Un’ampia maggioranza dei creditori ha approvato il piano concordatario di Acque Minerali d’Italia (AMI). Lo ha comunicato nei giorni scorsi la stessa holding proprietaria dei marchi Norda, Sangemini e Gaudianello, controllata dalla famiglia Pessina, ammessa alla procedura di concordato in bianco il 13 marzo 2020 dal Tribunale di Milano e al concordato in continuità nel marzo di quest’anno (si veda altro articolo di BeBeez). L’altra controllata della famiglia, Pessina Costruzioni, la storica società italiana del settore edilizio, sempre a marzo 2020 era stata ammessa al concordato preventivo in continuità (si veda altro articolo di BeBeez).
Nella nota di AMI si legge che “a dare maggior fiducia alla proposta di concordato è stato l’accordo siglato da AMI con il fondo italiano Clessidra Restructuring Fund e il fondo americano Magnetar (si veda altro articolo di BeBeez, ndr) che, tramite un intervento finanziario di oltre 50 milioni, ne supporteranno il percorso di rilancio e sviluppo come nuovi azionisti insieme all’attuale proprietà. Durante il percorso concordatario la società ha intrapreso azioni di rifocalizzazione ed efficientamento e si è rafforzata con la recente nomina del direttore generale Alessandro Frondella, manager con ventennale esperienza nel settore delle acque minerali”.
Ricordiamo che nel piano concordatario, depositato nel dicembre 2020 e così come riassunto nel Decreto di ammissione alla procedura di concordato preventivo dello scorso marzo, si prevede che i nuovi investitori saranno, per Clessidra sgr, il Clessidra Restructuring Fund e per Magnetar, i fondi Structured Credit Fund, Constellation Fund II, Constellation Master Fund, Longhorn Fund, Purpose Alternative Credit Fund – T, Purpose Alternative Credit Fund e Lake Credit Fund. L’aumento di capitale sarà sottoscritto dai fondi Magnetar e Clessidra all’atto di omologa del concordato, previsto a fine febbraio 2022.
L’operazione prevede l’acquisizione da parte degli investitori di una partecipazione complessivamente pari all’80% del capitale della società attraverso la sottoscrizione da parte dei fondi di un aumento di capitale in denaro, per un importo complessivo compreso tra 48,5 e 50 milioni di euro, con il 20% del capitale che resterà alla famiglia Pessina. È inoltre previsto:
1) l’acquisto pro soluto da parte di Clessidra dei crediti di natura chirografaria vantati da Banca Mps e BPER Banca nei confronti di Acque Minerali d’Italia;
2) la conversione a fondo perduto in una posta di patrimonio netto dei crediti ceduti per un importo pari al 10% del loro valore nominale e quindi per un importo non superiore a 750 mila euro.
Più nel dettaglio, Clessidra sottoscriverà l’aumento di capitale per cassa per 15 milioni di euro, dedotto il corrispettivo di cessione dei crediti di cui sopra; mentre Magnetar sottoscriverà l’aumento per 35 milioni, con il risultato che ai fondi Magnetar farà capo il 56% della società e a Clessidra il 24%.
Quanto ai creditori privilegiati, saranno ripagati al 100%, con il debito da 15,8 milioni di euro verso Invitalia che sarà riscadenziato. Nel complesso, su un debito complessivo a fine dicembre di 187,5 milioni di euro, ne verranno rimborsati 64,4, di cui 55 milioni verso le banche. Nel settembre 2016 Acque Minerali d’Italia aveva emesso un bond da 6 milioni a 5 anni a tasso fisso con struttura amortizing, che è stato interamente sottoscritto dal fondo Antares AZ1, gestito da Futurimpresa sgr, controllata da Azimut Holding (si veda altro articolo di BeBeez). A oggi Antares AZ risulta ancora in credito per 3,4 milioni.
Acque Minerali d’Italia nel marzo 2016 aveva formalizzato l’acquisizione da Fonti del Vulture (joint venture tra Coca-Cola Hbc Italia e The Coca-Cola Company) dello stabilimento lucano di acque minerali di Monticchio Bagni (marchi Toka, Solaria e Felicia), arrivando complessivamente a contare oltre 20 brand e a operare con otto stabilimenti di produzione dislocati in tutto il territorio italiano, con 26 sorgenti a disposizione e 27 linee di produzione per l’imbottigliamento.
Il gruppo aveva chiuso il 2019 con ricavi netti consolidati per 102,5 milioni di euro, un ebitda negativo di 1,9 milioni e una perdita netta di 76 milioni di euro, mentre il dato preliminare del 2020 è di 55,4 milioni di euro di ricavi netti, con un ebitda negativo di 3,6 milioni e una perdita netta di 35 milioni. Il piano industriale prevede un ritorno a un ebitda positivo nel 2021 e il ritorno all’utile nel 2024, con un 106,3 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 17,3 milioni e un utile di 7,1 milioni a fine piano nel 2026.
Ricordiamo che i due fondi si erano già alleati nel marzo 2020 per salvare Sisma, società mantovana famosa per gli stuzzicadenti Samurai (si veda altro articolo di BeBeez).