La società pugliese di ingegneria biomedicale Alpha Pharma Service cresce a livelli esponenziali e studia per lo sbarco Piazza Affari tra un paio d’anni.
Lo ha detto a BeBeez l’amministratore delegato Michele Cassese, snocciolando i numeri del 2020, che, sebbene ancora preliminari, rivelano una crescita dei ricavi a 15,6 milioni di euro dai 3,2 milioni del 2019, con una marginalità del 29%, un utile netto di 2,4 milioni e un debito finanziario netto rappresentato soltanto dal minibond a 3 milioni di euro, con scadenza dicembre 2025 e cedola 5,4%, emesso lo scorso dicembre 2020 e sottoscritto per intero da HI CrescItalia Pmi Fund, gestito da Hedge Invest sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Alpha Pharma Service è stata assistita nell’operazione in qualità di arranger e advisor da A.M.U. Investments sim, che affianca tuttora la società nei suoi progetti di crescita, e in qualità di co-advisor da Promos Corporate Consulting, società del Gruppo Banca Promos.
E non basta, perché nel 2021 il patrimonio della società salirà, perché, ha detto ancora Cassese, “entro fine marzo chiuderemo l’acquisto di due immobili, di cui uno è quello in cui avrà sede la società e l’altro quello in cui verrà collocato il nuovo opificio, in cui la società inizierà a produrre direttamente alcuni nuovi prodotti. Il tutto per un investimento totale di circa 1,7-1,8 milioni di euro, tra acquisto e ristrutturazione. Capitali, questi, che avevamo già stanziato prima dell’emissione del minibond, i cui proventi sono invece tutti destinati alla crescita”. E, ha detto ancora Cassese, “quest’anno vogliamo consolidare i numeri dello scorso anno e certo metteremo le basi per una quotazione in Borsa, che spero potrà arrivare l’anno dopo”.
Alpha Pharma Service, fondata a Bitonto (Bari) nel 2011 da un team di professionisti nella gestione dell’assistenza a pazienti cronici, è controllata dalla famiglia Cervelli e conta 35 dipendenti. E’ una life science company operativa nel settore dell’innovazione tecnologica orientata all’ingegneria biomedicale, prima specializzata solo nella produzione di misuratori di glicemia per pazienti diabetici, e che l’anno scorso ha sviluppato l’attività anche nel settore dei test sierologici e tamponi per la diagnosi del Covid-19. La produzione è sinora stata concentrata in Cina su brevetto della società, un fatto questo che per qualche mese lo scorso anni ha creato problemi di approvvigionamento, che poi sono stati ampiamente superati, come evidenziato dai numeri, sostenuti comunque sempre dal core business: “Nel settore del diabete abbiamo continuato a fare ricerca, grazie alla nostra partecipata al 19% Emtesys. Tanto che noi, piccola azienda del Sud, abbiamo anche vinto la gara in Lombardia per misuratori di glicemia per pazienti fragili”, ha detto il manager, che ha aggiunto: “Pensi che i nostri misuratori costano 800-900 euro invece che i 10-12 mila euro fatti pagare di norma attualmente al Servizio Sanitario Nazionale”.
Quanto al futuro, ha detto ancora Cassese, “il progetto è produrre direttamente un integratore di vitamina D. A oggi lo sta producendo per noi un terzista su nostra licenza. Abbiamo acquistato la formula da un gruppo di scienziati toscani e usciremo in vendita il prossimo marzo nelle farmacie, contestualmente al lancio di una importante campagna pubblicitaria. Metteremo in produzione anche un integratore per il controllo del colesterolo. E questo perché oggi già produciamo analizzatori quantitativi di vitamina D e di colesterolo, che pure andremo a vendere nelle farmacie e ai medici di base, grazie a un accordo che abbiamo stretto di recente con una rete di informatori scientifici di circa 30 unità, che lavorerò in esclusiva per noi”. E parte di queste produzioni avverrà presto direttamente nel nuovo stabilimento di cui accennato più sopra.
Tutti questi investimenti, ha aggiunto Cassese, “saranno finanziati con i proventi del minibond emesso a dicembre e, se nel frattempo dovessero nascere ulteriori necessitò di finanziamento, se emetteremo un altro”, in attesa poi dello sbarco in Borsa.