Alpha Private Equity lancia la raccolta del suo ottavo fondo (APEF VIII) con target tra i 900 milioni e un miliardo di euro. Lo scrive MF Milano Finanza. Il settimo fondo (APEF VII) aveva chiuso la raccolta nel 2017 con 903 milioni di euro di impegni (si veda altro articolo di BeBeez). il sesto (APEF VI) , era stato lanciato invece nel 2010 e aveva raccolto circa 700 milioni.
Alpha è un operatore di private equity paneuropeo di mid-market con una forte anima italiana, guidato da Edoardo Lanzavecchia, managing partner e chairman dell’Investment Committee, entrato in Alpha nel 2007. Da allora Alpha, sino a quel momento investitore solo in Germania, Francia e Svizzera, è stato ben presente nel nostro Paese. a Oggi Alpha ha in gestione 2 miliardi di euro di asset.
L’ultimo investimento del fondo VII è stata l’opa su Prima Industrie spa, società leader dei laser industriali, quotata in Borsa dal 2003, che si p conclusa aa fine febbraio scorso e ha portato al delisting del titolo da Piazza Affari. L’offerta è stata lanciata da Femto Technologies spa, veicolo controllato indirettamente dai fondi Alpha Private Equity 7 e Peninsula Investments (anche attraverso i fondi Azimut Eltif Peninsula Tactical Opportunities AZ RAIF II, entrambi istituiti da Azimut Investments sa, gestiti in delega da Azimut Libera Impresa sgr, con advisory di Peninsula Capital Advisor) (si veda altro articolo di BeBeez).
In Italia, Alpha ha oggi in portafoglio Laminam (investimento del 2019, APEF VII, leader nel mercato globale delle lastre ceramiche di grande dimensione), Caffitaly (investimento del 2013 e reinvestimento nel 2017 di APEF VII, produce sistemi macchina/capsula per il caffè espresso), Calligaris (investimento del 2018, APEF VII, leader nel mercato globale dell’arredamento living & dining di alta gamma dal design italiano), AMF (investimento del 2019, APEF VII, leader nel mercato dei componenti in metallo per il settore moda e lusso), Remazel Engineering (investimento del 2014, fondo VI, leader di mercato nella progettazione, ingegneria e costruzione di soluzioni mission critical per applicazioni complesse nei segmenti offshore Oil&Gas e eolico, per attività sottomarine e di ricerca e nel settore della generazione di energia) e Optima (investimento del 2015, APEF VI, multiutility con offerta integrata di energia e telecomunicazioni).
A inizio primavera il fondo ha dato mandato a Mediobanca per esplorare l’opportunità di disinvestimento da AMF, che ha chiuso il 2022 con 125 milioni di euro di ricavi, come previsto già nel luglio 2022, quando era stata comunicata l’acquisizione della francese Chaines et Cie, produttore di catene e accessori in acciaio inox per pelletteria e di gioielli di alta gamma, dall’imprenditore Frédéric Dreyfus, che ha reinvestito nel gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). AMF, con sede a Bassano del Grappa (Vicenza) e produttore di accessori per i principali brand mondiali, come Burberry, Louis Vuitton, Hugo Boss e Moncler, è come detto controllato da Alpha Private Equity dal 2019, che l’aveva acquisito per una valutazione di circa 150 milioni sulla base di un fatturato atteso 2019 di 54 milioni circa e un ebitda di 15 milioni. Il gruppo aveva chiuso il 2021 con 70,1 milioni di euro di ricavi, 13,51 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 41,8 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Nel frattempo però AMF è cresciuto in maniera importante a seguito di un strategia di buy-and-build. Poco prima dell’annuncio dell’acquisizione di Chaines et Cie, nel giugno 2022, infatti, il gruppo ha acquisito Italcatene, eccellenza nella produzione di catene per le maison della moda e del lusso. A vendere la quota è stata la famiglia Tozzi, che a sua volta a reinvestito nel gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza, nel giugno 2020, AMF aveva acquisito Mimest, azienda trentina che realizza oggetti metallici tramite la tecnologia del Metal Injection Molding (MIM). A vendere erano stati i soci fondatori e Sdn, holding che fa capo a Franco Marcolin. Matteo Perina e Rudj Bardini, manager di Mimest, che hanno continuato a guidare la società (si veda altro articolo di BeBeez).
Negli anni scorsi si era parlato di possibili disinvestimenti anche per Calligaris, Remazel e Optima, ma poi per vari motivi le operazioni non sono state concluse. In particolare, le voci su Calligaris si erano diffuse a fine 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Calligaris, fondata nel 1923 e con sede a Manzano (Udine), riveste una posizione di leadership nel mercato globale dell’arredamento living & dining, con un’ampia offerta di sedie, tavoli e divani di design italiano nel segmento di alta gamma. La società sviluppa e produce i propri prodotti attraverso i tre marchi Calligaris, Connubia e Ditre (quest’ultima acquisita nel 2017, si veda articolo su BeBeez). Sotto la regia del ceo Stefano Rosa Uliana, arrivato nel 2018 dopo l’ingresso di Alpha nel capitale, Calligaris nell’ottobre 2019 aveva acquisito Luceplan e nel settembre 2021 l’olandese Fatboy, prima azienda estera del gruppo, nota per la sua iconica poltrona a sacco (si veda altro articolo di BeBeez). Il gruppo ha chiuso il 2022 con circa 250 milioni di euro di ricavi, dopo aver chiuso il 2021 con 193,7 milioni di euro, un ebitda di 28,7 milioni e un debito finanziario netto di 142,5 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
A fine novembre Alpha ha annunciato il rafforzamento del team dell’ufficio di Milano con la promozione e nomina a partner di Pasquale Cavaliere e Livio Zanotelli, con l’ingresso di Alessandra Bosetti e Alessandra Pisati, entrambe in qualità di associate del team di investimento; e con l’ingresso di Gian Marco Zembo, come analista del team di investimento (si veda qui il comunicato stampa di allora).