da allora, l’equilibrio finanziario è stato raggiunto solo mediante la dismissione di consistenti asset, che hanno generato plusvalenze tali da coprire le perdite di esercizio.
Ricordiamo che Officine Maccaferri ha depositato nel maggio scorso presso il Tribunale di Bologna la richiesta di concordato preventivo con riserva, dopo aver sottoscritto un accordo quadro di ristrutturazione con gli investitori riuniti sotto la sigla Ad Hoc Group (AHG), cioé il gruppo di obbligazionisti che detiene il 54% del bond da 190 milioni di euro a cedola 5,75% e scadenza 2021, composto da Carlyle e dai suoi coinvestitori (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta di AHG su Officine Maccaferri è parte di una più ampia offerta relativa all’intero gruppo Maccaferri e che prevede un finanziamento ponte da 10 milioni per la controllata Seci e fino a 12,5 milioni per la controllata Samp (con ulteriori 12,5 milioni tramite il supporto di un ulteriore partner finanziario, che nella bozza di accordo del 2 marzo scorso era Muzinich). All’approvazione del piano di ristrutturazione di ciascuna società, il relativo finanziamento ponte sarà sostituito da un ulteriore finanziamento di 4 anni fornito dai membri dell’AHG, già sottoscrittori del finanziamento ponte. A valle della conclusione dell’intero processo di ristrutturazione del debito, la compagine azionaria di Samp potrà essere soggetta a un sostanziale cambiamento di controllo fino a una diluizione del 90% degli azionisti esistenti (la famiglia Maccaferri).
Nel giugno scorso la cinese Tica ha rilevato per circa 840 mila euro dal Gruppo Industriale Maccaferri il ramo operativo di impresa di Sebigas srl, azienda attiva nella progettazione, costruzione e manutenzione di impianti biogas (si veda altro articolo di BeBeez). Tica nel settembre 2019 aveva acquisito anche Exergy, leader nella progettazione e realizzazione di impianti a ciclo rankine a fluido organico di ultima generazione (si veda altro articolo di BeBeez). Exergy era stata messa all’asta dal tribunale a fine agosto 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), a seguito dall’ammissione al concordato preventivo a inizio giugno 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio luglio 2020 LT Rinnovabili, operatore industriale integrato nell’installazione e gestione di impianti da energie rinnovabili, ha acquistato la concorrente Enerray a seguito della procedura di concordato della controllante Gruppo Maccaferri e della stessa Enerray (si veda altro articolo di BeBeez).