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9.5 €
Autore: Fabrizio Guarducci
Casa editrice: Lorenzo de Medici Press
Anno di pubblicazione: 2020
Acquista su AmazonDescrizione prodotto
Un romanzo che ha il tono del racconto lungo e tutte le caratteristiche della narrativa classica con un tocco moderno nella pennellata, certamente nella contestualizzazione che non appare quella della cronaca, del romanzo reportage, della docufiction. E’ narrativa pura perché il racconto, ancorché abbia una riferimento velato alla pandemia in corso, potrebbe essere letto fuori dal tempo e la stessa ambientazione potrebbe essere in un paese di fantasia. Mai si nomina qualcosa che etichetti la vicenda come riconoscibile né si usano espedienti narrativi simili al romanzo storico dove l’escamotage di un documento, o altri simili accorgimenti asseverino la vicenda. La credibilità è quella del cuore nel senso che l’autore è concentrato sull’aspetto universale di un trauma collettivo: una città colpita dal dolore, da morti e chiusure che hanno generato paure e crisi economiche. In questo contesto irrompe una donna che appare la visione moderna della donna angelicata e il tono della fiaba non rende la trama fantastica ma quotidiana. Riporta nella vita una dimensione di sogno, di miracolo, di ricerca in generale di spiritualità che apre orizzonti sconfinati che sono quelli interiori. E’ una vicenda in fondo non verbale, una comunicazione che sa di comunione e di empatia. Senza svelare nulla di questa storia che non ha un vero e proprio lieto fine, possiamo dire che l’obiettivo è focalizzato sul punto di vista del narratore che è quello del proprietario del bar e della Sconosciuta. La sua presenza è reale ma quasi indefinita perché ha un ruolo maieutico che in fondo rimanda a un processo interiore. Gli altri non sono che lo specchio grazie al quale noi possiamo comunicare con la nostra anima. Potrei definirlo singolarmente come un romanzo di formazione non nel senso classico quanto di formazione del lettore, un percorso nel quale chi legge fa un cammino psicologico, ha una suggestione. La protagonista non è tanto una donna quanto il femminile, una trasfigurazione della donna singola anche in termini di bellezza, qualcosa che riecheggia la visione platonica dell’eros e della bellezza, dove certamente al femminile incarnato è affidata una missione particolare, ma per un fine universale. E’ in un fondo una piccola storia, locale, circoscritta che mostra come l’eccezionalità si possa incontrare sotto i nostri, dipende da cosa siamo capaci di vedere e ascoltare. La cifra di questo breve libro è la delicatezza, anche nella scrittura lieve, piana, che rifugge dall’eccesso di azione, dell’intreccio, della parola urlata. Su queste pagine di recente abbiamo recensito il film tratto da questo racconto lungo che offre degli spunti aggiuntivi perché con la telecamera la vicenda si allarga e, al contempo, offre suggerimenti diversi, non sempre sovrapponibili. Forse la mise en scène teatrale ci offrirebbe una lettura ancora nuova.
a cura di Ilaria Guidantoni