Sull’omologa del concordato preventivo di Moby e CIN è tutto rimandato al 13 ottobre, quando il Tribunale di Milano si pronuncerà definitivamente sulla proposta (si veda qui il comunicato stampa) sebbene le rispettive adunanze dei creditori abbiano già dato i loro benestare tra giugno e luglio. A opporsi all’omologa e a presentare ricorso è stata infatti Grimaldi Euromed, grande gruppo dello shipping e della logistica, per questo l’autorità giudiziaria ha deciso di rinviare la decisione, già attesa per l’udienza del 29 settembre (si veda altro articolo di BeBeez).
Più nel dettaglio, come si legge nel testo della Relazione dei commissari giudiziali di Tirrenia CIN sulla proposta di piano concordatario (a pag. 211, testo disponibile agli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), depositata lo scorso maggio, lo scorso 12 aprile Grimaldi ha convenuto in giudizio, dinnanzi al Tribunale di Milano Sezione Imprese, Moby e CIN per l’accertamento dei danni indicati in un totale di 147,2 milioni di euro “determinati da una asserita indebita condotta delle convenute”, con richiesta di condanna di Tirrenia-CIN “al risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, da essa cagionati a Grimaldi Euromed spa, tanto a titolo di danno emergente quanto a titolo di lucro cessante, da quantificarsi in corso di causa”. Non solo. Con una pec inviata il 5 maggio Grimaldi ha poi sostenuto che “le proposte e i piani concordatari di Moby spa e di Compagnia Italiana di Navigazione spa e le relative attestazioni, pur menzionando tali condotte accertate in via definitiva, non ne traggono le dovute conseguenze di legge e, in particolare, non prevedono il risarcimento di tali danni subiti dalla nostra cliente, neppure quale rischio, per cui invece Grimaldi dovrà essere indicata per l’importo di euro 147.209.642,00 sopra indicato quale loro creditrice concordataria ed ammessa al voto dei rispettivi concordati, previa modifica sostanziale di tali proposte e piani concordatari, integrazioni delle relative attestazioni e, conseguentemente, nuova valutazione da parte dei competenti organi delle relative procedure concordatarie dei presupposti per l’ammissione di tali società alle procedure concordatarie stesse.”.
Ricordiamo che l’adunanza dei creditori di Moby ha poi dato il via libera al piano concordatario della compagnia del gruppo armatoriale controllato dalla famiglia Onorato lo scorso 20 giugno (si veda qui altro articolo di BeBeez). Mentre l’adunanza dei creditori di CIN ha dato il suo ok in due tappe (si vedano qui i comunicati stampa di giugno e di luglio). In particolare il via libera di Tirrenia in amministrazione straordinaria, principale creditore di CIN, è arrivato lo scorso 15 luglio. Proprio grazie al voto favorevole da parte di Tirrenia in A.S. è stata ottenuta la maggioranza dei creditori aventi diritto al voto (96%) ed è stata raggiunta la maggioranza di voti favorevoli al piano. L’intera situazione era stata sbloccata lo scorso marzo quando il gruppo MSC, che fa capo all’armatore Gianluigi Aponte, ha annunciato che andrà in soccorso del gruppo Moby sottoscrivendo un aumento di capitale da 81 milioni di euro per il 25% in modo da mettere il gruppo facente capo alla famiglia Onorato in condizione di pagare quanto dovuto da Moby e dalla controllata CIN a Tirrenia in AS. MSC si è inoltre riservata il diritto di incrementare l’aumento di capitale per un massimo di ulteriori 69 milioni di euro e arrivare così al 49% del capitale, senza diritti di governance. (si veda altro articolo di BeBeez).
Dalla decisione del Giudice di Milano dipende, inoltre, il destino dei creditori, visto che l’omologa dei due piani concordatari di Moby e CIN è la condizione necessaria affinchè diventi efficace anche l’Accordo paraconcordatario firmato lo scorso 14 luglio (testo disponibile agli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), che prevede il rimborso degli obbligazionisti e dei finanziatori senior, una volta eseguiti i due piani concordatari.
Ricordiamo che nei suoi punti essenziali i piani concordatari prevedono:
i) la costituzione di un fondo chiuso (ShipCo), che sarà gestito da Finint Investments sgr;
ii) la cessione da Moby e CIN a ShipCo della maggior parte della loro flotta (9 navi per 333,5 milioni di euro), in cambio della fornitura di nuova finanza e l’assunzione di debiti;
iii) la fusione tra Moby e CIN (OpCo);
iv) il noleggio da ShipCo a OpCo della flotta acquistata e la vendita di alcune navi tra il 2022 e il 2025;
v) il riacquisto (a determinate condizioni) della rimanente flotta da parte di OpCo entro il 2025.
A tutto questo, però, si diceva, si oppone Grimaldi Euromed, colosso italiano della logistica, che già nel 2021 si era espresso contro in merito alla richiesta da parte Tirrenia-CIN dell’intervento del Ministero dello Sviluppo Economico a supporto del business (si veda comunicato stampa di allora). Secondo la compagnia armatoriale, infatti, la concorrente “ha beneficiato nel corso degli anni di enormi vantaggi competitivi, ricevendo centinaia di milioni di euro di sussidi da parte dello Stato; non ha pagato allo Stato Italiano quanto dovuto per l’acquisto degli asset della vecchia Tirrenia di Stato, pari a circa 200 milioni di euro; non paga da anni molti dei suoi creditori (banche, obbligazionisti, ecc.) e fornitori; e non paga allo Stato le tasse portuali relative all’approdo delle proprie navi negli scali italiani”.
Con il dissesto finanziario di Tirrenia-CIN e della capacità finanziaria del gruppo napoletano erano circolate voci, poi smentite (si veda comunicato stampa), di un interesse del gruppo Grimaldi ad acquistare parte dei debiti delle società che fanno capo a Vincenzo Onorato, a capo della holding Onorato Armatori srl, che insieme a Moby e CIN, all’Ad Hoc Group (composto da Aptior Capital Master Fund, BlueBay Asset Management, Cheyne European Strategic Value Fund e System 2 Master Fund), ed altri obbligazionisti ha sottoscritto l’Accordo paraconcordatario di cui sopra.
Il gruppo partenopeo è tornato sulla vicenda nella recente XXV Euromed Convention, dove l’amministratore delegato Emanuele Grimaldi ha affermato di avere “già due arbitrati in corso con Moby”, e di stare facendo “di tutto per recuperare quanto ci spetta” riferendosi alle richieste di risarcimento per i danni provocati da Tirrenia Cin ai traghetti Amsicora e Bonaria e per quella riguardante l’abuso di posizione dominante accertato sulle rotte da e per la Sardegna. “Mi risulta sia stata posticipata l’omologa del concordato preventivo dopo l’udienza tenutasi proprio ieri” ha aggiunto Grimaldi riferendosi alla procedura richiesta dal gruppo controllato da Vincenzo Onorato (si veda qui Shipping Italy).