Al mudaC | museo delle Arti Carrara è stata presentata alla stampa White Carrara023, inaugurata la manifestazione che coinvolge l’intero centro storico di Carrara con sculture e installazioni di artisti nazionali e internazionali nelle strade e nelle piazze, organizzata da Claudio Composti, direttore artistico, curatore d’arte con una grande esperienza nel settore fotografico.
Le opere di White Carrara023 installate nelle strade e nelle piazze come la mostra fotografica Visioni plastiche. Le forme della scultura, ospitata a Palazzo Binelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara saranno visibili fino al 1° ottobre.
L’idea è un percorso legato all’anima della città, il marmo, in una prospettiva d’integrazione che, come ha sottolineato l’Assessore alla Cultura del Comune di Carrara, Gea Dazzi, dovrebbe promuovere la cultura del marmo a diversi livelli in dialogo tra di loro: l’arte popolare e non; l’artigianato e il design, in una realtà in cui questa materia è storia, cultura e sviluppo con una popolazione di artisti per il 30 per cento.
L’idea di una mostra diffusa in città per riscoprirne il centro storico è una delle chiavi per leggere l’iniziativa, come ha sottolineato il Dirigente Cultura Cinzia Compalati, che ha sottolineato lo sforzo di caratterizzare quasi tutti gli eventi collaterali intorno alla scultura, anche negli spazi privati. Inoltre ha sottolineato l’importanza della mostra fotografica a cura di Claudio Composti a Palazzo Binelli dove l’interpretazione del marmo come materia è fortemente contemporanea in una sorta di corto circuito.
La manifestazione è organizzata dal Comune di Carrara, in collaborazione con IMM CarraraFiere e Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, con il patrocinio di Regione Toscana, il sostegno di Fondazione Marmo Onlus (main sponsor), la compartecipazione di Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest e il supporto dei partner tecnici Cave Michelangelo, Henraux S.p.A., Robotor, Successori Adolfo Corsi, E.R.P. Massa Carrara S.p.A.; oltre i prestatori Cris Contini Contemporary, Galleria Materia, Gradina Gallery, MARCOROSSI artecontemporanea, mc2gallery, SECCI GALLERY; mentre la direzione del progetto è affidata a Cinzia Compalati, direttore del settore Cultura e Turismo del Comune di Carrara.
Importante l’iniziativa di Palazzo Cucchiari, una sorta di prologo a White Carrara023, con un percorso dedicato alla scultura del Novecento per poi arrivare a Gio’ Pomodoro e le produzioni contemporanee. In tal senso è significativo il recupero di un lavoro di una ventina d’anni da, relativo alla mappatura delle case degli scultori carraresi, molte delle quali oggi sono abitazioni civili, che restituiscono però l’armatura della città.
Clicca qui sopra per vedere il video della mostra
con l’intervista al direttore artistico Claudio Composti
e all’Assessore alla Cultura del Comune di Carrara, Gea Dazzi
a cura di Giuseppe Joh Capozzolo
White Carrara si compone di due progetti paralleli che, come indicato dal titolo poetico STILL LIV(F)E, giocano sul tema della trasformazione dal blocco non lavorato – STILL LIFE – alle varie forme della scultura contemporanea, STILL ALIVE, una scultura viva, in movimento, interpretata anche dall’obiettivo di cinque autori contemporanei. L’idea centrale, fil rouge del progetto, realizzato in tempi record, è l’esplorazione delle diverse forme della scultura e del significato della scultura oggi sempre meno legato all’idea di statua, abbraccia un orizzonte ampio sia in termini di materiali sia di interpretazioni, fino ad esempio all’installazione.
Nel centro storico della capitale mondiale del marmo, sono dislocate le sculture di Sergi Barnils, Mattia Bosco, Stefano Canto, Michelangelo Galliani, MOG, Mikayel Ohanjanyan e Quayola, unitamente ad un’opera storica di Giò Pomodoro, collocata di fronte all’Accademia di Belle Arti di Carrara, in dialogo con le giovani promesse della scultura contemporanea. Si tratta di un lavoro del 1962 in marmo statuario di Carrara dal quale parte la nostra passeggiata, prestito dell’Archivio Pomodoro, simbolicamente collocata davanti all’Accademia di Belle Arti in un posto da dove si scorge una cava. La versione su scala ridotta è stata poi collocata in una vetrina sulla piazza principale della città, Piazza Alberica. Il percorso termina invece con l’artista armeno Mikayel Ohanjanyan, che lavora tra Firenze e Pietrasanta, che ha partecipato tra l’altro alla Biennale d’arte di Venezia nel 2015, quando l’Armenia ha ottenuto il Leone D’Oro come migliore partecipazione nazionale. Da anni lavora sul tema dei legami intervenendo al minimo sul materiale per mettere in rilievo solo i tiranti che creano ponti di dialogo. In tal senso la collocazione di fronte al Teatro degli Animosi voluto fortemente dalla città mette in luce proprio questo aspetto.
A Palazzo Binelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, è allestita la mostra Visioni plastiche. Le forme della scultura – dal 21 luglio al 1° ottobre 2023 sarà trasferita presso l’ex Ospedale San Giacomo – che interpreta il tema della scultura attraverso le fotografie di Bruno Cattani, Giacomo Infantino, Simon Roberts, Carolina Sandretto, Dune Varela in cinque sale. Bruno Cattani ha lavorato sul tema del corpo e in particolare del nudo a partire da un lavoro degli Anni Duemila, a partire dalle foto dei classici seguendo quanto lo scultore Medardo Rossi era solito dire, che la foto restituisce la vita ai corpi. Giacomo Infantino lavora sulle cave di marmo con colorazioni che esaltano aspetti emozionali e talora inquietanti di questi paesaggi singolari; mentre Carolina Sandretto ha reso visibile l’invisibile, la cosiddetta aurea, attraverso una doppia esposizione, con una tecnica di grande suggestione. Dune Varela crea la frizione, il corto circuito tra foto quasi immaterialità e scultura, stampando la prima su una lastra di marmo e creando un effetto di lastre e formelle di grande suggestione che ci riportano all’archeologia. Simon Roberts, infine, con il suo lavoro per il Victoria and Albert Museum di Londra, crea un doppio senso. Le statue coperte dal cellophane in un momento di chiusura per lavori di ristrutturazione durante il secondo blocco del Covid diventano metafora di attesa dei nostri corpi in un momento di confinamento.
È inoltre possibile assistere alla proiezione di due cortometraggi: a Palazzo Binelli, Landscape as Performance di Andrea Botto, che fa da una quindicina di anni dell’esplosione la sua cifra linguistica, riportando alla mente dei cittadini momenti storici del recente passato; in esposizione permanente al mudaC │ Museo delle Arti Carrara, Il Capo di Yuri Ancarani, un documentario eroico che racconta, attraverso il solo linguaggio del corpo, riti, poteri e tradizioni dell’escavazione della montagna.
Il Mudac, nell’ex convento dei Benedettini della seconda metà del Seicento, nell’edificio che ha attraversato varie vicende e destinazioni d’uso, fa parte del polo museale del marmo che comprende anche il Museo del Marmo, ora chiuso, interessante per l’identità territoriale e la leggibilità storica; e il Museo Carmi nella Villa dei Fabbricotti centrato sul rapporto tra Carrara e Michelangelo, museo didattico realizzato in collaborazione con Casa Buonarroti di Firenze con un grande parco e una collezione di scultura ambientale, inaugurata nel 2002 con la Biennale curata da Giuliano Gori. Il Mudac, nel nuovo allestimento, è una realtà interessante con alcune opere importanti come il lavoro site specif di Jannis Kounellis nel cortile sul rapporto tra cielo e terra. Interessanti poi le sale dedicate alle Biennali più o meno storicizzate, mentre i corridoi ospitano opere della mostra Disegnare il marmo, ora parte della collezione del museo. Altro aspetto importante è il rapporto con l’ambiente cittadino del museo che non è più uno spazio chiuso. Di grande suggestione la Cella emozionale, un progetto messo a punto con le Carceri di Massa in carta pesta per la ricostruzione fedele di una cella carceraria che fa parte del progetto “Riconciliarsi con l’ambiente”.
a cura di Ilaria Guidantoni