A Palazzo Pitti è aperta la mostra “Museo delle Icone Russe”. Si veda qui ArtNet.
Una pregiata collezione di dipinti russi ha una nuova sede nelle Gallerie degli Uffizi, il palazzo dove un tempo erano appesi secoli fa.
Nel tentativo di ampliare la propria offerta, l’istituzione fiorentina ha aperto il “Museo delle icone russe”, una mostra permanente di 78 dipinti religiosi dal XVI al XVIII secolo.
La mostra è ora in mostra in quattro gallerie di Palazzo Pitti, un palazzo decorato da cui un tempo la famiglia dei Medici governava la
Toscana. L’esposizione segna la prima volta che le sale, costellate da affreschi seicenteschi recentemente restaurati, sono state aperte al pubblico.
La mostra “risponde all’esigenza odierna di ampliare l’offerta culturale per un pubblico sempre più eterogeneo desideroso di esplorare contesti meno conosciuti”, ha affermato la curatrice degli Uffizi Daniela Parenti.
Considerata la più antica collezione di questo genere al di fuori della Russia, il gruppo di dipinti fu assemblato, inizialmente, dai granduchi dei Medici, comparendo per la prima volta in un inventario dei possedimenti della famiglia nei primi anni del 1600. La prossima volta che la collezione apparve documentata fu nel 1761, quando ormai il ramo più anziano della famiglia Medici era estinto e la Casa di Lorena aveva assunto il controllo della Toscana e di Palazzo Pitti.
Fu durante questa fase successiva che la maggior parte delle opere entrò nella collezione, in gran parte grazie all’imperatore Francesco I. I dipinti non sono stati esposti al pubblico dal XVIII secolo, tenuti, invece, in deposito, in gran parte a causa delle vaste dimensioni della collezione degli Uffizi.
Tra le inclusioni più importanti della collezione c’è un Menologio a due pannelli, un calendario delle festività religiose ortodosse che raffigura più di 100 scene in miniatura. C’è anche un dipinto del 1728 dell’artista russo Vasily Gryaznov, l’unico esempio nel gruppo con un autore noto.
Un certo numero di icone sono state dipinte da artisti non identificati associati agli zar russi dell’epoca e sono state inviate direttamente dal Cremlino in Toscana, secondo il museo.
“La vicinanza delle icone russe nella Cappella Palatina diventa metafora di un ponte confessionale tra ortodossi e cattolici che richiama le comuni radici spirituali e i frequenti scambi culturali tra Italia e Russia avvenuti nei secoli e tuttora perduranti”, ha aggiunto Uffizi. regista Eike Schmidt in una dichiarazione.