MCP IV, quarto fondo della società di private equity Mindful Capital Partners (ex Mandarin Capital Partners), il cui closing è previsto nel mese di novembre (si veda altro articolo di BeBeez), ha annunciato il suo primo investimento rilevando una quota di maggioranza di Fiorini Industries srl, azienda forlivese attiva nell’offerta di soluzioni ad elevata efficienza energetica per il settore HVAC (riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria). L’obiettivo dell’investimento è quello di accelerare l’espansione del gruppo sui mercati internazionali, assicurandone risorse e competenze chiave per lo sviluppo del business (si veda qui il comunicato stampa).
A vendere le quote è stata direttamente la famiglia Fabbri, fondatrice dell’azienda e sino ad ora titolare del 100% tramite la società Faber srl, che resterà comunque socio rilevante tramite il reinvestimento in azienda di un’importante quota di minoranza nell’ottica di garantire continuità manageriale. E’ inoltre previsto un piano di successione che prevede un graduale passaggio di consegne da Antonio Fabbri al figlio Tommaso, che attualmente svolge il ruolo di responsabile della ricerca e sviluppo.
L’operazione è stata finanziata da Banco BPM, assistito da Simmons & Simmons. Advisor di MCP nella strutturazione dell’acquisition financing è stato invece il team debt advisory di Ethica Group.
Il gruppo Fiorini e la famiglia Fabbri sono stati assistiti nella transazione da Credem Euromobiliare Private Banking (advisor finanziario esclusivo), dallo studio Raffaelli Segreti (aspetti legali) e dallo Studio Scala Giondi (aspetti fiscali). Mindful Capital Partners è stata invece affiancata da LS Laghi & Partners (aspetti legali), da Roland Berger (due diligence commerciale), da Deloitte Financial Advisory (due diligence finanziaria), da STS Deloitte (due diligence fiscale), e da Tauw (due diligence ESG e EHS).
Fondata nel 1978 a Forlì (FC), da Antonio Fabbri, successivamente affiancato dal fratello Maurizio Fabbri, e cresciuta nel tempo anche grazie a svariate acquisizioni, l’azienda propone una gamma completa di componenti per pompe di calore, chillers e altri sistemi di riscaldamento/raffrescamento ad acqua. Le soluzioni di Fiorini (che includono prodotti quali serbatoi, kit idronici, scambiatori di calore, fast/instant heaters) si rivolgono ai mercati commerciale, residenziale e industriale.
Il gruppo ha raggiunto nel 2022 un fatturato consolidato pari a 46 milioni di euro, di cui il 22% realizzato all’estero, e punta a chiudere il 2023 con un’ulteriore crescita. Sempre nel 2022, l’ebitda è stato di 3,5 milioni e il debito netto pari a 94 mila euro (si veda qui il report di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).
Antonio Fabbri ha commentato: “L’incontro con una realtà come MCP, attenta ai temi ambientali e focalizzata sulle strategie di sviluppo delle società in cui investe è apparsa subito come una opportunità ottimale per accelerare il percorso di crescita già in corso in un’ottica di forte internazionalizzazione”.
Alberto Camaggi, managing partner di Mindful Capital Partners, ha aggiunto: “Grazie all’impegno e alla lungimiranza imprenditoriale di Antonio Fabbri, Fiorini si è ritagliata negli anni un posizionamento unico nell’ambito di una filiera – quella del condizionamento/riscaldamento, dove l’Italia gioca tradizionalmente un ruolo di primo piano a livello globale. In quanto gestore che ha la sostenibilità tra gli elementi chiave della propria strategia, siamo entusiasti di affiancare la famiglia Fabbri nel prossimo ciclo di crescita, che vedrà l’azienda fortemente coinvolta nel processo di transizione energetica all’interno del settore”.
Ricordiamo che il fondo MCP IV è stato lanciato lo scorso marzo e che a metà di quest’anno aveva già raccolto 55 milioni di euro di sottoscrizioni su un target di 250-300 milioni di euro. A dirlo a BeBeez era stato a giugno Alberto Forchielli, alla guida del gruppo da lui fondato nel 2007, sottolineando che l’obiettivo era anche quello di ampliare la gamma delle strategie di gestione e che, infatti, Mindful stava ragionando anche su venture capital e impact investing.
Che Mindful stesse preparando il lancio del quarto fondo tra fine 2022 e inizio 2023 lo aveva anticipato un anno prima, sempre a BeBeez il managing partner Lorenzo Stanca, accennando anche all’idea di ampliare la gamma delle strategie di gestione a venture capital e impact investing (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto al terzo fondo MCP III, aveva chiuso la raccolta a fine 2021 a quota 227 milioni, dopo essere stato lanciato nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre il secondo fondo, Mandarin Capital Partners II, era stato lanciato nel 2013 e aveva chiuso la raccolta a gennaio 2016 appena sotto i 200 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Il primo fondo nel 2007 aveva invece raccolto 328 milioni.
Quanto agli altri fondi del gruppo, il secondo, l’MCP II, detiene ancora il polo del cibo surgelato Italian Frozen Food Holding (IFFH) e quello della ceramica di alta gamma, Italcer, la cui asta, avviata fra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 (si veda altro articolo di BeBeez), era stata poi sospesa a causa delle incertezze determinate dal conflitto Russia-Ucraina (si veda altro articolo di BeBeez). Proprio Italcer, lo scorso luglio, ha messo a segno la sua ottava acquisizione rilevando il 100%di Terratinta Group srl, azienda specializzata nelle superfici d’arredo con sede a Fiorano Modenese 2022 (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo infine che Mandarin Capital ha cambiato nome in Mindful Capital nell’aprile 2022 (si veda altro articolo di BeBeez), come all’epoca comunicato dai managing parter Lorenzo Stanca, Alberto Camaggi e Andrea Tuccio insieme a Forchielli. Il cambio di nome è stato voluto per rendere chiaro il cambiamento di focus di investimento dei fondi. Alla nascita, infatti, l’obiettivo era quello di investire in aziende italiane da accompagnare nella loro crescita in Cina e in aziende cinesi che a loro volta volessero crescere in Italia. L’attività veniva svolta con il supporto di Intesa Sanpaolo, da un lato, e di China Development Bank e China Exim Bank, dall’altro. Gli istituti cinesi avevano agito da anchor investor del primo fondo.