Nuova compagine azionaria di primario rilievo per Unopiù, storico marchio dell’arredamento per esterni alto di gamma, che, secondo quanto risulta a BeBeez, con il nuovo piano industriale a cinque anni punta a raggiungere un fatturato di 45-50 milioni di euro con un ebitda del 15%.
Sono infatti entrati nella compagine azionaria il colosso dello shipping e logistica Gruppo MSC; Claudio Costamagna, manager con una lunga esperienza italiana e internazionale (fra le altre, in Bulgari, CDP, Goldman Sachs, Montedison, Virgin Group Holdings); e Danilo Iervolino, fondatore del gruppo Multiversity, leader in Italia nel mercato dell’e-learning e della formazione digitale, ceduto a CVC Capital Partners tra il 2019 e il 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). I nuovi soci hanno così affiancato i soci storici di Unopiù e cioé Luca Marzocco, della famiglia di costruttori monegaschi cui fa capo Groupe Marzocco SAM; e Flavio Briatore (si veda qui il comunicato stampa). Briatore e Marzocco erano entrati nel capitale della società nel 2015 nell’ambito dell’operazione di salvataggio e acquisizione dell’azienda, ammessa alla procedura di concordato preventivo a novembre 2014 (si veda qui il comunicato stampa dell’epoca).
Secondo quanto risulta a BeBeez, oggi Costamagna, Marzocco e il Gruppo MSC detengono il 25% ciascuno, mentre il rimanente 25% è detenuto da un veicolo societario che fa capo a Briatore, di cui è azionista anche Iervolino.
“Puntiamo a crescere in modo organico anche se in questo momento non si può escludere che si possano realizzare in futuro delle aggregazioni”, racconta a BeBeez Beniamino Garofalo, nuovo amministratore delegato della società e manager di lungo corso, con esperienze sia in multinazionali del largo consumo, quali PepsiCo, Heinz e Danone, sia nel lusso, in LVMH, e ancora, più recentemente, nel vino (Ferrari Fratelli Lunelli e Santa Margherita Gruppo Vinicolo).
“Sono tre i capisaldi sui quali si basa la realizzazione del nuovo piano industriale”, spiega Garofalo, che li individua in sviluppo del prodotto\innovazione, multicanalità e contract. “Nell’arco di questo periodo, oltre a puntare sul digitale e sul commercio elettronico apriremo anche flagship store negli Stati Uniti, a Miami, e a Dubai” continua fornendo altri dettagli in merito all’ampliamento del canale retail diretto che, in questo momento, consta di nove negozi monomarca, tra cui in uno Brera a Milano e uno in boulevard Saint-Germain a Parigi.
Per quanto riguarda il nuovo assetto aziendale, Garofalo aggiunge: “crediamo che con la nuova compagine e il nuovo management si possa realizzare un progetto globale e imprimere una accelerazione decisa al percorso di crescita di Unopiù”, che ha chiuso il 2022 con 20 milioni di ricavi, ebitda negativo per 1,2 milioni e una perdita di 2,4 milioni, a fronte di un patrimonio netto pari a 1,1 milioni (si veda qui la relazione sulla gestione 2022). “Noi puntiamo a raggiungere il break even, e a tornare in utile, nel giro di 24 mesi”, conclude il nuovo ad.
“Da sempre attento alle eccellenze del Made in Italy, Unopiù è stato pioniere dell’outdoor design italiano”, gli fa eco Costamagna, neo presidente della società. “Credo nelle potenzialità di sviluppo del brand (Unopiù) in un settore che negli ultimi anni ha mostrato grande dinamicità. La società, dopo un periodo travagliato, con questa nuova, solida struttura azionaria e di management sarà in grado di realizzare tutto il suo potenziale”.
Come accennato in precedenza, l’azienda era stata ammessa alla procedura di concordato preventivo dal Tribunale di Roma a novembre 2014, grazie a un piano concordatario che rifletteva quanto indicato nell’accordo di investimento che era stato stipulato fra la società e Bioera spa, holding di partecipazioni quotata a Piazza Affari che, una volta ottenuta l’omologa del concordato preventivo, avrebbe acquisito il 100% del capitale.
L’omologazione del concordato è stata successivamente ottenuta ad aprile 2015, dopo che “la maggioranza delle classi di creditori nonchè la maggioranza assoluta dei crediti ammessi al voto si erano espressi favorevolmente rispetto al piano di salvataggio dell’azienda” (si veda qui quanto scritto all’epoca dall’Agi).
Unopiù ha poi ottenuto l’omologa di uscita dal concordato preventivo a novembre 2022. “Siamo molto felici di aver finalmente chiuso questo capitolo… Ora siamo liberi di concentrarci sulla crescita futura”, aveva dichiarato in quel frangente Christian Rauch, allora ceo di Unopiù che ha lasciato l’incarico e l’azienda a marzo 2023 per andare a ricoprire il medesimo ruolo nella tedesca Degussa Goldhandel, che si occupa di metalli preziosi.
L’ultimo capitolo risale poi allo scorso fine luglio, quando Bioera ha reso noto che a metà giugno Splendor Investments sa, società di cui Bioera detiene una partecipazione del 10,9%, ha ceduto alla lussemburghese CFH sa (holding riconducibile a uno dei soci di Splendor) l’intero capitale sociale di Unopiù per un controvalore di 5,56 milioni di euro. L’operazione, si legge ancora nella nota, era stata conclusa dall’amministratore unico di Splendor “atteso che Unopiù necessitava di un’operazione di ricapitalizzazione al fine di far fronte al proprio piano di sviluppo e che non vi era volontà da parte dei soci di Splendor di ulteriormente investire finanziariamente nella controllata” (si veda qui il comunicato stampa). Quanto a Splendor Investments, il 9 agosto era stata convocata un’assemblea dei soci per la delibera di messa in liquidazione, essendone venuto meno l’oggetto sociale proprio a seguito della cessione di Unopiù.