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di Alessandro Albano
Cinque acquisizioni in altrettanti mesi, con molte altre in pipeline. E’ l’ambizioso progetto Twister di Eco Eridania, società ligure specializzata in raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di rifiuti speciali, controllata al 75% dal fondo britannico Icon Infrastructure Partners IV tramite Econ Waste Management Italy srl. L’ultima, annunciata pochi giorni fa sul 75% della toscana Delca Energy (si veda qui altro articolo di BeBeez), attiva nella green e circular economy, è arrivata una settimana dopo le operazioni relative alle pugliesi Smoco, che fornisce combustibili destinati alla valorizzazione energetica, da css (combustibile solido secondario) e pneumatici fuori uso triturati, e Irigom, realtà specializzata nel trattamento di pneumatici.
Acquisizioni che si sono succedute a un ritmo serrato e che hanno permesso alla società genovese di diventare una azienda leader del mondo dei rifiuti e nel trattamento/smaltimento dei rifiuti sanitari, come spiega a BeBeez Andrea Giustini, fondatore e presidente di Eco Eridania, che ora punta a consolidare la presenza nel mercato dell’end-of-waste, e quindi nel mondo della trasformazione del rifiuto in energia. Questo anche attraverso lo sviluppo delle sinergie all’estero, sebbene, come ha precisato il fondatore, l’internazionalizzazione avverrà “tramite crescita e non sviluppo per linee esterne, cioè tramite le nostre aziende che hanno rapporti consolidati con i mercati esteri”.
La prima fase del progetto Twister, dedicato alla forte crescita nel mondo dell’end-of-waste, si sta avvicinando al termine (fine 2023) ma non prima di aver concluso le operazioni sul tavolo del management. “Dovremmo chiudere l’operazione su Delca Energy entro giugno, e grazie alla cassa avanzata dall’operazione stiamo guardando con attenzione altre 3-4 aziende sul quale avvieremo l’attività di due diligence nelle prossime settimane con la speranza di chiudere le acquisizioni entro la fine di quest’anno”, afferma Giustini.
Le prime due operazioni del progetto Twister sono state chiuse sempre ad inizio di quest’anno, e hanno riguardato l’80% di Oda (Officine Dell’Ambiente), attiva nella green economy e nell’economia circolare precedentemente controllata al 100% da Exacto spa, e il 60% del capitale di Semataf, società lucana attiva nei settori delle costruzioni e dei servizi ambientali prima controllata al 100% da Fincast.
Alla fase uno ne seguirà una seconda che, con inizio previsto nel 2024, prevede ulteriori acquisizioni e altra raccolta di finanza per raggiungere l’obiettivo di finale di oltre un miliardo di euro in termini di fatturato mantenendo l’ebitda margin intorno ai livelli attuali del 24%. Come tiene a ricordare Giustini, tutte le operazioni portate a termine dalla società genovese sono state effettuate tramite i 340 milioni di euro di nuova finanza raccolta a febbraio, di cui 135 milioni di bond e 205 milioni di nuove linee di credito. Con 14 società controllate e 33 filiali in Italia, la società ha conseguito passato la soglia dei 300 milioni di ricavi nel 2022, chiudendo l’anno a 302 milioni rispetto ai 272 milioni del 2021, con un ebitda di circa 67 milioni rispetto ai 66 milioni dell’anno precedente e un indebitamento finanziario netto identificato da Giustini intorno a 2,2 volte l’Ebitda, e quindi rimasto intorno ai 136 milioni del 2021.
“Nella seconda fase è previsto un apporto in equity importante da parte degli azionisti, e la rinegoziazione del debito complessivo che più andremo avanti e meno sarà bancario ma più gestito da fondi come successo in occasione dell’ultimo bond”, fa sapere il presidente che poi aggiunge: “In futuro si a nuovo capitale, si a nuova leva strutturale, ma con un idea chiara delle target che vogliamo acquisire, e sì a nuovi progetti che però verranno finanziati in maniera autonoma e dipendendente”.
In totale, il piano durerà altri 4 anni, quindi fino al 2027, anno che segnerà il decimo anniversario dell’ingresso dei soci britannici di Icon i quali, come ha ammesso Giustini, cominceranno ad attuare l’exit proprio dopo 10 anni. Il fondo inglese aveva assunto il controllo del gruppo nel 2018, acquisendolo dal fondo Xenon Private Equity V e dalla famiglia Giustini, con Andrea che è ora un socio di minoranza ma, come rimarcato da lui stesso nell’intervista, “con nessuna intenzione di lasciare”. In precedenza, il gruppo era partecipato dal Fondo Italiano d’Investimento, allora gestito dall’omonima sgr, che aveva investito nel 2011 e poi ceduto la sua quota nel 2014 appunto a Xenon, che a quel tempo era già diventato azionista di Eco Eridania, dopo aver convertito dei bond (convertibili – si veda altro articolo di BeBeez)
Il consolidamento della società sotto l’egida di Icon Infrastructure è poi iniziato alla fine del 2020 con l’acquisizione di Tecnoambiente, società toscana che aveva sviluppato una piattaforma per il trattamento dei rifiuti speciali di origine industriale pericolosi e non pericolosi, solidi e liquidi, che era stata acquisita per affiancarla alle piattaforme già controllate dal gruppo, EcoEridania Alfarec in Emilia-Romagna, ed E2 in Lombardia. Dopo il rafforzamento della piattaforma logistica di Prato, nell’estate del 2021 aveva rilevato il 68% di Wecologistic srl, società titolare a Piombino di un impianto di trattamento e stoccaggio di rifiuti, impegnata anche in attività per l’ottimizzazione della logistica e il trasporto transfrontaliero di rifiuti dall’Italia, acquisendo poco dopo un altro 7% dell’azienda toscana. EcoEridania aveva acquisito contestualmente anche il 100% del capitale sociale di Pro.Eco srl, società di Livorno operante nel settore delle consulenze ambientali. Nel dicembre 2021, inoltre, la società si era aggiudicata la gara indetta dal Tribunale di Vicenzaper l’individuazione dell’assuntore del concordato preventivo di Safond Martini srl, società attiva nella produzione, ricerca e commercio di minerali, nello sviluppo e produzione di materie prime seconde sostenibili ed economiche, nella gestione integrale di rifiuti da avviare a recupero e a smaltimento, nonché nelle riqualificazioni ambientali, posta dal 2017 in concordato di continuità aziendale.
Sul termine del percorso di integrazioni e acquisizioni intrapreso in questi anni Giustini ha un’idea chiara: “Il mio sogno per il futuro della società è l’Ipo. Secondo me, al termine del progetto Twister (2028) potrebbero esserci le condizioni per confrontarci con il mercato, per la nostra storia, per i nostri numeri e i nostri progetti futuri”. Il manager è meno convinto di Borsa Italiana, un mercato che “potrebbe non essere pronto”, in quanto “in passato non ha valorizzato a pieno le aziende del settore rifiuti come accaduto per altre importanti società del settore” (Giustini ricorda i casi di Biancamano e Waste Italia). “Da qui anche la necessità di internazionalizzare di più l’azienda per pensare eventualmente ad un altro strumento di quotazione che non sia in Italia. Nel progetto di quotazione in Italia c’è pregiudizio e timore, ma l’idea finale di Giustini è quella di aprirsi ad un confronto con il mercato dopo quello con i soci finanziari”, ammette in conclusione il presidente della società dei rifiuti genovese.