Poca redditività per le aziende italiane quotate nel 2012, tanto che si è ulteriormente ampliato il divario con i competitor dell’area euro. Tuttavia, sul fronte della struttura finanziaria, la situazione è in miglioramento. Lo calcola Consob nella sua Relazione annuale pubblicata ieri, nel capitolo dedicato alle società non finanziarie, che mette a confronto i dati dei principali gruppi italiani quotati con quelli delle società europee membre dell’indice DJ Eurostoxx 50, con l’esclusione delle italiane.
Nel dettaglio, l’Authority guidata da Giuseppe Vegas, nei primi nove mesi del 2012, il tasso di crescita del fatturato delle società italiane ha mostrato un brusco calo passando dal 7,4% al 3,4%, mentre per quelle europee è rimasto stabile a livelli di poco superiori al 7%. Anche il valore mediano del Roe ha mostrato un andamento divergente tra imprese italiane (dall’8,4% al 5,3%) ed europee (stabile oltre il 14%). Il divario nell’andamento della redditività delle imprese italiane rispetto a quelle europee si manifesta anche in termini di Ebit margin (rapporto tra Ebit e ricavi): nei primi nove mesi del 2012 le società energetiche e le utility mostrano segnali di crescita più evidenti in Italia, mentre si conferma il sensibile calo dei margini reddituali nel settore delle costruzioni, passati in Italia dal 17% circa nel 2007 al 4% circa nel 2012. Coerentemente con la dinamica relativa al Roe, nel comparto auto l’andamento dell’Ebit margin è positivo per le imprese europee e negativo per quelle italiane, con una differenza di oltre 6 punti percentuali.
In realtà l’Italia è in compagnia. Nei primi nove mesi del 2012 il rapporto tra risultato operativo e fatturato (Ros) è apparso in calo in tutti i principali Paesi europei a eccezione della Germania. In questa classifica il calo del Ros è stato però particolarmente accentuato per le imprese italiane (Ros in calo dall’11,2% al 9%) e inglesi (giù dal 15% al 13,5%). E lo stesso discorso, anche se in maniera meno evidente, vale per la redditività del capitale investito (Roi, dato dal rapporto tra risultato operativo e capitale investito).
Il calo della redditività, in relazione sia al fatturato sia al capitale investito, è un fenomeno che interessa Italia, Francia e Spagna già dal 2005. Per le società quotate italiane, infatti, il Ros è passato dal 13,5% nel 2005 al 9% a settembre 2012, mentre il Roi ha visto un calo dall’11,6% al 9,7%. Per le imprese spagnole il Ros è sceso dal 13,5% al 10% e il Roi dall’11,6% al 7,7 % , mentre le aziende quotate francesi hanno sperimentato un calo del Ros dal 12% al 10% e del Roi dal 13,5% al 10,5%.
Detto questo, la buona notizia è che le aziende italiane quotate, pur avendo ancora una struttura finanziaria più debole rispetto alle loro colleghe europee, la stanno sensibilmente migliorando. Nel dettaglio, se è vero che le imprese italiane quotate a fine settembre 2012 avevano in media un rapporto tra capitale di debito e mezzi propri di circa il 130%, la leva finanziaria delle imprese italiane si è ridotta del 30% nei nove mesi del 2012, mentre quella delle colleghe europee è rimasta stabile attorno al 100%.
In particolare, i debiti finanziari lordi delle società europee sono cresciuti a 862 miliardi di euro (+7,8% dai 799 miliardi di fine 2011), mentre quelli delle imprese italiane sono scesi da 245,7 a 205,5 miliardi (-16,3 %). Quanto ai debiti finanziari netti, poi, questi sono cresciuti ancora di più per le imprese europee, arrivando a circa 629 miliardi (+9,8% dai 573 miliardi del 2011) a fronte di un calo registrato dalle imprese italiane a 154 miliardi (-15% da 181,6 miliardi). Contemporaneamente, però, sia in Europa sia in Italia le aziende hanno sperimentato una riduzione del cash flow, che è stata più pronunciata in Italia (-8%) che nel resto d’Europa (-5%), in presenza di un aumento degli investitmenti tecnici del 5% sia nell’area euro sia in Italia.
Il tutto con il risultato che in tutta Europa si è ridotto il payout del debito, cioé di rapporto tra flusso di cassa disponibile per il rimborso del debito e ammontare di debiti finanziari netti. Tuttavia, la riduzione è stata meno marcata per le aziende italiane, con la conseguenza che si è ridotto in maniera significativa il divario esistente rispetto alle imprese europee. Al 30 settembre 2012, infatti, il payout ratio del debito ha registrato un calo nell’area euro al 9,8% (dal 13,1% nel 2011). E in Italia l’indicatore è a sua volta sceso, al 7,9% dal 9,9% nel 2011, appunto per colpa della riduzione dei flussi di cassa dell’attività operativa che ha più che compensato il calo dei debiti finanziari netti. Tuttavia il divario tra i payout si è ridotto a 2 punti percentuali dai 3,3 punti dell’anno prima.
E anche il grado di copertura degli oneri finanziari netti con il reddito generato dalla gestione corrente (rapporto tra ebit e oneri finanziari) è migliorato per le aziende italiane. Le società dell’area euro, infatti, hanno registrato un significativo incremento degli oneri finanziari, a oltre 41 miliardi a settembre 2012 dai 30 miliardi di fine 2011 (+40%), mentre in Italia, dopo la riduzione registrata negli ultimi anni, nei primi nove mesi del 2012 il rapporto tra Ebit e oneri finanziari è cresciuto portandosi su un livello attorno a 5 volte, prossimo a quello delle imprese dell’area euro, una dinamica dipesa principalmente dall’aumento dell’Ebit, salito a quasi 50 miliardi (+21,6% da 41 miliardi nel 2011).
Scarica qui il capitolo della RelazioneConsob-2012-società non finanziarie