“Nel DL Mille Proroghe non solo è passato l’emendamento che rinnova il bonus ipo per il 2024, ma anche l’impegno del governo a valutare una maggiore elasticità delle regole di investimento del Patrimonio Destinato al fine di portare più liquidità ai nostri mercati dei capitali e alle nostre imprese”. Lo ha annunciato ieri con un post LInkedin l’On. Giulio Centemero, capogruppo Lega nella Commissione Finanze della Camera, autore, insieme ai colleghi Alberto Bagnai, Laura Cavandoli e Alberto Gusmeroli, di entrambi gli emendamenti proposti in sede di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215. La Camera ha infatti approvato ieri il DL di conversione, che reca diverse disposizioni di proroga di termini legislativi in scadenza e alcune altre disposizioni urgenti e che ora passa all’esame del Senato. Il termine per la conversione in legge scade il 28 febbraio 2024 (si vedano qui la nota della Camera dei Deputati e qui il Resoconto stenografico della seduta del 19 febbraio, pagg. 52-53).
Nel dettaglio, si legge nella nota, il DL in esame “con una norma introdotta in sede referente, proroga al 31 dicembre 2024 il credito d’imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle piccole e medie imprese (pmi) istituito dalla legge n. 205 del 2017 ossia la legge di bilancio 2018 (art. 3, comma 4-bis)”.
Ma soprattutto la novità, è che, come si legge nell’ordine del giorno della seduta di lunedì 19 febbraio, la Camera ha impegnato il governo “a valutare iniziative, anche normative, volte ad estendere l’operatività del Patrimonio Destinato in relazione agli interventi indiretti sul mercato primario e secondario in società quotate in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione che abbiano sede legale in Italia o significativa e stabile organizzazione in Italia, senza le limitazioni settoriali e di fatturato richiamate in premessa, mantenendo al contempo la sottoscrizione di quote di OICR”.
E questo sulla base del fatto che “nel disciplinare specificamente i requisiti di accesso, le condizioni, i criteri e le modalità degli investimenti del Patrimonio Destinato, il decreto del Ministero dell’economia e delle finanze n. 26 del 3 febbraio 2021 ha previsto, all’articolo 23, anche la possibilità di effettuare interventi indiretti sul mercato secondario in favore di imprese strategiche, mediante la sottoscrizione di quote di OICR”. Il tutto perché, secondo la Camera, “rafforzare le modalità di investimento indiretto, rispetto all’operatività del Patrimonio Destinato, risulta coerente con le prassi consolidate nel mercato in relazione agli investimenti in capitale di rischio da parte dei soggetti che investono, per l’appunto, attraverso organismi di investimento collettivo del risparmio o altri veicoli di investimento”.
Ricordiamo che la costituzione del fondo Patrimonio Rilancio, detto anche Patrimonio Destinato, che ha una dotazione di 40 miliardi di euro, era stata prevista dall’art. 27 del Decreto Rilancio coordinato con la legge di conversione dello scorso luglio 2020, che ha anche stabilito che il fondo doveva essere gestito da Cassa Depositi e Prestiti con l’obiettivo di ricapitalizzare le medie e grandi imprese italiane, in difficoltà per colpa dell’emergenza Covid-19 (si veda altro articolo di BeBeez). nel marzo 2021 è stato poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto attuativo del MEF relativo alle regole di funzionamento del fondo, che ha definito i requisiti di accesso, le condizioni, i criteri e le modalità degli interventi e prevede un approccio a doppio binario per gli investimenti (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che lo schema di decreto era stato predisposto già a fine novembre 2020 (si veda qui l’Insight View di BeBeez del 3 dicembre 2020, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium) e già allora era previsto un doppio binario: da un lato un’attività nell’ambito del cosiddetto Temporary Framework dell’Unione europea per supportare le aziende italiane entrate in crisi per gli effetti della pandemia e dall’altro lato un’attività di mercato che abbia come target aziende in bonis oppure ancora una volta aziende in difficoltà, ma non necessariamente per colpa del Covid, e in ottica di ristrutturazione.