Dopo l’acquisizione del 60% della pugliese Irigom di sei giorni fa (si veda altro articolo di BeBeez), EcoEridania, società ligure specializzata in raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di rifiuti speciali, controllata con il 75% dal fondo Icon Infrastructure Partners IV tramite Econ Waste Management Italy srl (si veda altro articolo di BeBeez), acquisisce il 60% di un’altra società pugliese, Smoco (si veda qui il comunicato stampa).
Smoco è un’azienda leader nella fornitura di combustibili destinati alla valorizzazione energetica, da css (combustibile solido secondario) e pneumatici fuori uso triturati, attiva inoltre come vettore marittimo dal porto di Taranto e da Genova, nella gestione integrata dei rifiuti e nella consulenza ambientale. La flotta di Smoco, inoltre, negli ultimi tre anni ha effettuato 133 trasporti marittimi. Prima dell’arrivo di Ecoridania, le quote di Smoco erano detenute da Fin Save (60%) e dal Gruppo Finsea (40%).
Nell’operazione EcoEridania è stata assistita dagli advisor PwC, E&Y, ERM Italia, da SCP Studio Legale e dallo Studio Gelegal, nonché, per le attività di due diligence, dallo studio legale Green Horse Legal Advisory. Il Gruppo Finsea, di cui Serveco è capofila, e Fin Save, sono state invece assistite dallo studio legale Deloitte, dallo studio TFC e dall’advisor EMC. Infine, le operazioni notarili sono state affidate allo Studio Zabban – Notari – Rampolla & Associati.
Con sede a Massafra (TA), la società ha chiuso il 2021 con ricavi per 13,2 milioni di euro, l’ebitda di 1,6 milioni e un indebitamento netto di 240 mila euro (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Le attività di Smoco sono complementari a quelle già offerte dal gruppo attraverso la sua partecipata Wecologistic, azienda livornese che si occupa di ottimizzazione della logistica transfrontaliera per la gestione di rifiuti speciali. Molti gruppi internazionali si avvalgono dei servizi e dei prodotti offerti da Smoco che ha consolidato nel tempo importanti rapporti con cementerie italiane ed estere, fornendo combustibili alternativi di qualità, consapevole che, se opportunamente gestiti, rappresentano un eccellente combustibile per i forni delle cementerie, migliori dal punto di vista ambientale dei tradizionali combustibili fossili.
“Con l’acquisizione della maggioranza di Smoco”, ha detto Stefano Montanaro, fondatore e ora ad della società, “si concretizza il progetto di un polo dell’economia circolare jonico che ci permetterà, dal punto di vista operativo, di migliorare l’offerta ai nostri clienti, ampliando i servizi offerti, puntando sempre ad unire l’innovazione della logistica con la sostenibilità, che non riguarda solo cosa trasportiamo, ma anche come lo facciamo. Stiamo infatti sviluppando la realizzazione dei primi mezzi capaci di viaggiare sia su gomma che su rotaia, puntando quindi sull’intermodalità green come cifra del nostro essere sostenibili”.
Solamente una ventina di giorni fa EcoEridania aveva acquisito anche l’80% di ODA (Officine Dell’Ambiente), società attiva nella green economy e nell’economia circolare precedentemente controllata al 100% da Exacto spa (si veda altro articolo di BeBeez), mentre pochi giorni prima aveva rilevato il 60% del capitale di Semataf, società lucana attiva nei settori delle costruzioni e dei servizi ambientali prima controllata al 100% da Fincast (si veda altro articolo di BeBeez).
Tutte le ultime acquisizioni effettuate dalla società genovese sono state finanziate dalle risorse provenienti dalle nuove linee di credito e dal bond emesso il mese scorso per un controvalore complessivo di 340 milioni di euro, di cui 135 milioni di bond e 205 milioni di nuove linee di credito (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo, che conta oggi 14 società controllate e 33 filiali in Italia, dove dispone di impianti di stoccaggio, termovalorizzatori e depuratori di proprietà o gestiti direttamente, è il risultato dell’aggregazione di molte società attive nel settore dei rifiuti speciali. Un’attività di m&a che è sempre stata supportata sia dai fondi di private equity che si sono susseguiti nel capitale sia da investitori specializzati in private debt sia dalle banche.
EcoEridania ha conseguito quasi 272 milioni di euro di ricavi nel 2021, in crescita del 23% rispetto all’esercizio precedente, un ebitda di circa 66 milioni (più 24%) e un indebitamento finanziario netto di 135,6 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
A proposito di debito, ricordiamo che EcoEridania già alla fine del 2020 aveva ottenuto un finanziamento a lungo termine da 35 milioni di euro con garanzia SACE da un pool di banche composto da Banco BPM, Banca Popolare dell’Alto Adige, ING, Intesa Sanpaolo e UBI Banca (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver rifinanziato il proprio debito bancario due anni prima con Banco BPM, Natixis e UBI Banca (si veda altro articolo di BeBeez).
Il consolidamento di EcoEridania sotto l’egida di Icon Infrastructure è iniziato proprio alla fine del 2020 con l’acquisizione di Tecnoambiente, società toscana che aveva sviluppato una piattaforma per il trattamento dei rifiuti speciali di origine industriale pericolosi e non pericolosi, solidi e liquidi, che era stata acquisita per affiancarla alle piattaforme già controllate dal gruppo, EcoEridania Alfarec in Emilia-Romagna, ed E2 in Lombardia (si veda altro articolo di BeBeez). Dopo il rafforzamento della piattaforma logistica di Prato, nell’estate del 2021 aveva rilevato il 68% di Wecologistic srl, società titolare a Piombino di un impianto di trattamento e stoccaggio di rifiuti, impegnata anche in attività per l’ottimizzazione della logistica e il trasporto transfrontaliero di rifiuti dall’Italia, acquisendo poco dopo un altro 7% dell’azienda toscana. EcoEridania aveva acquisito contestualmente anche il 100% del capitale sociale di Pro.Eco srl, società di Livorno operante nel settore delle consulenze ambientali (si veda qui il comunicato stampa di allora). Nel dicembre 2021, inoltre, la società si era aggiudicata la gara indetta dal Tribunale di Vicenza per l’individuazione dell’assuntore del concordato preventivo di Safond Martini srl, società attiva nella produzione, ricerca e commercio di minerali, nello sviluppo e produzione di materie prime seconde sostenibili ed economiche, nella gestione integrale di rifiuti da avviare a recupero e a smaltimento, nonché nelle riqualificazioni ambientali, posta dal 2017 in concordato di continuità aziendale (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Icon Infrastructure ha assunto il controllo del gruppo nel 2018, acquisendolo dal fondo Xenon Private Equity V e dalla famiglia Giustini. In precedenza, il gruppo era stato partecipato dal Fondo Italiano d’Investimento, allora gestito dall’omonima sgr, che aveva investito nel 2011 e poi ceduto la sua quota nel 2014 appunto a Xenon, che a quel tempo era già diventato azionista di Eco Eridania, dopo aver convertito dei bond convertibili. Da allora Eco Eridania ha iniziato, appunto, un’importante campagna di acquisizioni finanziata con l’emissione di bond sottoscritti in private placement da fondi specializzati.
In particolare, ricordiamo che nel novembre 2016, Eco Eridania, aveva collocato in private placement le prime due tranche di un bond da 82,5 milioni di euro che erano state interamente sottoscritte dai fondi Muzinich European Private Debt e Pemberton Emmdf I Holdings e Pemberton Debt Holdings I, mentre contestualmente gli azionisti avevano sottoscritto un aumento di capitale da 20 milioni. Il tutto per supportare l’acquisizione di Mengozzi, società di Forlì specializzata nello smaltimento dei rifiuti sanitari. Il bond era in tre tranche e la terza ed ultima tranche del bond, per circa 20 milioni, doveva essere erogata nel primo semestre del 2017, ma di questo non c’è stata evidenza pubblica (si veda altro articolo di BeBeez).
In precedenza, nel novembre 2015 la società aveva comprato Eco Mistral srl, a sua volta specializzata nella raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti di origine sanitaria e industriali. Anche in quel caso l’operazione era stata supportata con un’emissione di bond, per un controvalore non precisato, che era stata tutta sottoscritta dal fondo di Muzinich (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dicembre 2014 Eco Eridania aveva invece emesso un minibond da 10 milioni di euro che era stato interamente sottoscritto sempre dal fondo Muzinich Italian Private Debt per consentire di sostenere il piano di sviluppo dell’azienda genovese, che prevedeva sia investimenti funzionali alla crescita organica, sia acquisizioni di aziende del settore (si veda altro articolo di BeBeez).