Morato, gruppo internazionale nel settore della panificazione industriale, controllato da Aliante Equity, con la famiglia Morato in minoranza, ha annunciato l’acquisizione della maggioranza del capitale di NT Food, azienda toscana specializzata in prodotti da forno senza glutine e all’avanguardia nell’ambito delle intolleranze e dei regimi dietetici alternativi. Nicoletta e Giovanna Del Carlo, socie fondatrici di NT Food, rimarranno alla guida della società in collaborazione con Morato e continueranno a detenere una quota di minoranza (si veda qui il comunicato stampa).
Morato Group si è avvalso della consulenza di Aliante Partners come advisor finanziario e di Giliberti, Triscornia e Associati per l’assistenza legale sull’operazione. La due diligence finanziaria e fiscale è stata seguita rispettivamente da Deloitte Advisory e da STS Deloitte. Le venditrici di Nt Food si sono avvalse della consulenza di Nobel Partners Advisory in qualità di advisor finanziario, di Deloitte Legal per l’assistenza legale e dello studio Bulckaen come fiscalista dell’operazione.
Con un fatturato di 35 milioni di euro, sviluppato per oltre l’80% dal business a brand, Nt Food rappresenta un punto di riferimento nel settore del gluten free e dei prodotti salutistici proprio grazie ai marchi Nutrifree e Nutrisì che, da quasi vent’anni, sono sinonimo di qualità e di grande sensibilità verso le nuove esigenze nutrizionali. I prodotti di Nt Food sono realizzati all’interno dei trestabilimenti produttivi interamente dedicati al senza glutine, situati tra Altopascio (Lu) e Porcari (Lu): oltre 7.000 mq che accolgono le diverse linee produttive, tra cui panificati, fette biscottate, miscele di farine, pangrattato, biscotti, snack salati ma anche lievitati dolci come cornetti, brioche e prodotti da ricorrenza.
Nicoletta Del Carlo, ceo e cofounder di Nt Food, ha commentato: “Più volte nel nostro percorso abbiamo scelto di abbracciare il cambiamento e questo ci ha permesso di evolverci, di cogliere nuove opportunità. Il gruppo Morato oggi rappresenta quell’opportunità. E ci sentiamo di coglierla, forti di una visione imprenditoriale e valori condivisi”. E Giovanna Del Carlo, cfo e cofounder di Nt Food, ha aggiunto: “In un momento molto positivo per la nostra azienda, l’ingresso nel gruppo Morato è senza dubbio un’occasione per dare ancora più forza e solidità al nostro percorso, consentendoci di accedere a importanti sinergie industriali e dando un nuovo impulso allo sviluppo estero”.
Stefano Maza, ceo del Gruppo Morato, ha commentato: “Siamo molto soddisfatti di aver portato a termine questa operazione, che rientra nell’ambito del nostro piano strategico finalizzato allo sviluppo nel mercato dei prodotti bakery, attraverso il consolidamento del presidio in Europa. In particolare, questa acquisizione ci permetterà di creare significative sinergie a livello di innovazione di prodotto, di processo e distributive, aprendo nuove interessanti opportunità in canali e segmenti specializzati e rafforzando la nostra gamma d’offerta a marchio”.
Il Gruppo Morato oggi è una realtà internazionale e rappresenta il secondo player nel mercato della panificazione industriale in Italia e in Spagna, con un fatturato consolidato superiore ai 300 milioni di euro di cui oltre il 40% sviluppato all’estero. In particolare in Spagna nell’agosto 2021 ha acquisito un impianto di produzione di vari tipi di prodotti da forno dal gruppo spagnolo Cerealto-Siro in tandem con la bresciana Casalini, azienda di prodotti da forno che nel 2013 era assurta agli onori della cronaca per aver rilevato dal gruppo Ragosta lo storico marchio di pasticceria Lazzaroni (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2020, invece, Morato sempre in Spagna aveva comprato il ramo d’azienda dei prodotti da forno salati, sempre da Cerealto-Siro, contestualmente all’acquisto in Italia del produttore di grissini a marchio Roberto (si veda altro articolo di BeBeez). Anche in Italia, infatti, Morato ha fatto shopping negli ultimi anni. Oltre ai grissini Roberto, infatti, un anno fa ha comprato Ro.Mar. Semenzato dal fondo Alto Capital III, gestito da Alto Partners (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza, nell’ottobre 2020 aveva comprato da Granarolo la controllata Pandea, specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno con e senza glutine. L’operazione era stata chiusa in collaborazione con la società Armando De Angelis, guidata da Paolo Pigozzo, ex direttore generale della stessa Pandea. Quest’ultima, che opera a Parma dal 1946, era stata acquisita a fine 2016 da Granarolo da un’asta fallimentare indetta dal Tribunale di Verona. Nell’ottobre 2019, infine, Morato aveva acquisito anche il produttore italiano di piadine Orva, sino a quel momento di proprietà dell’imprenditore Luigi Bravi (si veda altro articolo di BeBeez).
Nei suoi 14 stabilimenti dislocati tra Italia e Spagna, il gruppo produce pani a fette (sandwich, cassetta, tramezzini), bruschette, panini dolci e salati e piadine; inoltre, produce sostituti del pane croccanti, tra cui in primis grissini e crostini. Considerando sia il business a marca che le private label, in Italia il gruppo detiene una quota di mercato a volume di oltre il 30% sui pani industriali e del 10% nel segmento dei grissini; inoltre, con le sue marche principali, può vantare in Italia la leadership all’interno di molti segmenti del bakery salato.
La storia di Morato è piuttosto articolata. Nel 2006 era uscita dalla galassia Kamps-Barilla ed era stata ricomprata dalla famiglia Morato che, con Aliante Equity Investments e NEM Imprese (gestito da NEM sgr, oggi Alkemia Capital sgr, che a sua volta fa capo al fondo svizzero Montana Capital Partners), aveva rilevato il 70% della società detenuto da Harry’s France/Kamps (Barilla). Il resto del capitale era già in mano alla famiglia Morato che, dopo l’apertura a Kamps, aveva mantenuto il 30% del pacchetto azionario della società. Al tal fine era stata creata una newco (Progetto Pane) partecipata al 60% dalla famiglia Morato, al 25% da Aliante e al 15% dal fondo Nem Imprese. Successivamente, nel 2012, Aliante Equity, tramite il fondo Equity 3, ha incrementato la sua quota sino al 55% anche rilevando quella di NEM, portando poi negli anni la quota al 68%.