Sarebbe finalmente entrata nel vivo l’asta per Fabbrica Italiana SIntetici (FIS), gruppo con sede a Vicenza, leader in Italia e tra i primi in Europa nei principi attivi per l’industria farmaceutica, sul mercato dall’estate 2022 (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore, infatti, questa settimana, sul tavolo degli advisor Houlihan Lokey e Zulli Tabanelli, sarebbero attese le offerte non vincolanti per il controllo del gruppo fondato nel 1957 ad Alte di Montecchio Maggiore, alle porte di Vicenza, è oggi controllato (attraverso Nine Trees Group spa) dalla famiglia Ferrari (imparentata con la famiglia Zambon).
Si dice che tra i maggiori interessati ci sarebbero i fond Bain Capital, Carlyle e Apax. L’estate scorsa si parlava anche di Permira e Advent, mentre non si faceva ancora il nome di Apax. In ogni caso il deal è alla portata dei soli grandi fond iinternazionali, visto che si parla di una valutazione superiore a un miliardo di euro.
D’altra parte si tratta di un gruppo che, secondo quanto riferito da Fitch Ratings lo scorso marzo nel suo comunicato con il quale conferma il rating B corporate e B+ per il bond senior da 350 milioni di euro, nel 2022 ha visto crescere i ricavi del 23,2% dal 2021 (quindi attorno ai 690 milioni), quando il gruppo aveva chiuso il bilancio con ricavi consolidati a quota 562 milioni di euro (dai 491,6 milioni del 2020), di cui il 72% in Europa (di cui il 10% in Italia), il 15% in Nord America, il 12% in Asia e l’1% tra SudAmerica e Africa. Anche l’ebitda rettificato era cresciuto, raggiungendo quota 88,45 milioni (da 79 milioni), nonostante investimenti a loro volta in aumento a 48,9 milioni di euro (da 38 milioni). Il tutto con un debito finanziario netto passato da 216,3 milioni nel 2020 a 236,9 milioni nel 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre secondo Fitch il 2022 si è poi chiuso con un margine di ebitda dell’11,5% dal 14,5% del 2021 (quindi un ebitda 2022 attorno agli 80 milioni), ma la prospettiva è di un miglioramento graduale sino al 15,1% nel 2026. Quanto alla leva, Fitch stima che a fine 2022 il rapporto PFN/ebitda fosse di 6 volte, ma che a fine 2023 si sarà portato verso le 5 volte.
I buoni risultati del 2021 hanno consentito al gruppo nel febbraio 2022 di rifinanziare parte del debito in essere con l’emissione di un sustainability-linked bond senior secured come detto sopra da 350 milioni di euro con scadenza agosto 2027 e cedola del 5,625%. I bond quotati al Luxembourg Stock Exchange rispettano il sustainability framework firmato lo scorso dicembre 2021 dal gruppo. Contestualmente, FIS ha anche sottoscritto un contratto di finanziamento su base revolving da 50 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Il debito precedente includeva una serie di bond. Nel gennaio 2018, infatti, FIS aveva emesso un bond senior unsecured da 50 milioni di euro a scadenza gennaio 2028 che era stato interamente sottoscritto da Pricoa Private Capital, società del gruppo assicurativo statunitense Prudential Financial Inc. Contestualmente, Pricoa aveva sottoscritto con FIS un programma cosiddetto “Shelf Facility” per la possibile futura emissione di nuovi prestiti obbligazionari per un ammontare complessivo (incluso questo primo bond) pari a un equivalente di 125 milioni di dollari (si veda qui il comunicato stampa). Mentre nell’ottobre 2017 FIS aveva emesso un prestito obbligazionario da 50 milioni di euro, che era stato tutto sottoscritto da Cassa Depositi e Prestiti (si veda altro articolo di BeBeez). L’emissione, in scadenza nell’ottobre 2024, offre una cedola del 2,747% ed è quotata sul Third Market della Borsa di Vienna. Nella struttura del debito del gruppo ci sono poi anche linee di factoring e reverse factoring, come quelle erogate lo scorso anno da illimity per un totale di 44 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
FIS produce oggi in tre stabilimenti in Italia, a Montecchio Maggiore (Vicenza), Termoli (Campobasso) e Lonigo (Vicenza), è attiva negli Stati Uniti attraverso FIS North America e in Giappone attraverso FIS Japan e con un ufficio di rappresentanza a Shanghai. Il gruppo impiega 1800 dipendenti, di cui 240 dedicate all’attività di ricerca e sviluppo.