Utile netto a 5,1 milioni (+2,1% sul 2022) e margine di intermediazione pari a 14,7 milioni di euro (+44,4%) nel 2023 per Tyche spa, società con sede a Bologna, specializzata in valutazione e acquisto di crediti deteriorati (si veda qui il comunicato stampa).
Il buon andamento del business dell’anno era già emerso dai dati del primo semestre (si veda qui il comunicato stampa), con l’utile della società che si era attestato a 2,1 milioni di euro e il margine di interesse a 5,65 milioni (+42,7%).
La società ha quindi chiuso l’esercizio 2023 con un attivo pari a 71 milioni (+54,7%) rispetto a fine 2022, riferibile per il 67,4% ai crediti verso clientela, per il 5,4% a crediti a vista verso banche e per il 15,2% ad attività finanziarie riferibili a accordi di investimento ed a due partecipazioni, tra cui quella acquisita la scorsa estate in Banca di Credito Peloritano (BCP) per complessivi 1,2 milioni, parte di un aumento di capitale da 3 milioni di euro complessivi varato dalla banca di cui a oggi Tyche possiede quindi il 9,99% (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che in quell’occasione Tyche si era impegnata anche ad acquistare successivamente una partecipazione di maggioranza nel capitale della banca, finalizzata alla fusione inversa per incorporazione dell’azienda in BCP. La fusione si inserisce nel più ampio contesto di un’operazione di integrazione tra Tyche e BCP, per rafforzare la solidità patrimoniale della banca e potenziare ulteriormente l’offerta di prodotti e servizi che rispondono alle specifiche esigenze di privati, imprenditori e pmi. Ricordiamo che prima di acquisire BCP, Tyche aveva puntato su Banca Popolare Valconca, posta in amministrazione straordinaria dalla Banca d’Italia il 3 dicembre 2022. Per la banca, che è poi stata acquisita lo scorso anno da Cherry Bank (si veda altro articolo di BeBeez), si diceva nel febbraio 2023 che fossero state presentate offerte non vincolanti anche da Banca Sella, Banca Popolare Puglia e Basilicata, Banco Desio, Blu Banca (gruppo Banca Popolare del Lazio), oltre che appunto da Cherry Bank, Tyche, una banca di credito cooperativo e un fondo straniero (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando ai conti di Tyche, i mezzi propri a fine 2023 erano pari a 32,5 milioni di euro, mentre il passivo si è attestato a 38,5 milioni e il CET1 Ratio si è attestato al 33,7% (al netto della deduzione prudenziale sull’interessenza di Banca di Credito Peloritano, il CET1 ratio sarebbe pari al 35,0%), ampiamente capiente per sostenere l’evoluzione dell’attività aziendale e gli ulteriori investimenti previsti per il 2024.
Nonostante l’aumento dei costi operativi (+4,0 milioni di euro), più che raddoppiati rispetto al 2022 (+136,1%) a causa degli incrementati costi di struttura, la società ha spiegato che i buoni risultati sono comunque stati resi possibili grazie ai maggiori ricavi contabilizzati sul portafoglio NPLl, nonché all’apporto delle nuove business unit crediti erariali e special situations al risultato del margine di intermediazione, in un contesto in cui vi è comunque stato un forte aumento del costo della raccolta per la dinamica dei tassi di mercato e del ricorso all’indebitamento per sostenere l’espansione degli impieghi.
Enrico Rossetti, presidente di Tyche, ha commentato: “I dati 2023 sono dimostrazione della solidità del nostro modello di business e della nostra capacità di crescere. Sono anche testimonianza della posizione di leadership che Tyche ha saputo costruire in 15 anni su fondamenta fatte di forti competenze verticali e relazioni personali e territoriali di grande valore con imprese, istituti bancari e professionisti in tutta Italia. Continueremo anche nel 2024 a macinare procedure e chilometri in questo business, a fianco di banche ed aziende a livello nazionale; amplieremo al contempo la nostra presenza nel settore finanziario nazionale grazie ad un progetto al quale crediamo molto e che è sinergico al nostro core business”.