Il neonato fondo infrastrutturale Vesper Next Generation Infrastructure Fund I, lanciato da Vesper Infrastructure Partners (nuovo nome di Vesper Infrastructure Advisory srl), ha annunciato ieri il primo closing della raccolta con impegni per oltre 300 milioni di euro. Tra i principali investitori, vi sono alcune delle maggiori aziende europee e family office, oltre a investitori istituzionali. La raccolta del fondo proseguirà ora a livello internazionale, fino a tutto il 2024 con un hard-cap di un miliardo di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Alla raccolta hanno partecipato, secondo quanto riferito da Il Sole24Ore, Fininvest, la Delfin della famiglia Del Vecchio, le famiglie Angelini e Aponte. Sulla partecipazione del patron del gruppo di shipping MSC, peraltro, si erano già diffuse voci lo scorso marzo (si veda altro articolo di BeBeez).
Linklaters ha agito come consulente legale del fondo, che è di diritto lussemburghese ed è gestito formalmente da Sanne LIS sa, che agisce con il marchio FundRock LIS, ha un ticket di investimento indicativo tra i 50 e i 150 milioni, con una strategia di investimento value-add e ci si attende un rendimento (Irr) sopra al 15%.
Ricordiamo che Vesper Infrastructure è stata fondata lo scorso dicembre 2022 da Alfredo De Falco, ex numero uno del Corporate & Investment Banking di UniCredit; Livio Fenati, ex managing director Private Infrastructure Europe di Partners Group; Paola Rastelli, ex responsabile fusioni e acquisizioni di Snam; insieme ai co-fondatori Giacomo Rossi, ex managing director e ceo Snam – UK, Ireland and North Seam; Guillermo Royo-Villanova, ex Infrastructure Private Equity associate di PSP Investments; e più recentemente anche ad Olaf Nordmeyer, ex capo degli investimenti globali in infrastrutture di Goldman Sachs (si veda altro articolo di BeBeez).
Il fondo investirà sugli asset del private market del settore delle infrastrutture sostenibili di nuova generazione, come quelle attive nella transizione energetica e nella decarbonizzazione, nella mobilità sostenibile e nella logistica, nelle infrastrutture digitali e nell’economia circolare. E dato che il fondo promuoverà anche le caratteristiche ambientali e sociali delle società in cui investirà, è stato classificato come prodotto di cui all’articolo 8 del Regolamento SFDR dell’UE (sul tema si veda l’inchiesta di copertina di BeBeez Magazine n. 12 del 9 settembre scorso).
Dal punto di vista geografico, invece, il fondo si rivolgerà principalmente ad aziende le cui sedi principali sono situate negli stati membri dell’UE e in altri paesi dell’OCSE. Il suo obiettivo sarà quello di sostenere lo sviluppo di aziende che possano apportare benefici all’ambiente e alla società, consentendo al contempo di generare valore a lungo termine per gli stessi investitori del fondo.