di Sergio Governale
Ibla Capital, operatore di private equity romano specializzato negli investimenti di turnaround fondato e guidato da Alessandro Lo Savio, ha lanciato il suo terzo fondo, Ibla Industries III, dopo aver quasi concluso gli investimenti del veicolo precedente, Ibla Industries II, con cinque operazioni finora effettuate. Lo rivela a BeBeez lo stesso amministratore delegato di Ibla Capital, spiegando che la raccolta appena iniziata presso gli investitori istituzionali dovrebbe concludersi entro fine anno raggiungendo il target di 50 milioni di euro rispetto ai 30 milioni raccolti nel 2020 dal secondo fondo (si veda altro articolo di BeBeez), “quasi interamente investito, al netto di possibili ulteriori piccole acquisizioni finalizzate a rafforzare le società già in portafoglio”.
L’ultima operazione del secondo fondo annunciata nei giorni scorsi è stata l’acquisizione del 100% di Intermarp, società di Granozzo (Novara), attiva nella produzione di mescole e di articoli tecnici in gomma anche di grandi dimensioni, in particolare guarnizioni di tenuta per condutture e membrane per vasi di espansione (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione rientra nel progetto di costruzione di un polo competitivo nel settore della gomma, il cui primo tassello era stata nel dicembre 2022 l’acquisizione del 100% di Se.Fa srl, società di Ravenna che realizza articoli tecnici in gomma, anche di grandi dimensioni, utilizzati principalmente nei serbatoi a membrana destinati al settore delle caldaie e delle pompe di calore (si veda altro articolo di BeBeez). Le due società in portafoglio, che insieme impiegano circa 130 dipendenti destinati ad aumentare del 20-25% in sei mesi, investiranno complessivamente 10 milioni di euro in ricerca e sviluppo e capacità produttiva nei prossimi sette anni.
In precedenza, nel luglio 2022, Ibla aveva investito in Heila Cranes, società di Poviglio (Reggio Emilia), specializzata da oltre quarant’anni nella costruzione di gru marine customizzate, espressamente progettate e realizzate per tutte le applicazioni sia a bordo che in mare aperto. Nell’occasione il fondo si era impegnato a investire 1,5 milioni di euro nella società (300mila euro a titolo di finanziamento e 1,2 milioni a titolo di aumento di capitale o come riserva di patrimonio netto), poi ammessa all’inizio di quest’anno alla procedura di concordato preventivo con continuità aziendale da parte del Tribunale di Reggio Emilia (si veda altro articolo di BeBeez). Nei giorni scorsi, come anticipato ieri da Il Sole 24 Ore, il piano è stato omologato, con Heila Cranes che è stata assistita da Advant Nctm come legal advisor e dallo Studio Bogoni come financial advisor, mentre il concordato è stato attestato dallo studio SC&A di Reggio Emilia. L’omologa ha consentito così il versamento degli 1,5 milioni citati e il conseguente rilancio dell’azienda, entrata in tensione finanziaria in seguito prima alla pandemia e poi al conflitto in Ucraina, che ha determinato problemi nelle catene di approvvigionamento globali. Il piano industriale 2023-2024 prevede di aumentare la forza lavoro del 40% in diciotto mesi, con l’ingresso di almeno venti nuove figure professionali altamente qualificate e lo stanziamento di oltre 50 milioni di euro tra investimenti e acquisti di materie prime e semilavorati, principalmente da fornitori locali. La società conta di tornare entro l’anno venturo a un fatturato di circa 20 milioni, dopo aver perso il 25-30% nel 2022. “Il bilancio dell’esercizio scorso non è stato ancora presentato. L’anno scorso abbiamo ritrovato una marginalità positiva e quest’anno il giro d’affari è tornato a salire”, precisa Lo Savio. Ricordiamo che il 2021 è stato chiuso con ricavi per 18,6 milioni di euro, un ebitda negativo per 1,8 milioni e un debito finanziario netto di 9,5 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il futuro si presenta comunque roseo, dal momento che molti governi stanno facendo piani di investimento consistenti per sostenere lo sviluppo di infrastrutture in ambito marino e offshore, quindi porti, ponti, piattaforme petrolifere, eoliche o fotovoltaiche, nonostante i timori di una recessione globale. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno pianificato ingenti investimenti infrastrutturali attraverso la Infrastructure Law, che prevede anche 17 miliardi di dollari destinati allo sviluppo di porti e 40 miliardi per la realizzazione di ponti.
Ibla Industries II ha in portafoglio anche il 100% di Seko Industries (automazione per l’agricoltura, si veda altro articolo di BeBeez) e di Man Oil & Marine (tubi marini, ex divisione Oil & Marine di Manuli Hydraulics, si veda altro articolo di BeBeez).
Il primo veicolo di Ibla Capital, Ibla Industries sarl, sempre dedicato alle attività di turnaround, era stato costituito con l’appoggio dell’asset manager Clearsight Investments e ha chiuso tre operazioni tra il 2016 e il 2019, da cui è poi uscito, investendo in Natural Way Laboratories, società attiva negli integratori alimentari, Presotto Industrie Mobili, marchio storico nella produzione e commercializzazione di mobili di alta qualità per la zona giorno e la zona notte e Assio, azienda che realizza mobili imbottiti per noti brand dell’arredamento e per grandi progetti per hotel e settore navale.
Ibla è stata fondata nel 2015 da Lo Savio, che in precedenza ha lavorato per sette anni nella società di telecomunicazioni Linkem, prima come cfo e successivamente come direttore generale.