di Brendan P. McDermott,
portfolio manager, Neuberger Berman
Nonostante si stia assistendo a una ripresa delle quotazioni sui principali mercati del credito, nel segmento dei crediti distressed non mancano le opportunità, visto che diverse aziende hanno aumentato il debito partendo da bilanci già prostrati da pesanti effetti leva. Per alcuni settori e mercati le conseguenze del Covid-19 potrebbero essere già alle spalle, ma per altri comparti e aziende la strada da percorrere è ancora molto accidentata.
Nel 2020, gli interventi e la politica accomodante delle banche centrali hanno consentito di stabilizzare i mercati di capitali. Ciò non ha impedito a prestiti ed emissioni di titoli ad alto rendimento di crescere di 800 miliardi di dollari sul 2019, al netto dei prelievi su linee di credito esistenti e dei collocamenti di private debt. Quindi per diverse società l’accesso alla liquidità ha coinciso con l‘accensione di ulteriori debiti, che sono andati a gravare su strutture finanziarie già sotto stress all’inizio della pandemia.
Di conseguenza, sebbene l’infusione di liquidità abbia consentito a molte aziende di evitare un default, almeno a breve termine, è probabile che l’aumento della leva finanziaria e i covenant limitati producano dei crediti “zombie” tra le società già sovra-indebitate a inizio pandemia. Queste società, gravate da debiti idifficilmente ostenibili, richiederanno ristrutturazioni e conversioni del debito che avranno un impatto profondo sulle rispettive valutazioni. Ciò causerà cali significativi anche delle quotazioni degli strumenti di debito in quanto gli investitori, dubbiosi sulla loro affidabilità, ne rivedranno i profili rischio/rendimento.
In assenza di seri fattori di disturbo sui mercati dei capitali, attualmente vediamo una serie di opportunità nei settori direttamente colpiti dal Covid-19, e in particolare, ma non solo, negli immobili commerciali, nell’edilizia residenziale e nel tempo libero, l’aerospaziale e difesa, la vendita al dettaglio e e i trasporti. Le aziende di questi settori faticano infatti a gestire la normale attività e a effettuare i necessari investimenti, a causa dei maggiori debiti contratti nel 2020. Sempre in questi settori vediamo inoltre opportunità per interventi di salvataggio e finanziamenti delle catene di approvvigionamento.
Gli investitori dovrebbero mantenere un approccio opportunistico vista l’ampia gamma di opportunità nel campo di credito deteriorato e special situation, e dati anche gli effetti potenzialmente asimmetrici della ripresa. Riteniamo sia più appropriato investire nelle porzioni più senior e garantite delle operazioni di ristrutturazione del debito, visto che in tempi di crisi le perdite più pesanti sono sostenute dai creditori più subordinati.
Infine, bisognerebbe focalizzarsi sulle società che vantano forti posizioni sui rispettivi mercati, che forniscono prodotti o servizi rilevanti per i settori in cui operano e che potrebbero vedere un forte rimbalzo dell’attività, una volta svanita la minaccia del COVID-19 e migliorate le condizioni economiche generali.