Intesa Sanpaolo ha firmato l’accordo per l’acquisizione della banca rumena First Bank, che ha un attivo di circa 1,5 miliardi di euro e conta oltre 60 mila clienti ed è attualmente controllata dal private equity statunitense JC Flowers & Co, specializzato nel settore finanziario (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione era attesa da quando lo scorso agosto si erano diffuse le prime voci, che indicavano tra l’altro una valutazione per la banca attorno ai 200 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che già lo scorso gennaio si erano diffuse voci circa trattative in corso tra JC Flowers e potenziali investitori (si veda qui Bloomberg Law). Allora si diceva che JC Flowers avesse ingaggiato come advisor Société Générale e che UniCredit avesse guardato al dossier ma poi avesse deciso di non procedere. Allora si parlava di una valutazione attorno ai 150 milioni di euro.
L’accordo siglato con Intesa Sanpaolo prevede l’acquisizione del 99,98% delle azioni della banca rumena. La transazione dovrebbe chiudersi entro il primo trimestre del 2024, in attesa dell’approvazione delle autorità di regolamentazione competenti.
First Bank, fondata nel 1995 con il nome di Pater Bank, era stata acquisita dalla banca greca Piraeus Bank nel 2000 e ribattezzata Pireus Bank Romania. Successivamente, nel giugno 2018, Pireus Bank aveva venduto la controllata rumena a JC Flowers e alla European Bank of Reconstruction and Development (EBRD), che avevano comprato, rispettivamente, il 76,1% e il 19% del capitale, con il management della banca che aveva acquisito il 4,9% (si veda qui il comunicato stampa di allora). La banca era poi stata ribattezzata appunto First Bank. Infine, nell’aprile 2020, la banca ha acquisito l’intero capitale di Bank Leumi Romania, una controllata di Bank Leumi Israel (si veda qui il comunicato stampa di allora).
First Bank è oggi una banca commerciale con 40 filiali in Romania e si concentra sul servizio alle pmi e alla clientela retail. Negli ultimi anni, First Bank ha dato priorità agli investimenti nella tecnologia digitale, sviluppando una delle applicazioni di mobile banking più apprezzate del mercato.
Intesa Sanpaolo è presente nel paese attraverso Intesa Sanpaolo Bank Romania, parte della dvisione banche internazionali di Intesa Sanpaolo, che serve circa 60.000 clienti attraverso 34 filiali e ha un totale attivo, a sua volta, di 1,5 miliardi di euro. Banca Intesa va ad ampliare così la propria presenza nel centro-est Europa.
Lo ha sottolineato Marco Elio Rottigni, chief divisione International Subsidiary Banks (ISBD), che ha detto: “Questa operazione, che raddoppia la nostra presenza in un Paese in forte crescita e con forti legami con l’Italia come la Romania, bene si inserisce nella strategia del Gruppo di cogliere opportunità orientate al valore pur mantenendo l’attenzione sulla crescita organica, orientata alla redditività. L’espansione in Romania rafforza la nostra posizione nell’Europa Centro Orientale e conferma il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane; siamo davvero felici di iniziare a lavorare con i nostri nuovi colleghi”.
L’attività della Divisione ISBD di Intesa Sanpaolo si sviluppa attraverso 11 banche commerciali operative in 12 paesi (Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Albania, Romania, Moldavia, Ucraina ed Egitto) e la società di wealth management Yi Tsai (Talento Italiano) in Cina, dove il gruppo conta anche una partecipazione di minoranza in Bank of Qingdao e Penghua Asset Management. Le banche della divisione si avvalgono di una rete di oltre 900 filiali in grado di servire circa 7 milioni di clienti e ha una forza lavoro dedicata di circa 21mila dipendenti.
Nell’ultimo triennio la divisione ha registrato una crescita media degli attivi totali del 7% annuo (si veda qui il comunicato stampa dello scorso aprile sui risultati e prospettive dell’ISBD). Nel primo semestre del 2023, ISBD ha contribuito in modo significativo alla redditività di Intesa Sanpaolo, rappresentando il 17% degli utili del gruppo, con un utile netto della divisione più che triplicato a 679 milioni di euro.