Il titolo è un programma e racconta bene l’intenzione di questa esposizione personale, a cura di Ignazia Favata, che illustra la storia e le idee di un architetto e designer visionario, capace di prevedere e anticipare futuri traguardi del design, della tecnologia e della società contemporanea, fino al 4 settembre 2022 alla GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano. Dopo Joe Colombo, come ebbe a dire “il designer, quindi, non disegnerà più solo con la matita, ma creerà con la collaborazione di tecnici, scienziati, professori e dottori e, in un futuro abbastanza immediato, con un cervello elettronico”. Leggendario, come fu definito questo designer che seppe unire spirito pragmatico e grande creatività, con un’attenzione forte all’ergonomia, parola oggi diventata fin troppo di moda, che però ha portato alla ribalta l’importanza di coniugare il gusto alla visione d’insieme e alla funzionalità. Vengono in mente le parole del grande Gillo Dorfles che in una lezione tenuta a Roma negli anni Novanta del secolo scorso affermò che un design anti-funzionale non può essere giudicato bello. La
mostra si inserisce nella splendida cornice della Villa settecentesca, dalla quale si possono ammirare i giardini di Porta Venezia ed è anche l’occasione per visitare le due collezioni permanenti, Vismara e Grassi, tra pittura, scultura, alcune ceramiche come un bel vaso di Picasso e dei manifesti, segnatamente di Toulouse-Lautrec: un percorso che dalle opere di Francesco Hayez e della Scapigliatura con Daniele Ranzoni e Tranquillo Cremona arriva alla seconda metà del Novecento, fino al 1964, data della morte di Morandi del quale ci sono dei quadri e delle incisioni. Accostamento singolare e spiazzante, per certi aspetti stonato ma certamente di impatto, quello tra le opere di Joe Colombo e le figure romantiche di Hayez o la ricchezza sontuosa della sala da ballo, o ancora il posizionamento di una poltrona in vimini sotto un lampadario di cristallo.
Nel 1954Joe Colombo installa alla Triennale di Milano le Edicole Televisive, dove apparecchi Zenit diffondevano immagini e le persone potevano seguire trasmissioni informative;
appassionato di jazz, insieme agli artisti Enrico Baj e Sergio Dangelo, arreda lo storico Jazz Club Santa Tecla con un collage di manifesti e manichini disintegrati che pendevano dal soffitto: comincia così il percorso straordinario di Joe Colombo (1930– 1971) – sempre alla ricerca di nuove tecnologie e materiali, al confine tra formazione artistica e industriale – non a caso definito il profeta del design. A lui e alla sua incontenibile fantasia proiettata nel futuro, è dedicata la mostra CARO JOE COLOMBO, CI HAI INSEGNATO IL FUTURO, organizzata da Suazes con la Galleria d’Arte Moderna di Milano e l’archivio Joe Colombo, che racconta l’evoluzione della sua storia e il suo costante interesse verso nuove forme di progresso. Il percorso espositivo parte dalle prime esperienze degli Anni Cinquanta, dall’adesione al Movimento Arte Nucleare e la prima progettazione della Città Nucleare in cui troviamo già una città residenziale e una sotterranea con automobili, servizi, magazzini e metropolitana. La morte del padre e il suo necessario coinvolgimento nell’azienda di famiglia, lo portano a un cambiamento radicale con l’abbandono del mondo artistico e l’incontro con quello
industriale, ma l’esperienza si rivela cruciale per Colombo, che impara tecniche costruttive, di produzione e incontra i nuovi materiali plastici. Dopo qualche anno, infatti, cede l’attività e apre il suo primo studio a Milano. Gli Anni Sessanta si aprono con il premio IN-ARCH per il controsoffitto in metacrilato nell’Albergo Continental a Platamona in Sardegna (1964), e la progettazione con il fratello Gianni della sua prima lampada Acrilica per O-Luce con cui vince la Medaglia d’oro alla XIII Triennale di Milano (1964).La capacità di astrazione sviluppata nei primi anni di attività e la successiva concretezza sviluppata nel suo periodo aziendale, lo portano a proporre oggetti di design con forme e materiali nuovi e con idee innovative sui modi di vivere del futuro. La passione per la meccanica, il suo non sentirsi vincolato dai contesti architettonici che lui immagina sempre più piccoli e trasformabili, insieme ai suoi studi di ergonomia e psicologia, lo portano a realizzare progetti radicalmente innovativi come il Sistema Programmabile per Abitare, monoblocchi polifunzionali come la MiniKitchen per Boffi ed il Box 1 per La Linea arrivando anche a proporre Habitat Futuribili come Visiona 1 per Bayer, il Total Furnishing Unit per MOMA, o la sua stessa casa in Via Argelati a Milano. La mostra è accompagnata dal catalogo Joe Colombo. Designer. Catalogo Ragionato 1962 – 2020, edito da Silvana Editoriale. Partner sono B-Line, Bonacina 1889, Oluce, Trep e Partner tecnici Fantoni, Linea Light Group – Stilnovo.
Il percorso di un designer singolare
Joe Colombo definito nel 2000 come “il profeta del design” da Stefano Casciani e Anna Del Gatto in una trasmissione televisiva della RAI, è nato nel 1930 a Milano dove concluderà la sua significativa pur breve carriera di designer a soli 41 anni. Nel periodo in cui è studente all’Accademia d’Arte di Brera e al Politecnico di Milano, si dedica all’Arte Nucleare e frequenta gli artisti Enrico Baj e Sergio Dangelo e dal1951 partecipa alle varie mostre del Movimento Nucleare. Nel 1954 fa parte del Comitato esecutivo Mac Espace con Bruno Munari e Gillo Dorfles. Nello stesso anno partecipa alla X Triennale di Milano con due allestimenti, uno per le Ceramiche di Albisola e l’altro per l’installazione di Edicole televisive di apparecchi Zenit. Era appassionato di montagna, di musica Jazz e di automobili. Sciava a livello professionale e frequentava il Jazz Club Santa Tecla che aveva arredato insieme a Baj e Dangelo con un “collage” costituito da manifesti della pittura nucleare e da manichini disintegrati che uscivano perpendicolari dalle pareti e dal soffitto. Riprende la sua carriera, dopo una breve attività nell’industria paterna a causa della morte di suo Padre nel 1959, con l’apertura del suo primo studio e dal 1962 inizia l’attività di designer con la lampada Acrilica l’unico progetto in collaborazione con suo fratello Gianni. La sua formazione artistica e l’esperienza di dirigente industriale lo aiuta a stabilire un rapporto approfondito tra il mondo del design e quello della produzione industriale. L’interesse verso nuove forme di espressione, senza le costrizioni imposte dagli schemi tradizionali e la costante ricerca (nel campo) delle nuove tecnologie e materiali, sono tangibili tra le numerose testimonianze dell’originalità nel campo del design e dell’architettura. Oltre le già citate medagli d’oro, nel 1963 riceve due medaglie d’argento per il COMBI-CENTER e la MINI-KITCHEN. Basandosi sul rapporto uomo-oggetto e uomo-habitat suggerisce i nuovi modi di abitare come il progetto dell’appartamento sperimentale del gruppo DOMUS RICERCA, di cui fa parte nel 1966 all’Eurodomus 1, e il SISTEMA PROGRAMMABILE PER ABITARE alla XIV Triennale nel 1968.Queste proposte vengono poi sviluppate negli Habitat Futuribili, VISIONA 1, progettato per conto della Bayer al Salone Interzum di Colonia nel 1969 e il TOTALFURNISHING UNIT in occasione della mostra Italy: The New Domestic Landscape al MoMa di NewYork nel 1972.Tra i premi importanti ricordiamo il Compasso d’Oro per la lampada SPIDER e quello per il CANDYZIONATORE della Candy; l’International Design Award per la COUPE’ e la SPRING, entrambe prodotte da O-Luce; il premio Tecnhotel per la sedia UNIVERSALE della Kartell e il premio SMAU per il carrello BOBY di B-Line. Molte sue opere sono state esposte e fanno parte delle collezioni dei più importanti musei di tutto il mondo.
Chi è Joe Colombo
La catalogazione e l’archiviazione dei lavori di Joe Colombo avviene nel 1968 con l’ingresso nello studio dell’architetto Ignazia Favata che organizzerà anche lo sviluppo dei lavori e la loro presentazione alla committenza. Viene subito creato uno schedario coni riferimenti dei lavori: numero di codice, data, titolo, nome del committente, tipologia del prodotto, numero di disegni, presenza di schizzi, pubblicazioni, mostre, premi, foto personali e foto di prodotti, di realizzazioni, ecc. Da allora lo schedario è stato digitalizzato, e sono stati aggiunti libri con pubblicazioni e libri monografici, mostre collettive e monografiche, riedizioni e nuove produzioni su schizzi originali. Tra i libri monografici ricordiamo Joe Colombo Designer 1930-1971 di Ignazia Favata del 1988; Joe Colombo: lighting design–interior design di Marco Romanellidel 2002; Joe Colombo- I maestri del design collana diretta da Andrea Branzi del 2011; Joe Colombo- Protagonisti del Design collana diretta da Vando Pagliardini del 2013; Joe Colombo. Soluzioni globali e futuribili dell’habitat-Lezioni di architetturae design collana diretta da Alessandra Coppa del 2016; Joe Colombo. Designer.1962-2020 di Ignazia Favata edito da Silvana Editoriale del 2021. Tra le principali mostre monografiche sono “L’opera di Joe Colombo” alla 15aTriennale di Milano nel 1973, “Joe Colombo” al Musée d’Art Moderne a Lille métropole del 1984;“I Colombo” alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea dell’Accademia Carrara di Bergamo del 1995; “Joe Colombo” al 35° Salone del Mobile del 1996 per il COSMIT; mostra itinerante “Joe Colombo. Inventing the future” organizzato dal Vitra Design Museum al Triennale di Milano, a Weil am Rhein, alla Manchester Art Gallery, al Musée des Arts Décoratifs-Louvre, di Parigi, al Landesmuseum Joanneum di Graz, al Grassimuseum di Leipzig, 2005-2009.
a cura di Ilaria Guidantoni