Il gruppo Ermenegildo Zegna, nomme di riferimento dellamoda maschile di lusso made in Italy, sbarcato al NYSE lo scorso dicembre a valle della business combination con la Spac Investindustrial Acquisition Corp (IIAC), stima che nel 2021 i ricavi siano cresciuti del 27%, a 1,3 miliardi di euro spinti dal +33% dei prodotti a marchio proprio, e dal +47% a 263 milioni del marchio Thomas Browne. Per l’ebit rettificato il gruppo prevede un margine del 10%, mentre la posizione finanziaria netta dovrebbe risultare leggermente positiva grazie a una generazione di cassa in anticipo rispetto al piano industriale (si veda qui il comunicato stampa). Lo ha comunicato ieri la società, che ha diffuso i risultati preliminari per l’anno appena trascorso.
I conti sono piaciuti ai mercati, che hanno brindato ieri mattina alle 10 in Usa con un rialzo del 2,15% del titolo Zegna, a quota 10,44 dollari. per poi ritracciare in giornata verso un +1,46% a 10,39 dollari.
I ricavi complessivi del gruppo hanno mostrato una forte crescita in tutte le aree geografiche, con quelli del Nord America aumentati del 46% a 191 milioni di euro, grazie in gran parte a una performance molto buona negli Stati Uniti, dove i ricavi sono saliti del 53% anno su anno. Ottimi risultati di vendita anche nela regione Asia Pacifico, con un aumento del 26% a 696 milioni di euro, con la Cina che prosegue in un trend di crescita biennale, in salita del 34% dal 2020 e del 28% dal 2019. I ricavi in Giappone e nelle restanti parti dell’APAC hanno subito ancora l’impatto delle restrizioni legate al coronavirus. Europa e Medioriente hanno visto un aumento del 20% delle vendite, a 380 milioni di euro, grazie al rimbalzo delle vendite dell’Italia a livelli superiori al 2019 e all’eccezionale performance degli Emirati Arabi Uniti, in particolare nel retail.
La crescita delle vendite al dettaglio è stata del 39% rispetto all’anno precedente, e quelle all’ingrosso sono progredite del 14% rispetto al 2020. Per il 2022, salvo eventuali peggioramenti dovuti alla pandemia o a qualsiasi altro evento imprevisto, il gruppo prevede una crescita dei ricavi nella fascia bassa e un ulteriore miglioramento dell’ebit rettificato, centrando in anticipo gli obiettivi del piano industriale.
Ermenegildo Zegna, presidente e ceo dell’omonimo gruppo, ha commentato: “I nostri primi conti da società quotata in borsa confermano che Zegna è un leader globale nel mercato del lusso. Il nostro focus sull’eccellenza, l’innovazione e la forte risposta dei clienti al nostro abbigliamento di lusso per il tempo libero, hanno fatto sì che i nostri ricavi preliminari per l’intero anno superassero il piano precedentemente comunicato. Mentre continueremo a monitorare gli eventi mondiali e i potenziali impatti della pandemia da coronavirus sul nostro business, rimaniamo ottimisti sulla nostra crescita e su una migliore redditività nel 2022”.
Ricordiamo che il gruppo Zegna aveva chiuso il primo semestre del 2021 con ricavi in rialzo del 50% rispetto ai primi sei mesi 2020 a 603,3 milioni di euro, un ebit rettificato a 66,8 milioni contro un ebit negativo per 52 milioni nello stesso periodo del 2020 e e con un utile di 32,2 milioni contro una perdita di 86,7 milioni. Il tutto con un debito finanziario netto di 73,3 milioni dai soli 6,7 milioni di fine 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).
La business combination di Zegna con la Spac IIAC era stata annunciata lo scorso luglio. Allora, però, nell’ipotesi di zero recessi da parte degli azionisti della Spac, era stata prevista una capitalizzazione di mercato di 2,5 miliardi di dollari e un enterprise value di 3,2 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez). All’atto della quotazione a Wall Street, la capitalizzazione si è attestata sui 2,4 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez). In occasione dell’assemblea lo scorso 15 dicembre hanno poi chiesto il recesso azionisti della Spac per circa 23,37 milioni di azioni ordinarie di Classe A. Il fatto che ci sarebbero stati dei recessi era atteso dai promotori della Spac che infatti si erano già organizzati per un piano B nel caso in cui i recessi da parte dei soci della Spac avessero una certa soglia e avevano infatti trovato altri 125 milioni di dollari di impegni da grandi investitori istituzionali e altri investitori (tra i quali si dice ci sia anche Patrizio Bertelli, ceo e cofondatore di Prada) che hanno sottoscritto un nuovo contratto PIPE (Private Investment in Public Equity) relativo a 12,5 milioni di azioni ordinarie Zegna a 10 dollari per azione (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che IIAC aveva raccolto 402,5 milioni di dollari dagli investitori a fine novembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) e che in occasione dell’annuncio della business combination con Zegna era stata comunicata anche la sigla di un primo PIPE da 250 milioni e di un forward purchase arrangement da 184,5 milioni di euro (circa 219,5 milioni di dollari), soggetto ad aggiustamento (infatti la cifra definitiva è ora 217 milioni di dollari), sottoscritto da Strategic Holding Group sarl (SSH), veicolo di investimento indipendente del fondo Investindustrial VII, a sua volta tra i promotori della Spac. Tenuto conto dei recessi, dalla Spac sono arrivati 169 milioni di dollari, quindi in totale le risorse raccolte con l’operazione sono 761 milioni di dollari, al lordo dei costi di transazione e del prezzo di acquisto delle azioni della famiglia Zegna, con quest’ultima che mantiene ora nel gruppo il 66% (sarebbe stato il 62,2% in caso di zero recessi).