Francesco Vezzoli con quella che è la sua ultima opera e pratica artistica, creando un ponte tra storia dell’arte e immaginario contemporaneo, “arreda” il Palaexpo di Roma con un percorso che mette insieme, archeologia, arte contemporanea e cinema.
Certamente sorprendente nella esposizione e nei contenuti, la mostra ci invita in sette sale tematiche – collegate dalla rotonda centrale che fa da introduzione – in ognuna delle quali, precedute da un titolo-tema, vengono accostate, in un dialogo a tre, opere e reperti archeologici del Museo Nazionale Romano a clip cinematografiche e alle opere dello stesso Vezzoli che proietta oggetti antichi in una prospettiva contemporanea, in una mescolanza di cultura classica e pop.
Come sottolinea Marco Delogu, Presidente Azienda Speciale Palaexpo, con questo evento si è voluto aprire la strada a progetti espositivi inediti che siano una innovazione, un cambio di passo, per riportare Roma al centro della scena culturale internazionale del contemporaneo e, in tal senso, ricercando collaborazioni più incisive con artisti e istituzioni di livello mondiale.
Vita Dulcis vuole creare una nuova narrativa che esprima intensità vitale e passione, immergendo gli antichi reperti in allestimenti scenografici suggestivi e inattesi. In questo caso il cinema è completamento ideale perché è il mezzo che più di tutti ha celebrato il periodo storico della antica Roma, restituendo, attraverso lo schermo, storie, drammi, verità, emozioni, atmosfere, colori.
La settima arte, come potente elemento narrativo, è medium privilegiato per interpretare la realtà. Le clip scelte e utilizzate da Vezzoli sono spezzoni di film ambientati nell’antica Roma, partendo da Cabiria del 1914, primo kolossal italiano sceneggiato da
Gabriele D’Annunzio, per arrivare al Satyricon di Fellini e a produzioni più contemporanee come Il Gladiatore di Ridley Scott.
La prefazione al percorso espositivo è rappresentata da sei grandi opere luminose del 24Hours Museum, con le quali Vezzoli reinterpreta alcune iconiche sculture romane trasformandole in divinità che alludono a dive contemporanee.
Questo l’incipit, poi si prosegue nelle varie sale tematiche ognuna dedicata a un aspetto peculiare della storia dell’Impero romano, con lo scopo di suggerire una visione alternativa nelle varie situazioni.
La sala PARABELLUM è dedicata al tema della guerra e al culto della potenza del corpo maschile.
ANIMULA VAGULA BLANDULA è dedicata al culto di Antinoo fondato dall’imperatore Adriano come creazione culturale ed estetica della passione amorosa.
DUX FEMINA FACTI, al centro la figura femminile e la sua celebrazione, dalla testa di Medusa aggressiva e minacciosa, a Venere e a Diana più fisiche e passionali.
La sala CERTA OMNIBUS è dedicata al culto dei defunti con una imponente installazione di circa cinquanta lapidi funerarie.
RIDENTEM DICERE VERUM il titolo prende spunto dal Satyricon di Fellini e dalla celebre scena della cena di Trimalcione che fa da sfondo a una installazione di sculture, teste e busti, disposti come in un banchetto dionisiaco.
UBI POTENTIA REGNAT la sala ospita ritratti di imperatori romani provenienti dalla collezione di Palazzo Massimo.
MIXTURA DEMENTIAE, ultima sala, è dedicata alla caduta dell’Impero tra frammenti e reperti provenienti dalla sede di Cripta Balbi e accompagnati dalla proiezione di Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula (2005).
Qui si conclude la ri-narrazione della storia ri-plasmata. Un esperimento interessante, un messaggio non facile da interpretare e recepire.
Palazzo delle Esposizioni, Roma – fino al 27 agosto 2023
La mostra, curata da Francesco Vezzoli e Stephane Verger, è prodotta dall’Azienda Speciale Palaexpo e ideata insieme con il Museo Nazionale Romano e lo Studio Vezzoli.
a cura di Daniela di Monaco