Picsart ha raccolto 130 milioni di dollari in un round di finanziamento di serie C guidato da SoftBank Vision Fund 2 con la partecipazione di nuovi investitori G Squared e Tribe Capital, nonché degli investitori esistenti Sequoia, DCM, Graph Ventures e Siguler Guf & Company (si veda qui privateequitywire). Con oltre 100 milioni di dollari di fatturato annuo, Picsart ha ora un valore di oltre un miliardo di dollari. La società ha raccolto un totale di 195 milioni di dollari di capitale dalla sua fondazione. “Picsart sta alimentando la cultura visiva e abbattendo le barriere tra ispirazione e creatività”, ha commentato Hovhannes Avoyan, fondatore e ceo di Picsart. Avoyan, ingegnere di formazione, ha lanciato Picsart nel 2012. Da allora, il team di Picsart è cresciuto fino a raggiungere più di 800 dipendenti in quasi una dozzina di hub in tutto il mondo, tra cui San Francisco, Bangalore, Pechino, Berlino, Los Angeles, Mosca, New York, Tokyo e Yerevan. Con utenti in 180 paesi, la base di Picsart di oltre 150 milioni di utenti attivi mensili produce più di 1 miliardo di modifiche ogni mese, rendendola la più grande community per i creatori della Generazione Z. I giovani prosumer, dagli influencer della moda e dello stile di vita agli imprenditori e musicisti di e-commerce, fanno sempre più affidamento sulla piattaforma per creare contenuti basati su immagini e video e commercializzare i loro marchi.
Avestria Ventures, un operatore di venture capital californiano dedicato alle scienze della vita, ha effettuato il closing della raccolta del suo Avestria Ventures Fund I (si veda qui privateequitywire). Fondato dai dirigenti veterani del settore delle scienze della vita, Linda Greub e Corinne Nevinny, Avestria investe in aziende con focus sulla salute delle donne in fase iniziale e iniziative di scienze della vita guidate da donne. Secondo Pitchbook, meno dell’1% del capitale di rischio investito nel settore sanitario statunitense da 4 trilioni di dollari è stato destinato alla salute delle donne nel 2020. Allo stesso modo, solo il 2,3% del capitale degli operatori di venture capital è stato investito in aziende guidate da donne lo scorso anno, anche se i management team guidati da donne generano un ROI del 35% superiore rispetto a quello dei team composti esclusivamente da uomini. “Gli uomini rappresentano ancora circa l’85% dei partner di investimento nelle società di venture capital”, ha commentato Greub, aggiungendo che “molti di loro perdono grandi opportunità di investimento quando investono poco nella salute delle donne e nelle imprenditrici”. Lo scorso giugno Avestria ha venduto Alydia Health per 240 milioni di dollari a Organon, società quotata al NYSE. E Uqora, un’altra società del portafoglio di Avestria, è stata acquisita il 1° luglio da Pharmavite per un importo non divulgato. “Riteniamo che entrambe le nostre aree di interessa, la salute delle donne e le aziende di scienze della vita guidate da donne, siano mature per l’innovazione. E i due disinvestimenti che abbiamo già concluso indicano che gli investitori strategici stanno iniziando a trarre la stessa conclusione”, ha detto ancora Greub.
La società di venture capital Myelin ha lanciato la raccolta del suo secondo fondo, Myelin II, che investirà in circa 40 società tecnologiche in fase iniziale in Nord America, Europa e America Latina (si veda qui Techcrunch). Myelin è stata avviata nel 2020 dai noti startupper seriali Matías Nisenson, Martin Varsavsky e Alec Oxenford, che guidano l’azienda a distanza da Argentina, New York e Spagna. A loro si aggiunge Cesar Levene, esperto di diritto e fiscalità internazionale. Nisenson ha precedentemente fondato e venduto due startup,Tiempy, uno strumento di social media, e Experimental, una società di giochi online basata su blockchain; mentre Varsavsky ha fondato otto società, di cui l’ultima è Goggo Network, sviluppatore di reti di mobilità autonoma. “Come imprenditore, costruisco ‘unicorni’ e ora li cerco con Myelin”, ha detto Varsavsky. Quanto a Oxenford, è fondatore ed ex ceo di letgo, un mercato online dell’usato. Myelin mira a raccogliere tra i 25 milioni e i 50 milioni di dollari per il suo secondo fondo, che sarà indipendente dal settore, ma più focalizzato su investimenti seed e round di serie A in biotech, fintech, proptech, femtech e food tech.
Il gigante indiano del ride sharing (taxi) e della mobilità in sharing Ola, che compete con Uber Technologies, prevede di raccogliere fino a un miliardo di dollari in ipo e sta finalizzando i mandati alle banche che l’affiancheranno nell’operazione (si veda qui Reuters). Ola, sostenuta dal gruppo giapponese Softbank, avrebbe scelto come advisor Citigroup, Kotak Mahindra e Morgan Stanley e sarebbe anche in trattative con Bank of America e JP Morgan. Fondata nel 2010 da Bhavish Aggarwal, Ola ha una quota maggioritaria del mercato indiano dei viaggi in auto, che ha subito un duro colpo l’anno scorso poiché i blocchi hanno tenuto le persone a casa, costringendo l’azienda a tagliare la sua forza lavoro e interrompere temporaneamente la maggior parte della sua attività. Ola ha anche una presenza crescente in diversi mercati globali come Australia e Regno Unito. Lo scorso luglio Temasek e Warburg Pincus hanno investito circa 500 milioni di dollari in Ola (si veda qui il comunicato stampa). Temasek era già presente dal 2018 nel capitale di Ola (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre lo sorso luglio Ola si è assicurata un finanziamento da 100 milioni di dollari a 10 anni da Bank of Baroda per finanziare la costruzione della sua Ola Futurefactory, lo stabilimento in cui verranno prodotti per tutto il mondo i veicoli a due ruote di Ola (si veda qui il comunicato stampa).
Dostavista, piattaforma russa di servizio di consegna, ha raccolto un round di serie C da 35 milioni di dollari e cambiato nome in Borzo, riunendo così sotto un unico marchio le sue attività in dieci diversi paesi, che sinora operavano con marchi diversi (si veda qui il comunicato stampa). Il round è stato guidato da Mubadala, VNV Global, RDIF e Flashpoint Venture Capital. L’azienda russa, fondata nel 2012, consente la consegna in giornata su qualsiasi rotta, con qualsiasi trasporto e con qualsiasi peso o dimensione. I clienti possono richiedere una consegna sul sito o sull’app Borzo, dopodiché un corriere ritirerà e consegnerà l’articolo richiesto. Borzo vuole rafforzare la sua posizione internazionale. Attivo in dieci paesi diversi. Borzo è attiva, oltre che in Russia, in Brasile, India, Indonesia, Corea, Malesia, Messico, Filippine, Turchia e Vietnam e ha una base clienti in rapida espansione di 2 milioni di utenti, di cui il 75% sono piccole e medie imprese. L’attività dell’azienda raddoppia da cinque anni consecutivi. Con oltre 2,5 milioni di corrieri in grado di consegnare articoli, la società di consegna in giornata evade fino a 3 milioni di ordini al mese.