Alessio Matrone e Danilo Caruso, due imprenditori di successo tra impresa 4.0 e mecenatismo, hanno investito nella promozione dell’arte. Nasce così il viaggio di Poetry di Angelo Accardi, opera che fa parte di una serie “Nonsense Makes Sense” prima a Milano, ora Venezia – dov’è sbarcata recentemente in concomitanza con l’avvio della Biennale e dove sarà visibile fino al 5 maggio – e successivamente a Palermo.
Il mecenatismo ha segnato il passaggio dal Medioevo al Rinascimento e oggi si ridisegna tra i nuovi committenti e mecenati in questo caso imprenditori, mossi dallo stesso spirito umanista che ha reso grande l’Italia. Alessio Matrone e Danilo Caruso, ideatori e fondatori di aziende e brand di successo quali Optima Italia S.p.A., focalizzata sui servizi energetici e di telecomunicazione indispensabili per famiglie e imprese nonché su servizi tecnologici mirati alla salute e al benessere, e il brand di ristorazione internazionale IT, dedicato alla cucina di qualità,
al benessere, alla bellezza e alla cultura italiana nel mondo. Con le loro iniziative imprenditoriali, oltre a contribuire a drenare la fuga dei giovani dal sud, hanno coltivato in parallelo una passione per l’arte divenendo collezionisti e talent scout di nuovi artisti. In particolare, da tempo estimatori dell’opera di Angelo Accardi, hanno deciso di sostenere il suo progetto per l’arte pubblica “Nonsense Makes Sense” che riafferma “la ribellione quotidiana che aspira alla libertà”. La prima tappa di questa roadmap creativa riguarda l’installazione in alcune città italiane di POETRY, una scultura monumentale in metallo verniciato che con la parola “FUCK”, completa idealmente una trilogia iniziata da Robert Indiana con le iconiche sculture poetiche “LOVE” e “HOPE”.
A Milano Poetry è stata installata al Milano Graphic Festival, in occasione della visita del Direttore della Ricerca e Senior Curator del MoMa di New York, Paola Antonelli, al Certosa Graphic Village e dal 4 aprile è esposta al BASE Milano (ex Ansaldo). A Venezia è visibile sul piccolo molo di Villa Balbi Valier affacciato sul Canal Grande fino al 5 maggio così come a Palermo l’installazione ha
ricevuto il Patrocinio del Sindaco ed è ospitata dalla Fondazione Federico II nei giardini di Villa Bonanno.
Come nasce l’idea del mecenatismo all’interno di Optima Italia S.p.A., digital company italiana attiva nel mercato delle telecomunicazioni e dell’energia con un organico di oltre 800 professionisti tra dipendenti e consulenti al servizio di un parco crescente di clienti business e consumer, distribuiti in maniera capillare sul territorio italiano?
“La filosofia di Optima è sempre stata “creare l’ambiente migliore possibile”, declinato anzitutto per i suoi dipendenti negli anni, con una policy che ha mirato all’attrazione dei giovani talenti, all’inclusione e al benessere dei propri collaboratori con attente politiche di welfare. Ora abbiamo deciso di declinare questa filosofia non solo nell’ambiente lavorativo, ma anche nei luoghi dove si esprime ed evolve la società civile. Oggi l’uomo sta
ridefinendo i confini della propria esistenza quotidiana, rivalutando i propri bisogni primari attraverso nuovi paradigmi culturali che ridimensionano anche le relazioni con sé stessi e con gli altri. In questo contesto noi vogliamo accompagnare la società nella definizione e comprensione di questi nuovi paradigmi, e abbiamo scelto di farlo attraverso l’arte, vero strumento di costruzione di significati. Per noi è proprio una questione paideutica, che vuole accompagnare l’uomo nel suo percorso di trasformazione.”
In particolare come avviene la selezione degli artisti?
“La selezione avviene seguendo un processo che ci porta a valutare, e quindi valorizzare, l’artista, la sua visione e la sua missione. Nel caso specifico di Angelo Accardi i driver che ci hanno spinto a sostenerne l’attività sono stati principalmente due: il primo è legato ad una certa affinità di valori che mette al centro il mix di culture, seppur declinate in modo diverso, la provocazione che diventa chiamata all’azione personale; il secondo, invece, è legato alla territorialità: ci piaceva l’idea di valorizzare un artista con cui condividiamo le radici campane. Ma prima di fare qualsiasi attività di mecenatismo bisogna interrogarsi sul suo stesso fine.”
Qual è il senso del viaggio di Poetry e come sono state scelte le tappe?
“Poetry si inserisce all’interno di un contesto e di una narrazione di ampio respiro che l’artista, Angelo Accardi, ha fortemente perseguito in questi anni: un invito alla ribellione che porta a rompere il quotidiano e il “dato” sedimentato in ognuno di noi, con tutti i suoi pregiudizi. Le 3 città sono luoghi che godono di una notorietà internazionale e hanno un fortissimo valore simbolico, ma la forza del messaggio di Accardi è tale che il contesto diventa un elemento aggiuntivo, poiché potrebbe essere esposto su qualsiasi strada del mondo e farsi portatore del medesimo significato. Inoltre, la forza POETRY è anche la prova che un’arte pubblica, un’arte che esce dai musei per stringersi alla società civile, è non solo necessaria, ma è anche possibile se fortemente voluta e se si fa portatrice di veri valori, mettendosi al servizio dei fruitori e coinvolgendo le comunità di riferimento.”
Al momento state pensando a qualche progetto in particolare?
“L’attività di mecenatismo non deve seguire le logiche industriali, ha bisogno del tempo necessario per esprimersi e indirizzarsi, rifiutando qualsiasi logica di tipo produttiva. Quando abbiamo deciso di sostenere il progetto artistico di Accardi ne abbiamo riconosciuto il fortissimo scopo formativo e la potenza del messaggio, e il progetto ha preso forma in modo rapido e sinergico. La selezione avviene sempre per affinità di valori, e nell’arte le sorprese sono sempre dietro l’angolo, per questo stiamo mantenendo il livello di attenzione e di sensibilità alto per intercettare e poter sostenere gli artisti che più si avvicinano alla filosofia di Optima.”
Qual è la relazione tra investimento nell’arte e attività aziendale e come la prima attività sta agendo sulla seconda?
“La relazione, per fortuna, sta diventando sempre più evidente. Oggi è il momento della responsabilità, su tutti i livelli. L’attività di business non può più essere separata dall’attività sociale, in tutte le sue diverse forme, per una questione di impatto effettivo sui territori e sulle persone e per una questione di responsabilità che ognuno di noi deve assumersi all’interno del tessuto civile e socio-culturale e per la sua evoluzione. Ora, l’impatto dell’investimento in arte, specialmente se fatto in ottica mecenatica, non può essere calcolato con certezza: computare il ritorno dell’investimento sarebbe non solo impossibile, ma anche inutile. Quello che possiamo dire con certezza però riguarda ciò che vediamo nella nostra azienda, sia a livello interno, in termini di soddisfazione e partecipazione dei dipendenti, sia esterno in termini di apprezzamento delle attività di Optima fuori dal suo core business. Queste tracce qualitative ci danno dei segnali sicuramente molto positivi.”
a cura di Ilaria Guidantoni