Resta fermo a 159 mila euro il valore base d’asta medio per gli immobili messi in vendita nel primo semestre 2023, lo stesso calcolato per i primi quattro mesi dell’anno (si veda altro articolo di BeBeez), mentre il valore medio d’asta per l’intero 2022 era stato leggermente più alto, cioé 162 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Contestualmente, nel primo semestre del 2023 sono stati soltanto circa 91.300 i lotti oggetto di tentativi d’asta rispetto ai 112.916 del primo semestre del 2022 segnando quindi un -19%. Per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a circa 14,5 miliardi di euro (rispetto ai 18,8 miliardi del primo semestre 2022).
I dati del semestre emergono dall’ultima analisi di Cherry Brick, acronimo di Bright RealEstate Investment Credit KnowHow, nata nel gennaio 2022 (si veda altro articolo di BeBeez), braccio operativo nell’immobiliare di Cherry srl, startup fintech di cui l’ex ad di Banca Ifis, Giovanni Bossi, è cofondatore (si veda qui il comunicato stampa).
Il trend era già emerso nei primi quattro mesi dell’anno, quando in scia alla riduzione dei procedimenti fallimentari dell’ultimo trimestre 2022, circa 56.500 immobili erano stati oggetto di tentativi d’asta, in calo del 18% rispetto al medesimo periodo del 2022 (68.926), per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza di circa i 9 miliardi di euro (-22% rispetto agli 11,5 miliardi dello stesso periodo del 2022)
Un calo confermato anche dai numeri di Reviva dello scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez). Aumento dei tassi e inflazione hanno infatti pesato in maniera importante sul mercato delle aste immobiliari che ha registrato un vero e proprio crollo nel primo trimestre dell’anno con 42.982 aste, -18% rispetto alle 52.627 del 2022 (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Analizzando le singole categorie, nel periodo in esame la base d’asta media degli immobili industriali è di 641.000 euro, mentre quella degli impianti sportivi risulta essere pari a 529.000 euro. Ben diverso, invece, il valore relativo agli immobili commerciali che si assesta a 174.000 euro e quello degli immobili residenziali pari a 126.000 euro. Su base regionale il Trentino-Alto Adige è in testa tra le zone nelle quali sono localizzati i lotti il cui valore medio di base d’asta su scala nazionale è stato mediamente più alto con un valore pari a 260.000 euro (a differenza dei 206.000 euro dell’1H 2022, +26%), mentre nell’1H 2022 in prima posizione si trovava la Liguria (368.000 euro). Seguono la Toscana (224.000 euro), il Lazio (221.000 euro) e l’Emilia-Romagna (201.000 euro). Nelle ultime posizioni il Molise (100.000 euro) e la Sicilia (106.000 euro).
Analizzando invece il valore della somma di base d’asta complessiva a livello regionale, il Lazio si assesta su un complessivo di 2 miliardi di euro (-29% sull’1H 2022), seguito poi da Lombardia con 1,8 miliardi e Toscana con 1 miliardo, mentre a livello provinciale la Città Metropolitana di Roma risulta prima con un valore di 1,5 miliardi di euro (-34% sull’1H 2022), seguita a notevole distanza da Perugia e Napoli rispettivamente con 394.000 euro e 372.000 euro.
“I dati riportati in quest’ultimo Osservatorio evidenziano un quadro interessante e diversificato per gli immobili all’asta in questo primo semestre dell’anno, dimostrando in particolare una significativa riduzione nel numero di aste avvenute su tutto il territorio nazionale rispetto al primo semestre del 2022”, ha detto Mara Di Giorgio, co-fondatrice & CEO di Cherry srl. “In tale contesto Cherry Brick rappresenta una fonte affidabile e riconosciuta nella valutazione delle tendenze di settore. Proprio per questo, mettendo a disposizione del pubblico informazioni precise e dettagliate, vogliamo sottolineare il ruolo cruciale che l’innovazione tecnologica può svolgere nel rendere l’ambito delle vendite all’incanto più accessibile, efficiente e comprensibile per tutti gli attori coinvolti”.
Guardando ai dati nel loro complessivo, emerge come da gennaio a giugno 2023 siano stati pubblicati nel Portale Vendite Pubbliche nuovi avvisi d’asta per quasi 88.000 lotti, con un calo del 18% nel numero di pubblicazioni censite rispetto al I semestre 2022. Nel dettaglio, il 54% fa riferimento ad immobili a uso residenziale, il 20% ad uso commerciale e solo il 4% ad uso industriale, mentre un 23% è composto da altre categorie immobiliari.
Il 14% del totale delle aste pubblicate è localizzato in Lombardia (per un totale di 11.552 nuovi avvisi, -21% sull’1H 2022), il 12% in Sicilia (9.955) e il 10% nel Lazio (8.450), fanalino di coda la Valle d’Aosta (122). A livello macro territoriale la maggior concentrazione è sempre nel Centro Italia (26%), seguito da Sud (23%), Nord-Ovest (23%), Isole (16%) e Nord-Est (12%).
Tra le grandi città, invece, Roma si conferma la prima in Italia per numero di aste censite (2.259, -13% sull’1H 2022), seguita da Napoli (586), Torino (451) e Milano (429). A livello provinciale, infine, la Città Metropolitana di Roma guida la classifica con 5.446 aste pubblicate (pari al 6% del totale nazionale), seguita a distanza da Perugia e da Catania (rispettivamente con 2.510 e 2.151).
Inoltre, a livello di tribunali locali, quello in cui sono state pubblicate il maggior numero di nuove aste risulta essere quello di Roma (2.886, -16% rispetto all’1H 2022 con 3.346, pari a circa il 3% del totale nazionale), a cui seguono Brescia (1.927), Catania (1.848) e Milano (1.778).