Un piccolo film, “a tamburo battente”, “con forte determinazione” – espressione di origine militare – gustoso, ironico, a tratti graffiante, che mette in risalto il lato ridicolo di chi si prende troppo sul serio: il contesto è quello di un piccolo paese vallesano, incassato nella montagna, Monchoux. La vicenda si svolge nella primavera 1970, ma il tono è decisamente vintage, dall’uso del colore che ricorda le polaroid dell’epoca e anche la mentalità rievoca lo scontro di mentalità, la battaglia femminile-femminista in versione piccola provincia. Questa dà al film un carattere che ricorda le commedie precedenti italiane e il modello è noto al regista che in occasione della presentazione del film ha detto di essere stato molto impressionato dalle vicende di Peppone e Don Camillo (e l’Italia entra nella vicenda a vario titolo, a cominciare proprio dall’elemento musicale).
Il paesino sonnolento, che in linea di principio non manca di nulla per essere felice, conosce un’insolita agitazione non per la votazione sul diritto di voto delle donne (in Svizzera arrivato molto tardi) né per il licenziamento dei lavoratori stranieri ma per qualcosa di infinitamente più piccolo, apparentemente. La banda sta implodendo e questa vicenda apparentemente marginale coinvolge tutto il paese che si divide in due fazioni, capeggiate rispettivamente da Aloys e Pierre. L’opposizione non sarà solo musicale ma le fazioni si esercitano su un terreno di gioco e svela due visioni diverse della vita, politica e amorosa. La banda del Paese suona infatti per le grandi occasioni, in particolare per la festa federale, e coinvolge gli affetti più intimi. Quest’implosione crea una deflagrazione all’interno della famiglia protagonista. Una delle due bande intende accogliere donne e stranieri, dall’altra ritenuta uno scandalo. Il fatto da cui scaturisce la deflagrazione è banale. Aloys conduce con grande energia e una determinazione fuori misura per la realtà la sua banda da quadi 13 anni ma i suoi musicisti cominciano a dubitare del suo talento come direttore d’orchestra. Così per partecipare alla famosa festa la banda si divide e ingaggia un professionista, Pierre Crettaz, appena sbarcato da Parigi. Il film mette in luce il lato grossolano del maschile che vede accapigliarsi per la banda gli uomini del paese come se fosse una questione essenziale, così le donne approfittano per battersi per un ideale più elevato. La sfilata delle due bande diventa una sorta di scontro armato a colpi di strumenti che si carica perfino di un’etichetta politica. Le uniche vincitrici sono le donne che si battono unite per un ideale comune e dai tempi di Lisistrata e della Guerra del Peloponneso non sembra cambiato molto. La ricostruzione dell’ambiente e dei costumi è impeccabile così come la scelta degli interpreti.
Uscita: 5 giugno 2019 (Svizzera)
Regista: Christophe Marzal
Produttore: Jean Marc Frole
Banda originale: Nicolas Rabaeus
Sceneggiatura: Christophe Marzal, Nicolas Frey
a cura di Ilaria Guidantoni