Articolo pubblicato su BeBeez Magazine n. 12 del 9 settembre 2023 – parte dell’inchiesta di copertina
di Giuliano Castagneto
Per Angela Racca, responsabile Investor Relations & Sustainability di Tages Capital sgr, tra i principali gestori italiani di fondi impegnati sullo sviluppo delle energie pulite con oltre un miliardo di euro di attivi in gestione, l’attuale declinazione della SFDR suscita ancora diversi interrogativi ed è soggetta ad interpretazioni che inseriscono nella gestione di un fondo dedicato ad attività ecosostenibili un’ulteriore complessità.
“Anzitutto”, spiega Racca a BeBeez Magazine, “la SFDR non fa distinzione tra fondi aperti e chiusi. Questi ultimi, in particolare quelli infrastrutturali come il nostro Tages Helios Net Zero dedicato alle energie rinnovabili e alla transizione energetica (si veda altro articolo di BeBeez, ndr), hanno una strategia buy&hold di medio-lungo periodo che non consente la stessa flessibilità di fondi aperti ad esempio azionari con focus sugli stessi settori.”
Ma al di là di questo, il Regolamento SFDR è ancora aperto ad interpretazioni che possono condizionare gli iter autorizzativi dei fondi nei diversi Stati Membri. Il Regolamento SFDR non specifica se questi asset devono essere sostenibili ex ante o ex post. Questo può essere limitativo e portare ad escludere a priori alcune opportunità di investimento. Se al momento dell’investimento gli asset sono già pienamente sostenibili, a mio avviso, la SFDR può perdere in efficacia, perché, oltre ad evitare il greenwashing, deve essere lo stimolo ad investire nello sviluppo della sostenibilità anche su asset già operativi da riqualificare, in qualunque settore”.
Resta poi il problema della qualità dei dati disponibili. Una questione direttamente collegata è l’analisi della sostenibilità delle filiere produttive. Secondo Racca, “l’attuale normativa lascia aperta la possibilità di utilizzare diverse metodologie di calcolo sui KPIs quantitativi: la comparabilità dei dati per un investitore non è semplice. Inoltre, la normativa è ben definita a livello ambientale ma sulla sfera sociale il Regolamento SFDR è ancora in via di definizione, rendendo quindi ancora incompleto un approccio globale al tema ESG”.
Per l’investitore può infine essere rilevante valutare non solo la sostenibilità del prodotto di investimento in termini di SFDR ma anche l’approccio alla sostenibilità della società di gestione. “Al fine di evitare il greenwashing e soprattutto mitigare i rischi, occorrerebbe che oltre alla SFDR sui prodotti, sia valutato anche l’asset manager in termini di indicatori di performance ESG e di strategia di sostenibilità, coerente coi prodotti”, conclude la manager di Tages.