Moneyfarm ha dato mandato a Barclays e Credit Suisse perché valutino il prossimo step di crescita e. valorizzazione per la scaleup specializzata nella consulenza finanziaria online e soprattutto nella gestione patrimoniale in portafogli di ETF, che a fine gennaio ha chiuso il suo ultimo round di finanziamento, raccogliendo 53 milioni di euro sottoscritti per la maggior parte dal colosso dell’asset management M&G, con la partecipazione di Poste Italiane, sulla base di una valutazione di circa 325 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scrive Reuters, precisando che nel caso in cui si decidesse di optare per un’ipo, allora il bookrunner sarebbe Unicredit e che la valutazione ora sarebbe ben più elevata, cioé almeno 400 milioni di sterline. Si parla di sterline perché Moneyfarm ha sede legale a Londra, è attiva anche sul mercato britannico e quindi una delle ipotesi sia proprio la quotazione al London Stock Exchange, piuttosto che a Piazza Affari.
Detto questo, l’alternativa alla quotazione potrebbe essere l’acquisizione da parte di qualche grande gruppo creditizio o di asset management. Ricordiamo, per esempio, che l’anno scorso JPMorgan Chase ha comprato il digital wealth manager britannico Nutmeg e che lo scorso gennaio UBS ha annunciato l’acquisizione del digital wealth manager californiano Wealthfront per 1.,4 miliardi di dollari.
Fondata dagli italiani Paolo Galvani e Giovanni Daprà nel 2011, Moneyfarm a oggi ha raccolto capitali dagli investitori per oltre 166 milioni. In precedenza aveva incassato un round da 40 milioni di euro nel settembre 2019, guidato da Poste Italiane e al quale aveva partecipato anche Allianz Asset Management, già azionista di Moneyfarm (si veda altro articolo di BeBeez). Il round precedente della fintech, da 46 milioni di euro, era stato invece chiuso nel maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). A guidarlo erano stati alcuni degli investitori dei precedenti round e cioè sempre il gruppo Allianz, tramite Allianz Asset Management, dopo che Allianz Venture nel settembre 2016 aveva già investito 7 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez) e i fondi United Ventures e Cabot Square, che nel novembre 2015 avevano guidato un round da 16 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Al round del 2018 avevano partecipato anche investitori anche Endeavor Catalyst e la Fondazione di Sardegna. In precedenza, nel febbraio 2014, la società aveva incassato 700 mila euro da parte di Vittorio Terzi, (director emeritus di McKinsey), mentre il primo round risale al 2012 con United Ventures e Principia sgr, che avevano investito 2 milioni di euro.
La scaleup ha chiuso il 2021 con masse in gestione in crescita del 72% (a inizio agosto erano stati raggiunti i 2 miliardi di euro in gestione, si veda qui il blog di Moneyfarm), maggiori flussi netti positivi (+128%) e con un incremento del 73% dei nuovi clienti (oggi oltre 80mila) rispetto al 2020.