Pasta Zara ha finalmente incassato da AMCOil prestito da 25 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa) che l’azienda alimentare attendeva da quasi un anno e mezzo.
AMCO nel marzo 2020 aveva infatti sottoscritto un contratto che prevedeva la concessione di un prestito a favore di Pasta Zara sotto forma di una linea di credito per 25 milioni ai fini del rilancio della società (si veda altro articolo di BeBeez). Ciò in esecuzione del concordato preventivo con continuità aziendale omologato dal Tribunale di Treviso nel gennaio 2020, nel cui quadro era anche avvenuta la cessione a Barilla dello stabilimento di Muggia per 118 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) finalizzata poi lo scorso ottobre (come riportato dall’Ansa).
Pasta Zara era stata ammessa a fine gennaio 2019 alla procedura di concordato preventivo in continuità (si veda altro articolo di BeBeez), dopo essere stata ammesso al concordato in bianco nel maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva poi ottenuto una proroga dei termini per presentare il piano concordatario entro il 7 dicembre 2018. A quel punto la società aveva siglato con Barilla l’accordo per cedere per 118 milioni di euro lo stabilimento di Muggia, incluso un contratto di co-packing (imballaggio, confezionamento ed etichettatura dei prodotti Zara) per un periodo di cinque anni. Quella di Barilla era stata l’unica offerta per lo stabilimento ed era pervenuta nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
E, in base al concordato, dovevano essere proprio i proventi della vendita dello stabilimento di Muggia a Barilla a rimborsare i creditori. Ancora lo scorso anno Pasta Zara era gravata da un debito finanziario lordo di 295,3 milioni di euro, di cui 178 milioni nei confronti di varie banche e in particolare 73 milioni riferibili ad affidamenti ottenuti da Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca e quindi finiti nel portafoglio di AMCO.
Il tutto senza dimenticare che a livello di holding (la lussemburghese Ffauf sa della famiglia Bragagnolo) c’erano altri 50 milioni di euro di debiti nei confronti di Bank of China. La situazione di grave tensione finanziaria aveva portato la società a chiudere il 2017 con una perdita di 25,7 milioni, dovuta in parte alla svalutazione di partecipazioni in Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza per 9 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto crollato a 77,3 milioni e di un debito finanziario netto di poco meno di 200 milioni. Una situazione che aveva portato la società a sforare di parecchio il covenant finanziario relativo al rapporto tra PFN e patrimonio netto, fissato a 1,80 volte.
Con la vendita di Muggia le cose sembravano essersi messe per il meglio. A scombussolare i piani, tuttavia, era intervenuta nell’agosto 2020 la Corte d’Appello di Venezia che aveva rigettato la domanda di omologa del concordato preventivo, accogliendo i ricorsi di Banca Finint, Finint Investments sgr e Banco delle Tre Venezie. Ciò ha avuto l’effetto di rallentare la vendita dello stabilimento di Muggia, che comunque, come prima accennato, è stata finalizzata lo scorso ottobre, con conseguente allentamento della tensione finanziaria sul produttore veneto di pasta.
Altro elemento che deve aver contribuito a sbloccare il prestito di AMCO è stata la sentenza del Tribunale di Venezia, dello scorso aprile, che stabiliva che il patron di Pasta Zara, Furio Bragagnolo, non aveva alcun obbligo in relazione alle cosiddetto “operazioni baciate” (prestiti in cambio di sottoscrizione di azioni) nei confronti della Banca Popolare di Vicenza, le cui posizioni problematiche dopo il suo fallimento erano state assunte dalla SGA (Società Gestione Attivi), cioè la futura AMCO (si veda La Tribuna di Treviso).
Così, in attesa del giudizio della Cassazione, il contratto relativo al prestito da 25 milioni è stato modificato e integrato e, lo scorso 27 luglio, AMCO ha integralmente erogato le nuove risorse.
AMCO è stata assistita dallo studio legale DLA Piper, mentre Pasta Zara è stata assistita dallo studio Chiomenti quale consulente legale e Deloitte quale consulente finanziario.
Adesso può partire il piano di rilancio dei Pasta Zara prevede la riorganizzazione della produzione nei due stabilimenti di Riese e Rovato (rispetto ai 3 precedenti), l’avvio di nuovi investimenti nei settori della produzione, la razionalizzazione del portafoglio prodotti nonché un efficientamento e semplificazione dei processi produttivi.
Pasta Zara, fondata nel 1898, era nata come piccolo laboratorio nella provincia di Treviso e opera nel mercato della produzione ed esportazione di pasta. Negli anni ha conosciuto una crescita straordinaria fino a diventare il primo esportatore di pasta al mondo in oltre 108 nazioni e il secondo maggiore produttore di pasta in Italia. Il gruppo è controllato dalla famiglia Bragagnolo e partecipata dalla finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia, Friulia (al 10,34%), e da Sace-Simest (al 14,86%).