E’ uscito il 30 ottobre il nuovo album Dreams del pianista Manuel Magrini. Pubblicato dalla Encore Music e prodotto da Roberto Lioli e Vittorio Bartoli presso il LoaDistrict di Roma. Dreams è un lavoro che svela in maniera quasi caleidoscopica la pulsante vena creativa del giovane pianista assisiate, con il contributo di Francesco Ponticelli al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria, di grande eleganza e rigore, dove la nota emozionale è ben calibrata, avvolgente ma non ammiccante. Presentato in anteprima lo scorso anno sul palco del Ronnie Scott’s Jazz Club di Londra, il lavoro si snoda su due temi preminenti che tracciano il fil rouge tra le nove tracce che compongono l’opera: il viaggio e, appunto, il sogno, annunciato fin dal sogno. I due temi si intrecciano e suonano come una visione del mondo, della vita. Prosegue dunque sul limite dell’ineffabile e dell’immaginifico il percorso artistico e concettuale del pianista Manuel Magrini, giunto alla sua seconda fatica discografica a distanza di quattro anni dal suo disco di esordio in piano solo, Unexpected, uscito nel 2016. L’incipit è con l’evocativo Rain in Oslo svela alcuni tratti distintivi dello stile di Magrini, quali le componenti poliritmiche e i frequenti ostinati, ricorrenti poi nell’eclettica e composita Time Flow.
Il nostro viaggio – scandito da tappe lunghe – inizia con Rain in Oslo brano dalle note nette come pioggia battente, una grande pulizia del suono e un’onda struggente come una carezza che solo la pioggia sa regalare. C’è una nota impressionista che si colora di emozione. Elegante, essenziale. In Al di là dei sogni – che già figura nel precedente album, qui rivisitato -il volo, il desiderio non è mai senza malinconia e il pianoforte scandisce e incide quella strada seminata di fruscii, che sono aneliti, lamenti e struggimenti; quasi un dialogo tra la fuga nel sogno e la voglia di realizzarlo. Hope ha un tema lineare, con un ritmo a spirale, un rincorrersi in crescendo dei temi, come volute fino all’assolo finale della batteria; un ritmo jazz intenso e coinvolgente, che ci trascina come la speranza. Manhattan dream ci porta in un altrove ben circostanziato con una passeggiata che ricorda I ritmi del jazz newyorkese, un Sali e scendi, che sembra avventurarsi in luoghi diversi, un brano più classic; Après un rêve è un’intima e delicata rivisitazione della celebre romanza di Gabriel Fauré, contenuta nelle Trois Mélodies op. 7, con un pianoforte protagonista. Time Flow composizione di grande modernità che mostra tutta la versatilità del pianoforte; mentre Abu Dhabi Dream ci mostra un dialogo armonico tra contrabbasso e pianoforte. Fuori dal choro, brano vincitore del Premio Luttazzi 2017, reca con sé peculiarità tipiche dello choro brasiliano in un frenetico oscillare di tempi pari e dispari, un ritmo sincopato che evoca una dimensione di danza primigenia; conclude l’album A Little Lullaby, già presente in Unexpected, chiude anche idealmente, distendendo il suono in un racconto, tirando le fila in un brano morbido, pacato, appena nostalgico come la fine di un viaggio e il risveglio dal sogno, lasciando quella sospensione finale che non appare come una conclusione definitiva ma solo una pausa per proseguire.
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Manuel Magrini, uno dei più giovani e promettenti talenti del jazz italiano, già protagonista di molti Festival illustri della scena musicale italiana, ha suonato con grandi nomi del jazz tra cui Ares Tavolazzi, Ellade Bandini, Gabriele Mirabassi, Fabio Zeppetella, Maurizio Giammarco, Achille Succi, Massimo Manzi, Paolo Damiani, Enrico Intra, Rosario Giuliani, Enrico Rava, John Arnold e Johnathan Kreisberg. “Unexpected” è un album in piano solo dal carattere strettamente autobiografico: “parla della mia storia, piena di eventi e incontri che non avrei mai immaginato di fare e che mi fanno sentire parte di un bellissimo disegno”. Diplomato al Conservatorio F. Morlacchi” di Perugia, Manuel si interessa presto alla musica jazz e inizia a studiarla ed approfondirla seguito dal maestro Ramberto Ciammarughi, collaborando con moltissime formazioni e tenendo concerti sia in Italia che all’estero. Al Fara Music Festival vince il premio come miglior solista e come miglior gruppo con il suo Manuel Magrini Trio, mentre in ambito pop vince il concorso Rai Demo 2010 condotto da Michel Pergolani e Renato Marengo, come strumentista e coarrangiatore nel gruppo di Tom Bangura.Dal 2014 fa parte dell’Orchestra Nazionale dei Giovani Talenti del Jazz organizzata dal Teatro Puccini di Firenze, Siena Jazz e Music Pool, costituita dai migliori studenti del dipartimento di jazz di tutti i Conservatori d’Italia con la quale ha già suonato in importanti palchi come il teatro Piccolo Strehler di Milano e l’Obi Hall di Firenze; nello stesso anno Manuel vince una borsa di studio al Fara Music Festival per studiare al Collective School of Music a New York. A giugno 2017 si è aggiudicato il prestigioso Premio Lelio Luttazzi come migliore giovane pianista jazz italiano.
a cura di Ilaria Guidantoni