Il colosso italiano dell’energia ENI sta sondando l’interesse di diversi investitori per la vendita di una quota compresa tra il 5 e il 15% di Plenitude, la controllata nota in precedenza come Eni Gas e Luce, che genera energia da fonti rinnovabili, vende elettricità, gas e servizi energetici a famiglie e imprese e sta sviluppando una rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. Lo scrive Reuters, precisando che la cessione potrebbe concludersi anche prima della pausa estiva.
Plenitude, che nel 2022 ha registrato un utile operativo rettificato pari a 345 milioni di euro, potrebbe essere valutata oltre 6 miliardi, secondo l’agenzia di stampa. L’obiettivo di ENI è quello di valorizzarla al massimo, ricreando le condizioni per una futura quotazione a Piazza Affari dopo il tentativo fallito un anno fa a causa delle avverse condizioni di mercato, in particolare della crisi energetica in Europa. La valutazione finale dovrebbe dunque essere ben superiore e avvicinarsi agli 8 miliardi di euro.
Da allora, in realtà, il gruppo dell’energia non ha smesso di parlare con gli investitori in merito ad una potenziale vendita privata di una partecipazione nella società. All’inizio dello scorso mese di febbraio, infatti, ENI era in colloqui con il fondo norvegese di private equity HitecVision per cedere il 10% della controllata, come rivelato da MF-Milano Finanza, ipotesi poi naufragata. In quell’occasione, si era parlato di una valutazione complessiva di Plenitude di circa 8,4 miliardi di euro.
HitecVision è già partner di Plenitude nella joint venture eolica offshore norvegese Vårgrønn, costituita nel novembre del 2020 per sviluppare progetti di energia rinnovabile nel mercato nordico e detenuta da Eni con una quota del 69,6% e da HitecVision con il 30,4% (si veda altro articolo di BeBeez), mentre la società nordica di private equity è anche alleata da cinque con Eni in Vår Energi (si veda altro articolo di BeBeez), società quotata alla Borsa di Oslo nel mese di febbraio del 2022 (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che un anno fa Vårgrønn ha acquisito da Plenitude la sua quota del 20% nella britannica Dogger Bank, un progetto di sviluppo che creerà il più grande parco eolico offshore nel mondo, i cui altri soci sviluppatori sono SSE Renewables ed Equinor, entrambi con il 40% ciascuno (si veda altro articolo di BeBeez).Grazie a quest’operazione, HitecVision ha aumentato la propria quota di partecipazione in Vårgrønn passando dal 30,4% al 35%, mentre Plenitude ha mantenuto il restante 65%.
Ricordiamo ancora che a dicembre scorso la società dell’ENI aveva concluso un accordo per l’acquisto del 100% dello sviluppatore eolico e solare romagnolo PLT per un valore di oltre 1 miliardo di euro (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione era attesa dall’ottobre scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Anche quest’operazione va considerata nel quadro dell’ipo di Plenitude, che il gruppo del cane a sei zampe intende realizzare su un perimetro rafforzato dalle acquisizioni.
Ricordiamo infine che lo scorso mese di settembre Plenitude aveva siglato una partnership per lo sviluppo di progetti eolici e fotovoltaici in Italia e Spagna per 1,5 gigawatt assieme a Infrastrutture spa, società guidata dal ceo Pier Francesco Rimbotti e attiva da oltre sessant’anni nella produzione di energia in qualità di sponsor, investitore e proprietario (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, ENI aveva acquisito da Infrastrutture il 65% di Hergo Renewables spa, società che detiene un portafoglio di progetti nei due Paesi con una capacità complessiva proprio di circa 1,5 gigawatt, mentre Infrastrutture ha mantenuto il restante 35%.
Plenitude è la società benefit di Eni che integra la produzione di energia al 100% da fonti rinnovabili, la vendita di servizi energetici e la rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. L’azienda fornisce attualmente energia a circa 10 milioni di clienti europei nel mercato retail, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 più di 11 milioni di clienti e di installare oltre 30mila punti di ricarica per la mobilità elettrica. La società, attiva in quindici Paesi, prevede inoltre di superare i 15 gigawatt di capacità installata entro il 2030 e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040.