Dopo il grande rimbalzo del mercato m&a degli ultimi due anni, il primo trimestre del 2023 ha registrato una significativa frenata, sia a livello globale, sia a livello nazionale.
A livello globale la frenata è stata evidente con un totale di 594 miliardi di dollari spalmati su 10.236 operazioni dagli 1.189 miliardi del primo trimestre 2022 e 12.567 operazioni. In Italia, si sono chiuse invece 274 operazioni per 8 miliardi di euro contro i 17 miliardi del primo trimestre 2022 per 327 deal, dopo i 1.265 deal dell’intero 2022 per un controvalore di 85 miliardi di euro, che era già in calo dai 100 miliardi toccati nel 2021 (per 1.214 operazioni complessive) (si veda altro articolo di BeBeez).
Sono queste alcune delle considerazioni emerse dalla XIX edizione dell’M&A Award, il progetto di KPMG e Fineurop Soditic, tenuto in collaborazione con Università Bocconi, AIFI, Borsa Italiana e Class Editori che valorizza le migliori operazioni di fusione e acquisizione chiuse sul mercato italiano (si vedano qui il comunicato stampa e qui le slide di presentazione).
Che sul fronte globale le cose non andassero bene lo aveva già evidenziato l’editoriale di BeBeez Magazine dello scorso 15 aprile, quando aveva rilevato che il sito WSJMoneybeat (che in collaborazione con Dealogic mappa in tempo reale tutti i deal di m&a), al 13 aprile aveva già registrato un crollo del 49% nel valore delle operazioni annunciate nel mondo da inizio anno a quota 704,2 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E questo dopo che il 2022 si era a sua volta chiuso con volumi pari a 3,66 mila miliardi di dollari, in calo del 35% dal 2021. Peggio ancora è andata in Europa, dove da inizio 2023 si sono annunciate operazioni soltanto per 103 miliardi di dollari, in calo di ben il 70%. Un po’ meglio, se così si può dire, va negli Usa, con un calo del 46% a 326,1 miliardi.
Tornando all’Italia, la sensazione è che si vada in qualche modo contro corrente. E questo da un lato per i numerosi delisting da Piazza Affari a valle di opa che si sono chiuse, che si stanno per chiudere o che sono state annunciate (si veda qui il servizio di BeBeez Magazine del 4 marzo), e dall’altro perché la grande frammentazione che caratterizza molti settori continua a facilitare acquisizioni strutturate come add-on di gruppi industriali costruiti da fondi di private equiy e gli add-on, abbiamo visto negli anni scorsi, sono il tipo di deal che in Italia va per la maggiore soprattutto in momenti di difficoltà del mercato, quando essere una pmi isolata risulta più complicato per mantenere la propria competitività a livello internazionale. Meglio accettare di entrare a far parte di un gruppo più grande e godere di economie di scale di costi e ricavi.
E infatti, ha dichiarato Max Fiani, partner di KPMG: “L’outlook resta comunque positivo – La sensazione è che i grandi macro-trend legati alla transizione green, al digitale e all’internazionalizzazione continueranno a spingere il mercato. Nei prossimi mesi assisteremo sempre di più ad acquisizioni di competenze in ambito ESG e Digitale che serviranno alle imprese per ripensare i loro modelli di business.”
E per Eugenio Morpurgo, amministratore delegato di Fineurop Soditic “Sebbene manchino all’appello i grandi deal, sul mercato c’è fermento: si continua a registrare un flusso di operazioni di mid-market industriale guidate da investitori industriali e private equity.”
Quanto alle premiazioni, nella categoria m&a Estero su Italia il premio è stato assegnato all’olandese ASM, azienda leader dei semiconduttori, per l’acquisizione di LPE, produttore italiano di reattori epitassiali. “Questa operazione costituisce una pietra miliare importante per ASM”, ha affermato Benjamin Loh, presidente e ceo di ASM, che ha aggiunto: “Con Lpe intendiamo cogliere le grandi opportunità legate all’elettrificazione dell’industria automobilistica e alla spinta verso la decarbonizzazione. LPE con la sua forte cultura dell’innovazione è ben posizionata per soddisfare le esigenze dei clienti del settore automotive a livello globale”.
Per la categoria m&a Italia su Estero, il premio è stato assegnato ad ALI Holding, uno dei principali e più diversificati leader a livello mondiale nella produzione, progettazione e commercializzazione di attrezzature per il settore della ristorazione, di proprietà della famiglia Berti, per l’acquisizione della statunitense Welbilt. Un’
Per la categoria m&a Italia su Italia, il premio è stato attribuito a GVS, azienda quotata tra i leader mondiali nella fornitura di soluzioni filtranti per applicazioni nei settori medicale e di laboratorio, energia e mobilità e salute e sicurezza, per l’acquisizione di Haemotronic, realtà mondiale attiva nella produzione di dispositivi medici monouso utilizzati a supporto di tecnologie mediche avanzate. L’acquisizione contribuisce al percorso di crescita del portafoglio prodotti del Gruppo, che può così integrare e ampliare la gamma di prodotti offerti e rafforzare la propria presenza sul mercato europeo e nordamericano nel settore sanitario.
Infine, a Gi Group è stato assegnato il premio speciale Finanza per la Crescita. Il gruppo è leader nel lavoro interinale e nella consulenza per il mondo del lavoro. Presente in oltre 30 paesi, con più di 650 uffici, oltre 6.700 dipendenti e più di 20 mila clienti, ha fondato la sua crescita attraverso la leva dell’m&a, realizzando circa 50 operazioni di acquisizione, di cui molte cross border. Stefano Colli Lanzi, fondatore e ceo Gi Group, ha commentato: “Nel corso degli anni, il management di Gi Group ha perseguito un approccio strategico alla crescita del business: sviluppare i servizi interni dell’azienda e acquisire nuovi business, diventando così un vero e proprio ecosistema globale di servizi e consulenza Hr. Oggi i ricavi internazionali contribuiscono a circa il 53% dei ricavi del gruppo”.