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Fino al 30 gennaio 2022, Claude Monet, Opere dal Musée Marmottan di Parigi a Palazzo Reale a Milano – la mostra che apre la stagione – un percorso espositivo con 53 opere di Monet tra cui le sue Ninfee (1916-1919), Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905) e Le rose (1925-1926), la sua ultima e magica opera: un prestito straordinario non solo perché riunisce alcune delle punte di diamante della produzione artistica di Monet, ma anche per l’enorme difficoltà di questo periodo nel far viaggiare le opere da un paese all’altro. La mostra, in collaborazione con Arthemisia, è a cura di Marianne Mathieu, Direttore Scientifico del Musée Marmottan Monet e immerge lo spettatore con una suggestione di proiezioni virtuali che lo avvolgono nei luoghi del pittore. Avevamo già visitato l’esposizione presentata a Bologna lo scorso anno, dove gli spazi più raccolti enfatizzavano l’atmosfera e la suggestione; mentre i grandi spazi del museo milanese danno una veste sontuosa, ufficiale completamente diversa all’esposizione. L’esposizione in ordine cronologico ripercorre l’intera parabola artistica del Maestro impressionista, letta attraverso le opere che l’artista stesso considerava fondamentali, private, tanto da custodirle gelosamente nella sua abitazione di Giverny; opere che lui stesso non volle mai vendere e che ci raccontano le più grandi emozioni legate al suo genio artistico. Il Musée Marmottan Monet – la cui storia è raccontata nel percorso della mostra – possiede il nucleo più grande al mondo di opere di Monet, frutto di una generosa donazione di Michel, suo figlio, avvenuta nel 1966 verso il museo parigino – che prenderà proprio il nome di “Marmottan Monet”. Articolata in 7 sezioni, l’esposizione introduce alla scoperta di opere chiave dell’Impressionismo e della produzione artistica di Monet sul tema della riflessione della luce e dei suoi mutamenti nell’opera stessa dell’artista, l’alfa e l’omega del suo approccio artistico. Dai primi lavori che approcciano il nuovo modo di dipingere, en plein air partendo da opere di piccolo formato, si passa ai paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville e delle sue tante dimore. La mostra non vuole presentare solo le opere dell’artista quanto il suo mondo, la sua passione quasi una vocazione per la luce e il colore, in grado di coglierne tutte le sfumature dalla penombra all’effetto abbagliante, che si vedono nei celebri dipinti come Sulla spiaggia di Trouville (1870), Passeggiata ad Argenteuil (1875) e Charing Cross (1899‐1901), per citarne alcuni. La natura e soprattutto il mondo dei fiori e delle piante colto nell’attimo fuggente è l’altro soggetto prediletto da Monet che si sente un giardiniere con il pennello. Non a caso la mostra si conclude con una sessione dedicata a Le rose. Il dipinto omonimo, realizzato nel 1926 all’età di 85 anni – anno della morte – ne sono l’ultima celebrazione. Promossa dal Comune di Milano-Cultura, la mostra rientra nel progetto museologico ed espositivo “Musei del mondo a Palazzo Reale” nato con l’intento di far conoscere le collezioni e la storia dei più importanti musei internazionali. Tra l’altro il Musée Marmottan condivide un passato comune legato alla figura di Napoleone: dal 1805 al 1814 Palazzo Reale fu infatti la residenza di Eugène Beaumarchais, figlio dell’imperatrice Giuseppine e viceré d’Italia, promotore di significativi interventi di ristrutturazione e ampliamento dell’edificio. Paul Marmottan fu un collezionista particolarmente attento di mobili, oggetti d’arte e dipinti del periodo dell’Impero.
a cura di Ilaria Guidantoni