L’intervento del factor al fianco delle aziende in crisi è indispensabile per poter fornire finanza fresca in un momento in cui è molto difficile trovare interlocutori disposti a farlo. E questo ruolo continua a essere importante anche quando l’azienda è formalmente uscita dalla situazione di forte criticità, perché il sistema bancario e gli stessi fornitori restano molto diffidenti con chi ha appena affrontato un percorso di risanamento attraverso l’attivazione di uno strumento di soluzione negoziale della crisi d’impresa (si vedano invece qui i precedenti approfondimenti sul ruolo del factor nella fase di emergenza della crisi, nella fase di sviluppo della procedura concorsuale e nella fase del rilancio).
Ma il ruolo del factor non si esaurisce nel compito di erogare nuova finanza. Anzi. Via via che l’azienda torna alla normalità e genera crediti, diventa sempre più cruciale avere un interlocutore che l’affianchi nella valutazione e gestione di questi crediti. Lo ha spiegato a BeBeez Elisa Addis, responsabile del Credit Management di Generalfinance.
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a Elisa Addis di Generalfinance
“Attività peculiare di Generalfinance è in primo luogo instaurare un contatto con il debitore ceduto e poi occuparsi del rimborso del credito”, ha spiegato Elisa Addis, aggiungendo che Generalfinance è ben attrezzata per svolgere questo compito, grazie al fatto che “da sempre ha avuto a che fare con società in stato di crisi e quindi ha sviluppato una profonda capacità di valutazione dei debitori”. Una capacità che è stata messa a dura prova nel 2020, con la crisi innescata dalla pandemia da Covid-19.
“Quando è scoppiata la pandemia, come sappiamo moltissime aziende sono state travolte da una situazione mai vissuta prima che le ha portate a chiedere in massa la sospensione e/o il riscadenziamento dei loro debiti”, ha ricordato Addis, aggiungendo che “in quel momento ci siamo trovati quindi a ricevere un’enorme quantità di richieste, ben 1200, da parte dei debitori ceduti, da gestire di concerto con le aziende cedenti nostre clienti. è importante, infatti, valutare ogni situazione, cercando di capire se si tratta di posizioni sostenibili nel tempo, soprattutto in considerazione della situazione generale del comparto merceologico di appartenenza, tenendo conto anche delle esigenze di business e finanziarie dei cedenti”.
L’approccio ha evidentemente funzionato, visto che “sebbene non avessimo mai immaginato di dover far fronte a così tante richieste di riscadenziamento, peraltro in un lasso di tempo assai ravvicinato, alla fine l’80% delle richieste che abbiamo accolto si è poi risolta in modo del tutto positivo, mentre solo per il residuo 20% è stato necessario adottare ulteriori accorgimenti tramite la collaborazione del cedente, il quale ha ritenuto di intervenire personalmente al fine di salvaguardare la proficua prosecuzione del rapporto commerciale con il proprio cliente”.