Torna in auge il dossier Lega Calcio Serie A tra i fondi di private equity internazionali, dopo che l’anno scorso il progetto di una media company sposato dall’ex presidente Paolo Dal Pino era andato in soffitta a causa dell’opposizione di una serie di club (si veda altro articolo di BeBeez).
Negli ultimi giorni, infatti, stando a indiscrezioni raccolte da varie fonti, sono arrivate sul tavolo della Lega manifestazioni di interesse da parte del fondo Searchlight e di un consorzio di fondi formato da Carlyle, Apax e Three Hills, ma c’è da scommettere che sono saranno i soli, visto che gli anni scorsi la lista era stata lunga e che i pretendenti non erano stati limitati ai soli fondi di private equity, ma si erano palesati anche fondi di private debt.
Dal Pino nella sua lettera di dimissioni dello scorso 1* febbraio era tornato sul tema della media company nella quale far entrare i fondi: “Sin dall’inizio del mio mandato, ho cercato di affrontare i temi critici della Governance della Serie A e dell’innovazione, portando avanti la creazione di una Media Company e l’ingresso nel capitale dei fondi di Private Equity. Il primo progetto é stato realizzato nei fatti con il centro IBC di Lissone grazie al lavoro della struttura della Lega e spero che a breve avvenga anche la trasformazione della Governance con un modello di public company. La proposta dei fondi si è invece arenata per i motivi che conoscete. La bontà del progetto è stata poi purtroppo certificata da altri, con la Liga Spagnola che ha concluso un accordo con il Private Equity che aveva iniziato tutto con noi (CVC, ndr) e con altre Leghe europee che stanno portando avanti la stessa visione strategica”.
Dal Pino si riferiva in particolare a Inter e Juventus che hanno sempre cercato di opporsi a un’alleanza con i fondi private equity per creare una media company a cui trasferire i diritti tv e di cui i fondi CVC, Advent e FSI avrebbero preso il 10% per 1,7 miliardi di euro, per una valutazione complessiva quindi della società di 17 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez).
A proposito delle nuove offerte, non sono emerse per ora cifre, ma è evidente che i club della Lega, ora presieduta da Lorenzo Casini, non potranno non prendere come riferimento quell’ultima valutazione. Lo scorso 28 settembre, in occasione dell’assemblea della Lega (si veda qui il comunicato stampa sull’ordine del giorno), si dice sia stato presentato il progetto di Carlyle, Apax e Three Hills, che a differenza di quello di Searchlight, non prevederebbe più la costituzione di una media company. Per condurre l’operazione i tre fondi hanno già costituito un veicolo lussemburghese ad hoc, battezzato Love for Football sarl (si veda qui Il Sole 24 Ore). Tuttavia Lazio e Juventus avrebbero già espresso la loro contrarietà.
Ricordiamo che lo scorso dicembre 2021 CVC ha siglato l’accordo sul progetto Boost LaLiga, per acquisire per 1,994 miliardi di euro una quota dell’8,2% nel capitale di una media company, valutata nel complesso circa 24,5 miliardi, a cui saranno trasferiti i diritti tv e di sponsorship de La Liga spagnola per i prossimi 50 anni. Su un totale di 42 club soci de La Liga, soltanto 5 hanno votato contro (si veda qui il comunicato stampa di allora) e tre (Real Madrid, Barcelona e Athletic Bilbao) hanno intentato una causa legale per bloccare l’accordo. Tuttavia a inizio dello scorso marzo il tribunale di Madrid ha respinto il ricorso (si veda qui Reuters).
Sempre CVC nel marzo scorso ha ottenuto all’unanimità il via libera dall’assemblea de La Ligue 1 francese a un progetto analogo, che prevede la costituzione di una media company, valutata 11,5 miliardi di euro, di cui il fondo possiederà il 13,04% per un corrispettivo di 1,5 miliardi di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Intanto nei giorni scorsi è tornato in auge anche un progetto simile in relazione alla Bundesliga tedesca. Si dice che si siano fatti avanti Advent, Blackstone, Bridgepoint, CVC e KKR e che il progetto preveda la costituzione di una media company valutata attorno 18 miliardi di euro di cui potrebbe essere ceduto un 25% ai fondi con un introito quindi di circa 4,5 miliardi per i club (si veda qui il Financial Times).