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Viene restituita al pubblico l’opera Davide e Golia, l’unico dipinto attribuito a Caravaggio esposto al Museo del Prado di Madrid, e tra i pochi presenti in Spagna. In soli tre mesi, l’olio su tela seicentesco torna a essere protagonista, sfoggiando l’intensità dei colori e dei chiaroscuri originali, tipici di Michelangelo Merisi (Milano, 1571-Porto Ercole, 1610). “Questo restauro ci mostra un nuovo Caravaggio, fornendoci un’immagine del dipinto finora sconosciuta e restituendo l’aspetto autentico di questo capolavoro che, dopo tanto tempo all’ombra, recupera la luce con cui fu concepito”, ha commentato la restauratrice Almudena Sánchez, che ha diretto l’intervento di recupero dell’opera nei laboratori del museo.
Eliminata la polvere depositata nel tempo e gli strati di vernice ossidata sovrapposti nei precedenti interventi (che conferivano alla tela una tonalità giallognola e offuscavano lo spazio tra i due protagonisti), il giovane Davide ha riacquistato l’eleganza della postura e la delicatezza dei tratti; il corpo del gigante Golia, invece, risalta non solo per la possente anatomia, ma soprattutto per l’insolita inquadratura di scorcio.
Dagli esami tecnici sulla tela sono emersi dettagli pittorici inaspettati, quali: la luminosità che incornicia la testa di David, evidenziandone i riccioli rosso-castani; la minuziosità della barba di Golia; la naturalità del gesto delle mani del giovane che stringe con il laccio le ciocche del gigante. Dallo studio radiografico, invece, si è notato un importante “cambio di rotta” nel processo creativo del dipinto. Infatti, nella prima versione, Caravaggio aveva conferito a Golia un’espressione più drammatica, con occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata, per poi preferire una rappresentazione più delicata.
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La presentazione del restauro è stata anche l’occasione per inaugurare le due sale del museo (la sala 7 e la sala 7 A, a fianco alla Galleria Centrale) dedicate alla pittura naturalista, approfondendo i linguaggi pittorici oltre i confini delle scuole nazionali. “Caravaggio è l’asse centrale di questo nuovo allestimento”, ha spiegato David García Cueto, capo conservatore della pittura italiana e francese del Museo del Prado, “intorno al quale ruotano pittori italiani, spagnoli, francesi e olandesi del XVII secolo che si ispirarono al grande maestro della luce, che influenzò persino la pittura barocca delle Americhe”.
La luce e i colori di Caravaggio irradiano le tele che lo circondano, tra cui: la grande Decollazione del Battista del napoletano Massimo Stanzione (con rimandi all’omonimo capolavoro di Caravaggio di Malta), la Resurrezione di San Lazzaro di un giovane José de Ribera, La fanciulla con colomba di Cecco del Caravaggio (l’allievo Francesco Buoneri), la Flagellazione del lombardo Daniele Crespi e due piccoli capolavori di Georges de La Tour, ovvero San Girolamo (in posa intellettuale) e il Suonatore cieco di zampogna.
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Davide e Golia è uno dei quattro capolavori di Caravaggio presenti in Spagna, a cui si uniscono la Santa Caterina del Thyssen, la Giuditta e Olferne della Galleria delle Collezioni Reali e il San Geronimo penitente dell’abbazia di Montserrat, in Catalogna.
Resta ancora da scoprire, invece, quale sarà la destinazione dell’Ecce Homo, la tela che nel 2021 fu messa all’asta a Madrid come Scuola di Ribera e oggi è attribuita a Caravaggio. Si sa solo che l’opera, scoperta dalla studiosa italiana Cristina Terzaghi e poi notificata dalle autorità locali, non può uscire dai confini del regno di Spagna. Dopo un restauro, che ne ha riportato alla luce i colori originali, il dipinto di proprietà della famiglia Pérez Castro è ancora in attesa di un acquirente che, chissà, potrebbe scegliere di cederlo in deposito proprio al Museo del Prado, per esporlo di fianco a Davide e Golia.