Migliorare l’accessibilità portuale con il rafforzamento delle opere ferroviarie con impatti positivi sull’occupazione e l’ambiente. Questi gli obiettivi del finanziamento da 160 milioni che Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), Intesa Sanpaolo e Banca Europea degli Investimenti (Bei) hanno concesso a La Spezia Container Terminal (Lsct, società del Gruppo Contship Italia, a sua volta parte del gruppo Eurokai), leader nella movimentazione di merci e gestore del terminal ligure, per lo sviluppo infrastrutturale del porto di La Spezia (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, le risorse sosterranno il piano di investimenti di Lsct, perfezionato il 29 luglio 2022 con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, dedicato all’acquisto di nuove gru di banchina di ultima generazione, di quelle di piazzale Asc, e di altre gru dedicate al servizio di terra, oltre al miglioramento dell’infrastruttura nel suo complesso.
Come si legge sul sito shippingitaly.it, l’investimento principale riguarda l’ampliamento del Ravano per un importo pari a circa 220 milioni di euro (110 per opere civili e 110 per l’equipment). Considerando altri nuovi investimenti da realizzare (di cui 5 milioni in automazione) e quelli già realizzati dal 2012, gli investimenti complessivi previsti del piano di impresa sono pari a 277 milioni di euro. Il terminalista acquisterà 5 nuove gru di banchina e 16 gru di piazzale automatizzate.
I lavori riguarderanno principalmente: La costruzione di una nuova banchina; La realizzazione di un piazzale operativo; i lavori presso La Marina del Canaletto; infine, il rafforzamento dell’impianto ferroviario nel movimento a terra delle merci. Lo sviluppo di tali opere permetterà al terminal di raggiungere una capacità totale di movimentazione pari a circa 2 milioni di Teus e una quota di trasferimento delle merci tramite ferrovia che aumenterà dall’attuale 33% fino al 50%. In questo modo il Porto di La Spezia potrà diventare sempre più centrale nel Mar Ligure, dove rappresenta uno dei punti di ingresso dei principali corridoi di trasporto che collegano l’Europa centrale e settentrionale.
L’operazione è stata strutturata dalla Direzione Corporate Finance Mid-Cap della Divisione Imi Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (che agirà inoltre in qualità di Banca Agente), da Cdp e da Bei. Il prestito ha una durata complessiva di 15 anni con un periodo di disponibilità fino a dicembre del 2025.
I lavori di ampliamento, razionalizzazione ed efficientamento del terminal, infatti, potranno aumentare La competitività del sistema logistico nazionale nel suo complesso, anche grazie all’adozione di soluzioni di automazione ed elettrificazione all’avanguardia, in linea con i più moderni porti del Nord Europa.
Il progetto è coerente con il Piano Strategico 2022-2024 di Cdp e segue le priorità di intervento individuate dalle Linee Guida Strategiche Settoriali relative ai Trasporti e Nodi Logistici. Inoltre, punta a generare impatti positivi sull’ambiente pur considerando l’importante aumento delle movimentazioni. Le emissioni di CO2 per Teu movimentato, a regime, verranno dimezzate, mentre quelle complessive a partire dal 2026 saranno ridotte di circa il 10%.
Il programma di investimento è in linea con il principio Dnsh di non arrecare danni significativi all’ambiente sui sei obiettivi definiti nell’ambito del sistema di tassonomia europea. Si stimano anche impatti positivi sui livelli occupazionali di tipo sia diretto sia indiretto, considerando anche l’indotto che sarà attivato.
Andrea Clerici, Capo Divisione BEI per finanziamenti Infrastrutture, Energia e Settore Pubblico in Italia e Malta, ha dichiarato: “Con questa operazione La BEI si conferma come il principale finanziatore dei porti italiani e, ancora una volta, dimostra il proprio impegno nel sostenere lo sviluppo economico e La decarbonizzazione del settore portuale, un elemento fondamentale per permettere all’Italia di rimanere uno dei principali attori europei per il trasporto marittimo”.
“Siamo orgogliosi di poter sostenere, in sinergia con sistema bancario e istituzioni europee, il piano di investimenti di La Spezia Container Terminal che portera’ alla realizzazione di progetti con un impatto significativo in un settore strategico come quello portuale”, ha detto da parte sua Carlo Lamari, Responsabile Infrastrutture Cdp. Che ha aggiunto: “Tutte le opere verranno realizzate in base a criteri di sostenibilità e innovazione e permetteranno di generare ricadute positive sul territorio in termini occupazionali e ambientali”.
Infine, Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo ha spiegato: “E’ motivo di soddisfazione avere un ruolo primario in un’operazione di tale calibro, che ci permette di guardare avanti in un momento difficile, con ritorni ben tangibili per tutta l’area e non solo. Il nostro Gruppo, nell’orizzonte del PNRR, ha messo a disposizione 410 miliardi di euro di finanziamenti. L’obiettivo è preciso: accelerare La ripresa del Paese, La digitalizzazione e La transizione green attraverso le imprese del territorio, nelle quali poniamo la massima fiducia”.
Il Piano occupazionale, già partito nel 2022, dalle 595 unità impegnate nel 2021 prevede un aumento dei dipendenti diretti che passeranno a circa 694 al completamento delle opere, a partire dal 2026. Invece il complesso dei dipendenti indiretti e indotti passerà dalle 2.256 unità attuali sino a circa 2.900 unità al regime dell’incremento dei volumi di traffico, a partire dal 2033. Il piano occupazionale, tiene conto di un nuovo modello di organizzazione del lavoro che prevede, nelle aree di nuova realizzazione, la “semi-automazione” delle attività di movimentazione, richiedendo l’occupazione di personale operativo e manutentivo maggiormente specializzato nell’area meccatronica.
Shippingitaly.it ricorda che a luglio 2022 ricorrevano dieci anni esatti dal primo accordo (quasi completamente disatteso) firmato per un ampliamento del terminal e una proroga della concessione (53 anni) di Spezia. E a luglio c’è stata la firma storica che ha permesso di far decollare il progetto che oggi la cordata Bei, CDP e Intesa finanziano. L’accordo era stato siglato da Thomas Eckelmann, presidente di La Spezia Container Terminal e Mario Sommariva, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale. Presenti anche Cecilia Eckelmann Battistello, presidente di Contship Italia, il comandante della Capitaneria di Porto della Spezia, C.V. (CP) Alessandro Ducci, l a.d. di LSCT Alfredo Scalisi e il general manager, Walter Cardaci.
Quanto al gruppo Eurokai, va detto che nei nove mesi del 2021 ha registrato in Italia una movimentazione complessiva pari a 1.339.626 teu, in crescita del +13,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. La Spezia con 974.174 Teu è cresciuta del +26%. La storia del gruppo è molto interessante. Negli oltre 50 anni dalla sua fondazione, si è trasformata da azienda familiare con sede ad Amburgo in un gruppo internazionale. Tra le pietre miliari della storia dell’azienda figurano la quotazione in borsa delle azioni privilegiate e dei certificati di partecipazione (1985) e la fondazione del terminal container Liscont in Portogallo (1985), l’ultimo successo imprenditoriale di Kurt Ecklemann, che aveva fondato l’azienda nel 1961. Il 3 agosto 1986, il figlio di Kurt Eckelmann, Thomas Eckelmann, prese le redini come presidente del consiglio di amministrazione. Uno dei punti salienti dei primi anni fu l’espansione delle attività commerciali in Italia attraverso l’acquisizione di una partecipazione nel terminal container di La Spezia nel 1986. Tra le altre, l’acquisizione delle vicine aziende amburghesi Holzmüller Seehafenbetrieb (1988) e PCO Stauereibetrieb PAETZ & Co. (1987) e l’acquisizione della licenza operativa per il Medcenter Container Terminal di Gioia Tauro nel 1993. A metà degli anni ’90, le principali compagnie di navigazione container hanno stretto alleanze globali. Ciò ha reso necessario un ripensamento strategico di Eurokai e il consolidamento delle attività container di Eurokai e Bremer Lagerhaus-Gesellschaft ha portato nel 1999 alla fondazione di Eurogate. Parallelamente, nel 1999, l’azienda ha acquisito il restante 66,6% delle azioni di Contiship Italia., di cui Eurokai deteneva in precedenza il 33,4%. Si è poi si è trasformata in un gruppo le cui attività principali si concentrano sulla movimentazione dei container, ma che offre anche servizi di trasporto intermodale e cargomodale.