di Paola Stringa
IAG (Italian Angels for Growth), il principale network italiano di venture capital investors e CIC (Catalyst Investors Club) di Catalyst Investments, holding israeliana di investimento, stanno per dare avvio a Catalyst Crowd, la piattaforma esclusiva di crowdinvesting per coinvolgere investitori selezionati a scommettere su società italiane ed europee deep tech, che potrebbe avere l’hub europeo proprio in Italia. Lo hanno detto a BeBeez Leonardo Giagnoni, managing director di IAG, e Mario Venezia, socio di IAG, e lo ha confermato Ofer Carmel ceo di CIC, alla Conferenza GoforIsrael di Tel Aviv, l’appuntamento annuale per gli investitori globali e le startup israeliane e internazionali più innovative, nel quale ICE ed ecosistema italiano sono stati protagonisti, viste le sempre maggiori connessioni nel mondo vc tra Italia e Israele.
Che gli angeli di IAG stiano accelerando sugli investimenti internazionali, è ormai un dato di fatto. Lo scorso luglio hanno puntato su Connectly.ai, una startup statunitense che consente alle aziende di creare e inviare facilmente campagne di marketing interattive e personalizzate attraverso WhatsApp su scala (si veda altro articolo di BeBeez ). E lo scorso giugno hanno partecipato al round da 5,4 milioni di sterline della fintech britannica Swoop, piattaforma one-stop-shop per l’accesso al credito delle imprese (si veda altro articolo di BeBeez)
Per quanto riguarda Israele, IAG ha un rapporto consolidato con l’ecosistema israeliano e una partnership con Catalyst dallo scorso anno; ha inoltre già investito in 3 startup israeliane: Bendit, startup medicale di device per interventi neurologici di precisione, NeuroBrave, piattaforma software per l’analisi di biomarcatori neurali e Votis, startup che opera principalmente nell’ambito dell’ischemia critica degli arti inferiori, il cui ultimo investimento risale a meno di un mese fa (si veda altro articolo di BeBeez ). Gli angeli avevano però già investito in Votis nel maggio del 2021, quando la startup aveva raccolto 2,5 milioni di dollari da investitori con sede in Israele, Italia, Regno Unito e Usa (si veda post su Linkedin ).
Quanto a Catalyst, è uno dei pionieri del venture capital in Israele, avendo lanciato il suo primo fondo nel 1999; fondato da Yair Shamir, ministro dell’Agricoltura d’Israele nonché figlio del primo ministro dello Stato ebraico negli anni ’80, ha investito attraverso 5 fondi, ottenendo più di 50 exit dai partner associati. Oggi è uno degli organizzatori di GoforIsrael. Con Banca Generali ha una partnership attraverso il fondo Catalyst IV, operazione che ha confermato l’interesse di Catalyst a trovare opportunità di investimento in Europa (si veda altro articolo di BeBeez).
Leonardi Giagnoni managing director di IAG ha dichiarato a BeBeez: “L’innovazione non ha confine. Il 40% dei nostri investimenti ormai è costituito da investimenti esteri, anche se il nostro network prevalente è italiano, dato che in Italia abbiamo anche una certa capillarità di diffusione: Milano, Roma, Firenze, Udine. Abbiamo però ormai consolidato anche un network ampio a livello internazionale. Con Israele c’è un rapporto storico, vi abbiamo effettuato diverse missioni anche istituzionali e andiamo a creare collaborazioni importanti, è un ambiente aperto e non autoreferenziale, nonostante i numeri importanti dei suoi investimenti e delle sue startup, e guarda sempre con maggiore interesse verso l’Europa e verso l’Italia dove c’è un tessuto di PMI considerato resiliente e meno volatile che altrove”.
Mario Venezia, parnter di IAG ha aggiunto: “Per IAG questa nuova piattaforma offre una duplice possibilità: la prima è quella di consentire ai soci di investire, la seconda quella di poter veicolare eventuali società investite da IAG, che avrebbero così accesso ad un network selezionato di investitori internazionali. Investirà in società tecnologiche partite da iniziative solide, già strutturate e già in fase avanzata e ampiamente monitorate da strutture professionali”.
Sergio Barbanti, ambasciatore italiano a Tel Aviv ha confermato: “Le aziende israeliane guardano con sempre maggiore interesse all’Italia, che può diventare l’hub per Israele in Europa. L’Italia ha bisogno di innovazione: è perciò una collaborazione che viene naturale sia per gli interessi che per le affinità”.
Ofer Carmel ceo di CIC ha commentato: “Entro la fine del 2023 la piattaforma sarà operativa, ma più che una semplice piattaforma di crowdinvesting sarà un club virtuale di investitori selezionati, che effettuerà investimenti importanti in round di serie B. Ma non ci fermiamo ad una piattaforma di crowdfunding, entro il 2024 pensiamo di aprire degli hub reali per i nostri investitori in Europa”.